Reggio, luci e ombre sul rione Marconi sospeso tra rinascita e degrado - FOTO e VIDEO
Segnali concreti di rinascita di un rione del cuore della città di Reggio Calabria, che tutti ricordano bello e con grandi prospettive. Lo scorso novembre è stato inaugurato il parco urbano con area giochi, panchine e attrezzi per fitness. Una solenne cerimonia che ha effettivamente restituito alla collettività spazi comuni fino qualche settimana prima adibite a discariche a cielo aperto.
Un intervento messo in atto dal Comune che ancora, tuttavia, stride con il contesto circostante. La situazione dentro gli edifici degli alloggi popolari è di un degrado avanzato. Numerose micro discariche, carcasse di auto, decadimento strutturale degli edifici. Gli angoli, i viottoli, i dettagli degli alloggi popolari dai quali traspare una reiterata mancata manutenzione: ecco la geografia contro la quale si infrangono le prospettive positive di un tempo, tradite da una realtà di incuria e abbandono dove forze “oscure” hanno preso il sopravvento.
Occupazione abusiva di alloggi popolari, la paura degli assegnatari regolari di partire e di trovare la casa occupata al loro ritorno oppure la convivenza tutt’altro che civile con persone che non rispettano le regole e ancora meno le persone. Illegalità che generano un clima di insicurezza. Ecco cosa resta degli alloggi che un tempo avevano costituito un intervento di edilizia residenziale pubblica nel cuore della città.
Un contesto di illegalità e criminalità diffusa subita dalle persone perbene che abitano regolarmente ma con sofferenza gli alloggi e che fa il paio con la problematica ambientale ormai atavica e irrisolta.
Doppia faccia di uno stesso rione
Se, infatti, regna il decoro dove un tempo c’era degrado e oggi sorge il parco urbano inaugurato lo scorso novembre, non lo stesso può dirsi di altre zone, più o meno nascoste, compresa quella adiacente all’ingresso della scuola primaria Ciraolo dell’istituto comprensivo Montalbetti-Telesio. Qui discariche tornano a crescere. Mentre la situazione resta grave nella scia che costeggia il blocco di alloggi popolari rimasti incompiuti, oggi rappresentati da ferro arrugginito e cemento, che si frappone tra il rione e il plesso Morelli del Gom. Una discarica a cielo aperto si annida tra la vegetazione incolta e la stradina chiusa, alle spalle di un palazzo.
Accanto a due carcasse di auto, rifiuti di ogni genere. Depositati da chi? In accordo con chi?
Mentre siamo nel rione, un furgone che trasporta a vista mobilia entra in quella stradina cieca salvo poi compiere una manovra frettolosa per tornare indietro e andare via. Avrebbe dovuto scaricare ma la mattinata non era più favorevole? Se così non fosse, dove era diretto quel furgone e perché è andato via subito? Restano questi interrogativi.
L’esposto alla Procura
Un’emergenza igienico sanitaria che preoccupa anche i residenti e anche coloro che per motivi professionali frequentano la zona. Tra questi, l’architetto Domenico Tripodi, ha presentato un esposto alla Procura.
«La situazione è davvero insostenibile in questa zona della città che hanno trasformato in discarica. Unitamente al disinteresse della Pubblica amministrazione registriamo a gran malincuore una mancanza di senso civico da parte di chi perpetra questo scempio ambientale. Non sappiamo cosa ci sia sotto questa coltre di rifiuti che, oltre a deturpare, inquina. Ho segnalato a tutte le autorità senza sortire alcun effetto. Dunque ho presentato un esposto contro ignoti alla Procura. Credo possano esistere importanti profili penali da perseguire. Spero che si intervenga. Questa situazione, davvero degradata e degradante, diminuisce il valore dei nostri immobili. Ho pensato anche di trasferirmi, lasciando questa zona in cui sono cresciuto e ho sempre vissuto. Ma spero di poter scegliere di restare», ha sottolineato Domenico Tripodi.
E le soluzioni non arrivano nonostante la situazione sia nota alle autorità competenti.
«Anche io abito in un appartamento che affaccia su questa macro discarica – ha dichiarato Carmelo Fallara – e ogni giorno vedo crescere la mole di questi rifiuti. Temiamo per la nostra sicurezza e per la nostra salute e non crediamo sia accettabile che vi siano aree della città dove i servizi non vengono garantiti. Ogni giorno assistiamo al passaggio delle forze dell’ordine. Li ho anche fermati per segnalare personalmente la situazione, sentendomi rispondere che le segnalazioni sono decine e decine che non sarebbe stato utile», ha concluso Carmelo fallara.