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18/10/2024 ore 17.30
Cronaca

A Reggio la giornata europea contro la tratta: lo sfruttamento lavorativo e sessuale diffuso e sommerso ma liberarsi si può - VIDEO

Questa mattina l’incontro promosso da Piccola Opera Papa Giovanni Onlus, ente capofila del progetto regionale Incipit, con una delegazione di studentesse e studenti nell’aula consiliare Pietro Battaglia di palazzo San Giorgio
di Anna Foti

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In occasione della XVIII Giornata Europea contro la tratta di esseri umani, di cui ogni anno nell’Unione Europea sono vittime accertate più di 7 mila persone, la Piccola Opera Papa Giovanni Onlus, ente capofila del progetto regionale Incipit, ha promosso un momento di sensibilizzazione dal titolo “Libera il tuo sogno” con una delegazione di studentesse e studenti di Reggio Calabria. Seduti sugli scranni dell’aula Pietro Battaglia di palazzo San Giorgio, dove ha campeggiato lo striscione “La Calabria non Tratta”, i giovani hanno accolto la testimonianza di Onome Anigboro e Drissa Diarra, mediatori nell’ambito del progetto finanziato dalla presidenza del Consiglio dei Ministri su proposta della Regione Calabria, mirato a contrastare lo sfruttamento sessuale e lavorativo, l’accattonaggio e le economie illegali. Non solo contrasto ma anche sostegno all’emersione e l’accompagnamento in un nuovo percorso di integrazione lavorativa e sociale.

Dove ci sono i diritti, le persone e i sogni valgono

«Sono nigeriana – racconta la mediatrice culturale Onome Anigboro – e sono arrivata in Italia quasi 10 anni fa. Lavoro come mediatrice culturale da tre anni. Ho incontrato tantissime persone, soprattutto minorenni non accompagnati, che hanno subito queste forme di sfruttamento. Ho conosciuto tante donne arrivate in Italia con un grande sogno, convinte di poterlo realizzare e al contempo di poter aiutare economicamente la famiglia nel paese di origine. Donne che poi mi hanno raccontato di essere state rinchiuse in una casa, costrette a fare cose che non volevano, con la minaccia che se non le avessero fatte ci sarebbero state conseguenze per le famiglie nel paese di origine.

Ecco la disperazione di essere arrivate in un Paese con altri drammi oltre quelli lasciati indietro. È allora che noi interveniamo, per aiutare a comprendere che ci si trova in un paese diverso, dove si hanno più diritti, dove le persone come i sogni valgono, dove ci si può liberare e condurre una vita dignitosa. Aiutare a comprendere che c’è una grande differenza tra l’Italia e il loro paese di provenienza è il primo passo per aiutare le donne a liberarsi a capire che qui valgono e che qui possono avere e realizzare un sogno, fare ciò che desiderano senza costrizioni e riduzioni a condizioni degradanti. Questo è, in fondo, l’anima della nostra opera di mediatori tra due culture che si incontrano».

Incipit, un nuovo inizio


Incipit per contrastare la tratta di persone in Calabria. Incipit, acronimo di Iniziativa calabra per identificazione, protezione ed inclusione sociale delle vittime di tratta, oltre che parola latina di forte suggestione che richiama il nuovo corso di un’esistenza, tra i 21 progetti finanziati dal dipartimento Pari Opportunità della presidenza del Consiglio dei Ministri, di cui la Regione è ente proponente, attuato in Calabria da otto soggetti tra i quali, con riferimento al territorio metropolitano reggino, l’associazione Piccola Opera Papa Giovanni, per le fasce adulte, e la comunità Papa Giovanni XXIII per i minori. Tra i suoi ambiti di intervento, il progetto contempla con lo sfruttamento sessuale a scopo di prostituzione, anche lo sfruttamento lavorativo fino alla riduzione in schiavitù, l’accattonaggio e i matrimoni forzati. Tutti volti dell’odioso e ancora diffuso fenomeno della tratta di persone.

Le stime: tra le 700 e le 900 donne sfruttate oggi in Calabria

«In base ad alcune stime – ha spiegato Lucia Lipari, avvocato Piccola Opera Papa Giovanni – dalle 700 alle 900 sono attualmente le donne sfruttate in Calabria, di nazionalità prevalentemente nigeriana. Gli uomini più colpiti dal fenomeno dello sfruttamento lavorativo sono invece maliani. Ribadisco sono stime e con un fenomeno sommerso inquantificabile. L’analisi dei fenomeni è il primo passo per la consapevolizzazione, la formazione dell’opinione pubblica e la promozione di giuste politiche migratorie. Non esiste sviluppo sociale ed economico senza equità. Non esiste coinvolgimento senza conoscenza. Numerosi sono i fattori – crisi geopolitiche, conflitti, cambiamenti climatici e povertà estrema – che rendono le persone vulnerabili alle organizzazioni criminali che non si fanno scrupoli a reclutare con l’inganno donne, uomini, persone transessuali e minori al fine di poterli sfruttare, sotto la costante minaccia di violenze a loro e/o alle loro famiglie, in numerosi ambiti: la prostituzione, il lavoro in condizioni para-schiavistiche, l’accattonaggio, le economie criminali, i matrimoni forzati e finanche il traffico di organi.

