Coronavirus, non c'è Italia senza Europa. Ma basta con la politica del litigio e l'alibi della mafia
Di Giuseppe Basile
Da giorni, milioni di italiani inondano i social network di pensieri su come uscire da questa crisi sanitaria e socio economica che ha investito l’Italia, l’Europa e buona parte delle terre emerse. Ho notato che mentre nei primi giorni a prevalere era il senso di comunità ed il bisogno di riconciliarsi con l’altro per uscire assieme da quanto stiamo vivendo, da qualche settimana sta montando un egoismo smodato, quello della pancia di chi purtroppo non vede futuro per se e per la propria famiglia.
Questo è quanto di peggio possa accadere ad un Popolo. Niente di diverso di quanto sta accadendo alla Germania, con la propaggine Olanda e dintorni, quando ci considera improbabili destinatari di azioni economiche e finanziarie per via della mafia che inevitabilmente ne sarebbe l’unica beneficiaria.
A ben guardare però, questo pensiero non è estraneo ai tanti che oggi protestano e si indignano contro i tedeschi, e mentre in un post sbroccano tutto l’odio provvisorio verso i medesimi, in quello successivo si scagliano nell’ordine contro il governo ladro, le navi delle Ong colpevoli di salvare esseri umani sfortunati, poveri carcerati in attesa di giudizio o con una pena in larga parte scontata che vorrebbero stare al sicuro e magari accanto ai loro cari, dipendenti pubblici con la colpa di avere uno stipendio, percettori di reddito di cittadinanza colpevoli di avere partecipato ad una misura disposta dal governo e dal parlamento italiani.
Ovviamente in un tutti contro tutti, a prescindere da posizione lavorativa e titolo di studio, alquanto irrazionale, segno dello smarrimento dell’idea e del sentimento di comunità, di popolo e purtroppo anche di nazione.
Anch’io sono critico su quanto sta facendo il nostro governo, si può fare molto di più ed in tempi più rapidi, ci sono persone in serie difficoltà economiche, che stentano a fare la spesa, ed i provvedimenti governativi sono al momento inefficaci per non dire inesistenti, per lo più demandati ad Enti locali privi dell’organizzazione necessaria. Tuttavia non possiamo dimenticare tutto e fiondarci sull’ultima notizia postata. Ora, il maggior partito, per numeri, del nostro parlamento, è rappresentato da chi per anni, anche in europa, della denigrazione dell’Italia ha fatto masochisticamente la propria cifra. Sulla stessa linea considero l’intervento sbagliato della attuale commissione governativa che regge il comune di Africo, che nel subordinare l’aiuto alimentare a chi non ha precedenti penali, sembra quasi suggerire l’idea tedesca che i fondi europei siano appannaggio esclusivo ed indefettibile delle mafie, e che quindi i diritti inviolabili siano sacrificabili.
Alla stessa stregua, l’altro partito di governo, sempre pronto ad attaccare le destre sulla politica di odio razziale verso i migranti, ha adottato un provvedimento contro lo sbarco delle persone salvate in mare dalle Ong, come se le idee, gli ideali, i valori ed i diritti umani, si possano sospendere alla bisogna. Ed è lo stesso partito che non batte un colpo sulle carceri, preoccupato più del termometro populista del paese in chiave elettorale, che dello stato di diritto e delle garanzie costituzionali. Sulla sovraesposizione clownesca dei vari sindaci d’Italia, di colpo tuttologi ed intrattenitori, preferisco tacere per carità di Patria.
Anche i due partiti di destra, in una gara su se stessi, si scagliano contro il governo perché alcuni paesi europei stanno boicottando quanto chiede l’Italia. Gli stessi paesi europei che sostengono legittimamente la loro idea politica sovranista, la stessa che i predetti partiti della destra italiana si sono intestati da qualche anno a questa parte, sfilando improvvidamente con i peggiori nazisti d’europa. La coerenza latita quando i sondaggi si discostano dai desiderata.
Per fortuna sono numerosi anche gli interventi autorevoli sui quotidiani. Sono tanti gli editoriali che inducono ad uno studio più approfondito della situazione attuale.
Recentemente il Procuratore Antimafia Cafiero De Raho, ha messo un po di ordine nella discussione degli aiuti dello Stato alle imprese ed alle famiglie, ed ai sempre verdi appetiti economici delle mafie. Semplicemente ha detto che lo Stato deve intervenire su imprese e famiglie perché questo è il compito che la Costituzione e le leggi gli assegnano. Alla stessa stregua la Magistratura interviene contro i crimini, perché questo è il suo ruolo. Argomentare diversamente, e cioè rivendicare l’aiuto per imprese e famiglie perché altrimenti interviene la mafia, o non riconoscere gli aiuti all’Italia perché andrebbero alla mafia, è un modo contorto e capovolto di affrontare i problemi, sono due facce della stessa medaglia di cartone.
Bisogna mettere ordine alle idee, consapevoli, a mio modesto avviso, che l’Italia fuori da un contesto europeo non avrebbe modo di sostenere la propria economia, le proprie imprese ed i milioni di lavoratori ivi occupati, i tanti giovani laureati che quotidianamente varcano i confini nazionali per essere parte integrante di una grande comunità democratica. In egual misura bisogna combattere la mafia scevri da pregiudizi. È l’unico modo per attuare compiutamente il dettato costituzionale e vivere in uno Stato di diritto.