Sezioni
19/03/2025 ore 19.00
Ambiente

A TU PER TU | L’obiettivo “2030” di Legambiente per la Reggio del futuro, Cartisano: «Una città sostenibile è anche più vivibile» - VIDEO

Il presidente cittadino degli ambientalisti parla del questionario che svela vizi e virtù dei reggini che però vogliono misure green per la propria città. Il nodo depurazione, la questione Ponte e la piantumazione di nuovi alberi al centro della chiacchierata con ilreggino.it
di Claudio Labate

class="lac-video-embed" width="640" height="360"

“Città 2030” è una campagna itinerante che ogni anno Legambiente propone su tutto il territorio nazionale, quest’anno ha scelto di fare tappa a Reggio Calabria. A parlarne in “A tu per tu” è il presidente di Legambiente Reggio, Daniele Cartisano che proprio di recente ha partecipato alla presentazione dei risultati della campagna avviata sul territorio metropolitano.

«Per noi, la tappa reggina di “Città 2030”, è veramente un grande orgoglio, per l’occasione abbiamo predisposto un questionario che ha coinvolto tante realtà del territorio, tante associazioni, tanti cittadini, ed ha raggiunto più di 400 risposte, grazie anche al supporto della stampa e da lì sono emerse sostanzialmente quelle che sono le problematiche del territorio rispetto alla questione della mobilità. Quello che noi chiediamo come Legambiente sono naturalmente città più vivibili, città più sicure, una mobilità che tenga conto di quelle che sono le peculiarità del territorio».

D’altra parte Reggio ha le sue caratteristiche morfologiche per cui è complicato magari anche iniziare a ragionare, o affidarsi completamente, sul sistema di mobilità elettrica. «Però secondo me con una serie di investimenti si può pensare a nuove piste ciclabili, pensate e ragionate sul territorio, e sicuramente si può iniziare a ragionare su un miglioramento di quello che è il trasporto pubblico. Un dato che è emerso da questo questionario è che gran parte dei cittadini utilizza la macchina propria e questo è un problema perché aumenta anche il tasso di inquinamento in città. Quindi una delle nostre proposte è stata anche questa, di migliorare il sistema del trasporto pubblico che ad oggi ricopre solamente 29 tratte e che lontana dall’obiettivo di “Città 2030”. Sicuramente un passo avanti è stato fatto dall’amministrazione con una serie di investimenti anche sul sistema dei mezzi in dotazione all’Atam che arriverà entro il 2025 con il 70% di autobus elettrici. Per cui, sicuramente si sta facendo tanto, però noi siamo qui anche per dire che si può fare ancora tanto e che siamo pronti a dare una mano qualora ci sia richiesto».

Nel corso della conferenza stampa di qualche giorno fa, hai posto l’accento sulla necessità di un maggiore impegno per la mobilità condivisa e le infrastrutture del trasporto pubblico… Come si fa? Basta l’impegno dell’amministrazione?
«No, non basta solo l’amministrazione, va cambiata anche l’abitudine del cittadino, nel senso che i dati oggi ci dicono che a Reggio abbiamo 60 automobili ogni 100 abitanti e che quindi anche nei piccoli spostamenti noi utilizziamo la macchina. Ovviamente dobbiamo migliorare quello che è il rapporto tra il cittadino e l’utilizzo del mezzo di trasporto pubblico, quindi gli investimenti servono dal punto di vista culturale ma servono sicuramente anche nuove tratte, nuovi mezzi e punti di interscambio, serve insomma favorire quelli che sono i punti strategici della città. Un’altra proposta pervenuta dal questionario è anche quella di attivare nuove ZTL nel centro storico. Sappiamo che tre anni fa era stata fatta una proposta del genere, comunque si era attuata un sistema ZTL nella zona della via Marina bassa, e che comunque ha prodotto dei risultati; in quel caso era stato fatto anche un investimento da parte dell’amministrazione con dei mezzi di trasporto che viaggiavano anche la notte. Ecco questa è anche un’altra nostra proposta, cioè che il trasporto pubblico non si limiti solo nelle fasce pomeridiane o mattutine ma anche durante le fasce serali. Questo permetterebbe di raggiungere un altro obiettivo di “Città 2030”, che è quello di diminuire le vittime della strada, perché io immagino che se durante il fine settimana il mezzo di trasporto pubblico funzionasse anche durante la notte molti cittadini prenderebbe il mezzo pubblico anziché la propria auto».

