Gli Odontotecnici scendono in campo contro il Coronavirus
di Carmen Oliverio (LaCSchool)
Il 2020 è un anno che non potremo scordare così facilmente, questo, però, non scoraggia i calabresi, da secoli intrepidi combattenti che hanno deciso di dedicarsi alla battaglia, ognuno con le proprie armi, chi ha fatto delle donazioni materiali o economiche, chi ha preferito offrire un pasto caldo al proprio vicino e chi, ha scelto di sfoderare le proprie competenze.
Di storie e di gesti importanti ne abbiamo sentiti tanti nell’ ultimo periodo e questa volta mi tocca raccontare di un team di odontotecnici ed esperti in tecnologie digitali provenienti da diverse zone italiane che hanno voluto mettere in campo le loro abilità professionali per gli altri, tra questi anche due reggini.
Loro, in questo difficile periodo in cui ci viene richiesto di stare lontani , si sono sentiti più forti che mainell’ affrontare “il rivale” comune e hanno voluto continuare a regalare sorrisi ma questa volta in 3D.
A indurli a fare “squadra” è stata la carenza di dispositivi di protezione in genere, ma in particolare si sono messi in gioco per tutti gli operatori che attualmente stanno continuando a svolgere le loro mansioni, come coloro che abitualmente devono assistere gli anziani, i senza tetto o persone particolarmente fragili.
L’idea è quella di produrre degli elementi di congiuntura da poter applicare alle maschere subacquee favorendo così la tutela individuale di chi le indossa.
«L’ iniziativa è del chirurgo maxillo-facciale dott. Giovanni Georgetti insieme all’ amico ingegnere Angelo Salamini. Il team è costituito da titolari di laboratori odontotecnici ed esperti in tecnologie digitali come Antonio Ielo e Domenica Oliverio (RC), Fabio Arnò (LE), Mimmo Castellana (BA), Enzo e Piero Piacenti (PA), Stefano Lufrani (RM) e Giovanni Favara (AG)» è quanto si legge sul comunicato
L’ispirazione quindi, arriva dal Dottor. Georgetti il quale, appresa la carenza di dispositivi individuali ha iniziato a documentarsi sulla questione sino a quando, non si è imbattuto in un articolo della CNN il quale suggeriva la possibilità di utilizzare le stampanti in 3D per creare delle alternative alle classiche mascherine. Da qui, si mobilita congiuntamente con l’ingegnere Salamini, esperto in stampa 3D che da tempo collabora con professionisti del settore dentale e che dopo aver verificato la sostenibilità del progetto ha proposto una collaborazione con uno staff di odontotecnici.
Questi ultimi hanno accolto con grande entusiasmo l’iniziativa e in poco tempo hanno così progettato, stampato ed effettuato dei test di disinfezione del pezzo e in meno di dodici ore il primo prototipo era già pronto all’ uso. Per quanto riguarda i materiali, sono stati interamente acquistati e messi a disposizione dai singolo odontotecnici che hanno preso parte al team senza nessun tipo di ritorno economico.
Nello specifico, il gruppo ha deciso di creare una serie di raccordi e filtri compatibili sulla base di progetti similari portati avanti da altre aziende italiane con le oramai famose maschere subacquee prodotte dalla Dechatlon trasformandole così in dispositivi anti COVID-19, inoltre, si è pensato di applicare ai raccordi del materiale filtrante. I kit prodotti saranno 100 e della distribuzione se ne occuperà la Protezione Civile.
Dopo la stampa di questi primi kit, continueranno a lavorare per rendere ancor più funzionale il tutto.
I promotori, hanno precisato che, la loro è un’iniziativa no-profit, senza scopi di lucro in quanto il loro unico intento è quello di rendersi utile in questo difficile periodo storico. A sostegno di ciò è stata anche creata una casella di posta elettronica solidarieta3d@gmail.com utile a chiunque volesse unirsi a loro o dare importanti suggerimenti.