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23/11/2025 ore 11.33
Ambiente

Reggio, OIPA e Guardia Agroforestale unite per restituire dignità ambientale e responsabilità civica

Un chilometro di rifiuti lungo il torrente diventa il simbolo di un’emergenza culturale: sopralluogo congiunto, appello alle istituzioni e richiesta di partecipazione da parte dei cittadini

di Redazione

Un chilometro intero di rifiuti, mobili abbandonati, materassi, infissi, elettrodomestici, scarti edili, plastica di ogni tipo. Un nastro continuo di degrado che taglia il paesaggio come una ferita aperta. È questo lo scenario che, nella giornata di oggi, si sono trovati davanti le guardie dell’OIPA Reggio Calabria, guidate dal dott. Andrea Marino, e gli operatori della Guardia Agroforestale Italiana, coordinati da Rocco Riso, durante un sopralluogo congiunto lungo il torrente Calopinacea.

Una sinergia nata da poco, ma che già mostra con forza i suoi frutti: due realtà diverse, unite da un obiettivo comune – restituire dignità e tutela agli ecosistemi del territorio reggino.

Un chilometro di vergogna ambientale

Le immagini raccolte durante la verifica parlano da sole: cumuli stratificati di rifiuti, dal legno all’alluminio fino agli scarti industriali; vecchi mobili ormai marciti; pneumatici e parti di autoveicoli; finestre, porte, lamiere, sedie e materassi disfatti. Una vera e propria discarica a cielo aperto, radicata da anni e cresciuta nel silenzio generale.

Tra i rifiuti emergono elementi che lasciano poco spazio all’immaginazione:

• infissi in legno ancora integri,
• pezzi di carrozzeria,
• sacchi di calcinacci,
• elettrodomestici arrugginiti,
• materassi sovrapposti,
• rifiuti domestici e plastica sparsa ovunque,
• amianto,
• ricambi e carcasse di auto.

Il letto del torrente, un tempo corridoio naturale verso il mare, è oggi soffocato da materiali che lo rendono irriconoscibile e pericoloso.

La sinergia che cambia il territorio

La collaborazione tra OIPA RC e Guardia Agroforestale Italiana nasce dalla consapevolezza che la tutela ambientale non è più rimandabile. Le due associazioni, ognuna con le proprie competenze, stanno costruendo un fronte comune di monitoraggio, prevenzione e segnalazione, mettendo in campo professionalità e presenza costante sul territorio.

«Non possiamo più permettere che un luogo così importante venga trattato come una discarica. Questa non è solo un’emergenza ambientale, è un’emergenza culturale e civica», sottolinea il dott. Andrea Marino.

«La collaborazione è la nostra forza. Quando più realtà si uniscono per il bene comune, il territorio comincia a respirare di nuovo», aggiunge Rocco Riso.

Una richiesta chiara alle istituzioni

L’intervento odierno non è solo una fotografia del degrado, ma un atto di responsabilità. Le due associazioni annunciano che questo sopralluogo è solo l’inizio di un percorso strutturato che proseguirà con nuove verifiche, segnalazioni ufficiali, campagne di sensibilizzazione e proposte concrete per il ripristino dell’area.

Il messaggio è diretto: Reggio Calabria non può più convivere con queste zone d’ombra. Il territorio merita rispetto.

Una chiamata alla cittadinanza

Accanto all’azione delle associazioni, serve anche una comunità consapevole e partecipe. Chi abbandona rifiuti non sporca solo un luogo: colpisce la salute, il paesaggio, l’economia e la dignità collettiva.