Al di là di questa iniziativa non c’è dubbio che proprio da ora in avanti, inizi un periodo caldo per Legambiente, che idealmente facciamo culminare con i dati di Goletta verde. In soldoni, rispetto all’eterno problema della depurazione da dove partiamo e dove vogliamo arrivare?
«Il problema della depurazione è un problema che noi solleviamo di continuo e mi permetto di dire che non è una questione di uno specifica stagione noi di depurazione ne parliamo a ottobre, ne parliamo a dicembre, ne parliamo anche quando difatti il mare non viene “sfruttato” dal cittadino e quindi magari sembrerebbe non ci sia l’attenzione. Il problema della depurazione è abbastanza importante sul nostro territorio, abbiamo sollecitato più volte quelli che sono gli interventi al sistema di depurazione perché oggi sappiamo che il sistema in città non funziona, o funziona a mezzo regime, in alcuni casi. Penso alla questione del depuratore di Ravagnese che comunque ha una portata per oltre 100 mila abitanti ma di fatto in alcuni periodi dell’anno e comunque quando c’è un aumento generale di piogge, questo si trova a lavorare per un carico eccessivo per cui il cosiddetto “troppo pieno” ce lo ritroviamo a mare. I dati di Goletta verde, e purtroppo nella nostra città sono dei dati pessimi che evidenziano che il problema depurazione non va affrontato diciamo non come uno spot ma va affrontato seriamente, perché è un problema proprio a livello strutturale. Sappiamo che ora negli ultimi mesi c’è stata l’insediamento della nuova società Arrical, speriamo che possano vedere la luce quelli che sono stati gli investimenti promessi sui sette depuratori».

Oltretutto è da anni che sempre negli stessi punti ci sono le stesse criticità. Significa che non si interviene per tempo o che non si interviene proprio?
«Io non credo che non si intervenga proprio. Dal nostro ultimo monitoraggio noi abbiamo mappato su tutta la costa, da Bocale a Catona, circa 200 scarichi abusivi. È ovvio che se non si interviene sullo scarico abusivo, se non si interviene sul sistema di depurazione, quindi nei depuratori – e penso a Gallico che non riesce a carburare penso a Ravagnese che per certi versi come ho detto prima, in alcuni periodi dell’anno funziona e in altri no – difficilmente si potrà risolvere. Si tratta per lo più di un insieme di scarichi privati, quindi di abitazioni private, ma immaginiamo ci sia anche un coinvolgimento da parte di alcune attività commerciali. E aggiungo che se l’aspetto ambientale non lo metabolizza il cittadino, qua servono appunto le istituzioni a intervenire per frenare questa problematica».

Recentemente il Comune ha avviato un Piano di ri alberazione in alcuni punti chiave della città. Siete stati coinvolti?
«Noi siamo usciti con un comunicato la settimana scorsa e stiamo lavorando per una relazione tecnica insieme al CAI ed altre associazioni per capire le perizie che sono state fatte sugli alberi e sul sistema di alberazione che riteniamo sia un sistema comunque malmesso che necessita di un intervento. Quindi noi non possiamo contestare l’attività dell’amministrazione, perché gran parte degli alberi sono malmessi, quello che abbiamo contestato e che contestiamo tutt’oggi è la scelta delle piante che è stata fatta, nel senso che da progetto esecutivo la piantumazione che è stata fatta è una specie arborea che appunto è la photinia che però abbiamo visto anche con i nostri agronomi essere un arbusto. Quindi, noi stiamo togliendo degli alberi per piantare un arbusto, che per diventare albero avrà bisogno di una manutenzione particolare che dovrebbe durare anni. Quindi, magari, ci ritroveremo quest’estate a Santa Caterina con una percezione di una gradazione sicuramente maggiore, e farà sicuramente più caldo, perché comunque si sta intervenendo abbattendo quasi la totalità su quella zona. Noi chiediamo sicuramente attenzione che si possa intervenire scegliendo insieme la specie. La prima specie scelta era l’alloro che comunque dava delle giuste garanzie, anche perché era una specie autoctona; oggi invece abbiamo scelto una specie diciamo esotica che non viene del nostro territorio, e questo un po’ ci lascia perplessi».

Parliamo di Ponte, visto che Pietro Salini AU di Webuild ha annunciato che aspettano solo l’approvazione del Cipess che evidentemente dà per scontata, fissando l’inizio del cantiere a fine aprile…
«Quella del Ponte noi crediamo sia una grossa una grossa bugia o una grossa operazione che di fatto ci sta succhiando parecchie energie, mentali, fisiche e anche delle associazioni che si stanno impegnando nella lotta contro il Ponte, oltre che risorse. L’opera del Ponte noi crediamo sia un progetto anacronistico che non tiene veramente a mente quelle che sono le necessità del territorio. Noi chiediamo che ci sia un sistema di attraversamento stabile e che dia la possibilità di raggiungere la Sicilia e viceversa ad un prezzo accettabile, e chiediamo che si rinnovi tutto il parco delle navi con lo Stato appunto ad acquisire quello che è il progetto di attraversamento dello Stretto. Quindi con lo Stato che si fa carico di quello che è l’intero Parco dei navi».