Roghudi: storia, leggende e misteri di un borgo abbandonato
di Anna Ossequio – È una “ghost town”, un paese abbandonato. Molti vedrebbero soltanto un cumulo di rovine, dirupi scoscesi e case senza tetto, con infissi divelti e mattoni in rovina, immersi in un paesaggio che sembra essersi fuso con la rocca sulla quale è stato costruito. Ma Roghudi non è solo questo. Chi lo ha visitato, osservato da vicino, camminato nei suoi vicoli stretti e angusti, ha avuto reazioni diverse. Alcuni hanno visto soltanto un luogo desolato, privo di vita; altri, invece, sono stati colpiti da un fascino magnetico e irresistibile, che invita a perdersi tra le sue rovine e a lasciarsi trasportare dalla sua misteriosa bellezza.
Il nome stesso, “Roghudi”, evoca un’atmosfera antica. Un tempo fiorente centro agricolo, il borgo era abitato da contadini e pastori che, generazione dopo generazione, avevano lavorato la terra fertile circostante. E, le loro case, addossate le une alle altre, formavano un dedalo di vicoli stretti e ripide scalinate: un labirinto che si snodava tra orti e terrazzamenti.