L’eolico “divora” il territorio anche in Calabria tra impianti mai entrati in funzione e parchi fantasma
di Vincenzo Imperitura – Sui calanchi di fronte al mare e sulle prime alture dell’Appennino, così come al largo delle coste joniche: l’esplosione eolica riverniciata di “green” intrapresa dal Governo nazionale e sposata in toto dall’amministrazione Occhiuto, prosegue la sua corsa nell’individuazione di nuove caselle da occupare con torri e pale sempre più alte.
Torri e “parchi” che mangiano fette di territorio sempre più consistenti e modificano in profondità un paesaggio immutato da secoli. Con tanti saluti alle decine di sindaci che provano ad opporsi e ai tanti comitati ambientalisti che, in beata solitudine, tentano di interrompere una deriva inarrestabile che, sull’altare della transizione verde, rischia di trasformare la nostra regione in una sorta di Hub energetico nazionale preso d’assalto dalle grandi multinazionali delle rinnovabili, che in Calabria hanno trovato terreno più che fertile. Una sorta d’assalto alla diligenza in cui si inserisce (anche questo ammantato di “green”) anche il progetto per il rigassificatore che dovrebbe essere costruito alle spalle del porto di Gioia Tauro.