Coronavirus a Reggio Calabria, assembramenti al centro vaccini Asp. La denuncia di un cittadino
Riceviamo e pubblichiamo:
Diario di un cittadino soggetto all’ennesima gestione della malasanità reggina. Oggi per la 3^volta mi reco, con famiglia al seguito, al centro vaccini dell’asp di Reggio Calabria per sottoporre la mia bimba di 6 mesi alla prescritta profilassi vaccinale. Premesso che il centro vaccini apre alle 8.30 e non accetta alcun tipo di prenotazione (siamo nel 2020 in piena emergenza covid-19 e teoricamente dovremmo evitare le file), la soluzione offerta da questa struttura pubblica è un foglio bianco fuori dal portone su cui apporre il proprio nome in ordine di arrivo.
Ebbene, dopo aver tentato 2 giorni di fila la sorte in orari consoni per una famiglia con bimbi piccoli, decido di recarmi alla struttura alle ore 6.00 am (esattamente 2:30ore prima dell’apertura) con mio sommo stupore e soprattutto rabbia, a quell’ ora, trovo già segnate 50 persone su una lista che si sarebbe dovuta chiudere al numero 40. Quindi per l’ennesima volta mi tocca gestire lo stress dei bambini ed attendere l’apertura del centro con la speranza di riuscire ad ottenere la famosa vaccinazione “obbligatoria”.
Questa gestione ovviamente ha generato un assembramento di persone che, in barba alle prescrizioni e ordinanze covid-19, non sarebbe ammissibile. Da quanto appreso, il problema ormai è cronico e quotidiano al puntobtale che spesso viene richiesto l’intervento delle forze dell’ordine per sedare gli attriti. Nella condizione sopra descritta un mare di genitori che quotidianamente mettono da parte impegni lavorativ, esigenze familiari e timori per il rischio di infezione. Eppure nel 2020 si potrebbe operare come nel resto d’Italia con prestazioni su appuntamento su prenotazione al cup oppure scaglionare su più giorni gli ingressi per ordine alfabetico come per le pensioni.
Le soluzioni a costo zero per l’amm.ne pubblica ce ne sono a bizzeffe, ma quelle attuate da quest’ultima sono approssimative e basate solo sulla pelle dei cittadini, soprattutto dei piccoli bimbi che più di tutti subiscono tutte queste angherie. Con la speranza che queste parole giungano a chi di dovere».