Pediatria in crisi: in Calabria mancano figure professionali. I medici si appellano alla Santelli
Riceviamo e pubblichiamo dal dottor Antonio Ceravolo “Pediatra Calabrese e Componente Esecutivo NazionaleConfederazione italiana Pediatri (CIPe):
L’emergenza coronavirus ha portato i nodi del sistema sanitario nazionale al pettine. La mancanza di specialisti e l’arruolamento in prima linea di medici appena laureati dà un quadro delle condizioni disastrose in cui la sanità si ritrova. Situazione che peggiora notevolmente nelle regioni del sud e soprattutto in Calabria.
La regione Calabria è sempre più povera di figure professionali altamente specializzate di cui il territorio necessita fortemente.
Agghiacciante in questa situazione già di per sé apocalittica è il mancato accreditamento della scuola di specializzazione di pediatria dell’università Magna Graecia di Catanzaro, unica realtà per l’intera regione.
Come possiamo sopperire alla grave carenza di pediatri se non permettiamo agli studenti calabresi di specializzarsi nella loro terra, questi giovani dottori sono costretti a spostarsi in altre regioni per coronare il loro sogno e lì poi solitamente rimangono.
Chi si sta spendendo per offrire nuovamente la possibilità di specializzarsi ai medici calabresi nella loro terra natia è la Prof.ssa Concolino, direttrice della pediatria universitaria di Catanzaro. Sta cercando da tempo di ottenere dalla regione l’istituzione di un reparto di pediatria universitaria dove permettere agli studenti di formarsi.
Emblematica è la situazione nel nosocomio di Polistena, dove a far fronte al punto nascita, con circa 900 nascite l’anno, e al reparto di pediatria per un bacino di utenza molto ampio, essendo l’ HUB di pediatria dell’intera piana, ci sono solo due medici.
La Prof.ssa Concolino in questa sua titanica battaglia per fornire ad un così depauperato territorio nuova vita deve essere supportata ed affiancata dalla politica
Mi appello quindi al presidente della regione Calabria Jole Santelli affinché non lasci sola questa forte donna calabrese in questa impresa, e permettere così ai medici calabresi di rimanere in Calabria.