Caso Rositani, il padre: «Verità e giustizia per mia figlia»
«Domani 13 luglio 2020 a distanza di 16 mesi da quel giorno indimenticabile che ha cambiato completamente la vita di mia figlia Maria Antonietta, la vita dei suoi figli Annie e William, la vita di tutti noi, è il giorno della sentenza». Inizia così la riflessione di Carlo Maurizio Rositani, il padre di Maria Antonietta, la donna vittima di tentato omicidio da parte dell’ex marito Ciro Russo.
«Quello che ha commesso Ciro Russo quel giorno è qualcosa di orribile che resterà scritto per sempre nella pagina della nostra bella città di Reggio Calabria. “Siamo abituati a processi di mafia – ha detto Bombardieri – e quello davanti al quale ci troviamo di fronte è l’atto più grave commesso a Reggio Calabria”. Stupende parole quelle pronunciate in aula dal procuratore Bombardieri che danno speranza e fede a tutti coloro che vengono giornalmente abbandonate da uno Stato disattento e disumano e che con la sua “omertà” ha permesso a Ciro Russo di commettere indisturbato con la complicità di uno Stato completamente assente, sordo, cieco e vigliacco ad evadere da Ercolano dove si trovava agli arresti domiciliari senza braccialetto, a percorrere 450 km sull’autostrada del sole, arrivare a Reggio Calabria e a tentare di uccidere una donna, una figlia, una mamma».
«Io da padre e da italiano non smetto di urlare “Verità” e non mi accontento della naturale sentenza di domani. Non gioisco sulle ferite a vita di mia figlia. Dal quel 12 marzo del 2019 urlo verità e giustizia per la mia bambina affinchè altre donne altre mamme, altri figli, altri genitori, altre sorelle, amici, parenti e nipoti non debbano mai più soffrire e piangere accanto a un lettino d’ospedale una persona loro cara».
«Se alcune denunce fossero state trasmesse al magistrato di sorveglianza che curava gli arresti domiciliari a Ciro Russo tutto questo non sarebbe successo. Ciro Russo sarebbe ritornato in carcere. Ecco perché io voglio verità su tutte le denunce. Non ho nulla contro le forze dell’ordine. Ma è inaccettabile ciò che è accaduto a mia figlia. Chiedo ai parlamentari tutti di pensare a una legge che protegga le donne veramente, e che le protegga fin dal primo momento».