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17/04/2020 ore 23.30
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Coronavirus a Scilla, le inutili polemiche di Ciccone non scalfiscono il lavoro dei commissari

L'ex sindaco si scaglia contro la triade sulla distribuzione dei buon spesa ma dal Comune le risposte erano già arrivate
di Elisa Barresi

Inizialmente si è sperato, invano, che almeno in tempi di guerra, legati a una pandemia mondiale, non si dovesse assistere a polemiche infruttuose. Ma nulla, si continua ad istigare una insensata guerra tra poveri mentre volontari dal cuore grande si fanno in quattro per aiutare chi ha davvero bisogno.

Il rovescio della medaglia

Questo è quello che sta accadendo a Scilla dove da un lato ci sono commercianti, volontari di Protezione Civile e Caritas che organizzano raccolte e distribuzione alimentari, dall’altro c’è chi punta il dito contro i commissari senza preoccuparsi neppure di aprire il sito del Comune e ottenere le info richieste.

Far leva sui bisogni dei cittadini non è stata la mossa migliore dell’ex sindaco Pasquale Ciccone che, nella foga di attaccare la triade, continua a valutare in maniera errata modi e tempi. Appare, infatti, quanto mai fuori luogo in un momento così delicato sollevare polemiche acuendo una situazione già difficile a causa della forte crisi economica che sta investendo il nostro paese.

Il post “avvelenato”

Rimpiange i tempi passati Ciccone, ma dopo lo sguardo rivolto al passato inizia l’affondo: «La presenza di un sindaco in questo momento sarebbe stata importante perché appartenendo alla stessa comunità avrebbe avuto consapevolezza e conoscenza dei disagi dei propri cittadini; non ci sarebbe stata una gestione fredda, burocratica e tardiva. Mi riferisco alle somme che lo Stato ha messo a disposizione dei comuni per erogare buoni spesa ai più bisognosi affidandone direttamente ai Sindaci la gestione, presupponendo che da conoscitori del terrirorio ne avrebbero assicurato la più tempestiva distribuzione. In tal senso infatti tanti comuni hanno ad oggi efficacemente già provveduto a consegnare i buoni pasto, dalla Locride alla città capoluogo, dalla tirrenica ed alla piana: cosi da Roghudi a Bova marina, da Ardore a Roccaforte del Greco, dalla città metropolitana di Reggio Calabria a Bagnara Calabra, a Gioia Tauro, ecc. Il nostro Comune invece annaspa, impantanandosi nelle pastoie burocratiche e si dissolve da punto di riferimento per la povera gente, che ha difficoltà anche alimentari. Fate presto Commissari, la fame è una brutta bestia, i cittadini scillesi non meritano di restare indietro».

L’avviso in bacheca

Uscita infelice e forse frettolosa perché sul sito del comune già campeggia l’avviso che chiarisce come le accuse di immobilismo siano totalmente infondate poiché la Commissione Straordinaria rende noto che «prosegue a ritmo serrato l’istruttoria per la valutazione dei requisiti dei richiedenti e che, a breve, le famiglie la cui domanda è stata accolta riceveranno il kit dei buoni cartacei con la lista degli esercenti presso cui sono spendibili. Precisa, altresì, che, al termine dell’istruttoria in corso, sarà possibile verificare l’eventuale ulteriore capienza del fondo e, di conseguenza, allargare la platea degli aventi diritto. Riguardo alle domande che riportano errori di compilazione e per le quali è necessario un chiarimento, è previsto che i Servizi Sociali del Comune chiamino telefonicamente il richiedente per risolvere nell’immediato eventuali dubbi e discordanze».

Ma volendo dare il beneficio del dubbio all’ex sindaco abbiamo deciso di chiedere direttamente al commissario Antonino Costa se vi fossero stati dei ritardi e come il Comune di Scilla stava rispondendo all’emergenza, considerando che già da tempo, prima ancora del Coronavirus, la triade lavora in condizioni estreme e con risorse limitate.

I chiarimenti del commissario

«Nessun ritardo, appena arrivati i fondi statali abbiamo iniziato a lavorare per distribuire il prima possibile i buoni. Ovviamente le domande sono tante ed è stato necessario provvedere ad opportune verifiche perché in alcuni casi le dichiarazioni non corrispondevano al vero. Quest’attività istruttoria è necessaria, anche se necessità di qualche giorno in più, per garantire una distribuzione equa dei fondi. Per questo se abbiamo chiesto ai cittadini qualche giorno di pazienza in più è solo per garantire loro una distribuzione corretta nel rispetto di chi ha davvero bisogno».

Questione di opportunità

La macchina amministrativa, dunque, è in moto e non si è mai fermata perché i proclami non sempre coincidono con il fare e questo un ex amministratore dovrebbe saperlo bene. Rimane l’interrogativo circa l’opportunità di fare polemica in un momento così delicato. Per la politica ci sarà tempo, adesso serve umanità e comprensione nei confronti di chi, con tutti i limiti possibili, sta contribuendo a dare un sostegno necessario per ripartire più forti di prima. Forse, in questo momento ai cittadini non importa che la burocrazia sia fredda, interessa, invece, che sia efficiente e corretta.