In particolare, un gruppo di ricerca scientifica tecnico-scientifica, formato da operatori e professionisti, coordinato dal professore della Sapienza Francesco Carchedi, sta portando avanti uno studio specifico. Abbiamo riscontrato che le donne nigeriane in particolar modo sono fuori i cosiddetti “circuiti walk” cioè i circuiti di strada. La presenza è calata per cui ci siamo interrogati, perché ciò è avvenuto soprattutto a seguito dell’esplosione del Covid e dei conseguenti fenomeno della hotchat on line e dell’indoor. La nostra attività opera sempre sui due fronti dello studio e delle proposte di buone prassi e politiche. Ci siamo proprio conto che il legislatore a livello internazionale sostanzialmente non punta a contrastare l’utilizzo distorto delle piattaforme da parte dei colossi. Invece i siti e queste hotchat online dovrebbero essere limitati, incidendo così anche sulle forme di sfruttamento conseguenti. In particolare – ha spiegato ancora Lucia Lipari, avvocato Piccola Opera Papa Giovanni – le donne minori sono finite in questa rete e sono particolarmente sfruttate».

Il sommerso e il visibile

«Sul territorio regionale il fenomeno si presenta molto diversificato – ha spiegato Maria Rosa Impalà, referente della Piccola Opera Papa Giovanni nel progetto Incipit – sia per la nazionalità delle vittime coinvolte sia per le modalità con cui lo sfruttamento si verifica. Negli ultimi anni sul territorio reggino abbiamo notato una scomparsa della prostituzione in strada o comunque diciamo un fenomeno in netto calo. Molte ragazze probabilmente si sono spostate verso l’indoor, ossia in appartamento, complici le restrizioni avvenute nel periodo pandemico. Questo è ben lungi dal dire che il fenomeno sia in decremento. Noi registriamo, durante le consulenze, l’esistenza di donne che si trovano coinvolte nel fenomeno della prostituzione ma in altre modalità, come quella online che stiamo cercando di attenzionare con una specificazione di progetto. Ne deriva che c’è un sommerso dello sfruttamento sessuale. Ben visibile invece per quanto riguarda lo sfruttamento lavorativo. I territori sui quali operiamo sulla piana di Gioia Tauro ci restituiscono un contesto abbastanza diversificato. Si passa dal nero al grigio. Spesso gli stessi lavoratori non hanno consapevolezza quindi si illudono di avere un contratto e di essere di una condizione di regolarità e di sicurezza quando invece non è». Così Maria Rosa Impalà, referente della Piccola Opera Papa Giovanni nel progetto Incipit.

Minori vittime di tratta

«La Comunità Papa Giovanni XXIII a Reggio Calabria – ha spiegato Maria Teresa Passanante, referente della Comunità Papa Giovanni XXIII nel progetto Incipit – è presente con progetti di accoglienza ma anche di emersione del fenomeno della tratta. Siamo presenti agli sbarchi con un’unità di contatto che si occupa proprio di intercettare quelle che sono i minori più vulnerabili che potrebbero essere vittime potenziale di questa grave forma di sfruttamento. C’è molto sommerso, nonostante i dati internazionali siano già allarmanti. Nel mondo ci sono 12 milioni di minori vittime di tratta e non ci sono solo le diffuse forme di sfruttamento lavorativo e sessuale ma anche l’accattonaggio e il matrimonio forzato. C’è una rete estesa di trafficanti che dal reclutamento passa al trasferimento e allo sfruttamento. Molti sono anche i minori che scompaiono. Noi cerchiamo di favorire la consapevolezza di una vita diversa, accompagnandoli a denunciare per riscattare la loro esistenza e così contribuire a colpire anche la rete dei trafficanti». Così Maria Teresa Passanante, referente della Comunità Papa Giovanni XXIII nel progetto Incipit.

Vigilare e sensibilizzare

«È fondamentale che i giovani siano consapevoli di queste problematiche, siano sensibilizzati a conoscerle e a riconoscerle e ad essere anche loro promotori di percorsi di emersione. Attualmente – ha sottolineato l’assessora al Welfare del comune di Reggio, Lucia Anita Nucera – noi ci ritroviamo con 40 assistenti sociali, risorse essenziali che siamo riusciti a incrementare e che ci consentono di eseguire un monitoraggio attivo su tutte le scuole per intercettare segnali e disagi che, per esempio, dietro la dispersione scolastica, potrebbero rivelarsi. Siamo, naturalmente, presenti agli sbarchi e in collaborazione con mediatori e operatori siamo vigili per intercettare, laddove possibile, potenziali vittime di tratta. Ci sono le associazioni ma nello stesso tempo anche noi li prendiamo in carico come Politiche sociali nell’ambito di percorsi supporto psicologico per aiutare le persone che si trovano in questo contesto da incubo a liberarsi». Così l’assessora al Welfare del comune di Reggio, Lucia Anita Nucera.

«Un momento giornata importante perché essenziale è il coinvolgimento dei nostri ragazzi. Non possiamo pensare di sfidare le criticità del mondo e una criminalità che tende a sfruttare in modo selvaggio l’umano a qualsiasi latitudine, senza occuparci di chi è il nostro futuro. Da qui l’importanza di investire in questi momenti di prossimità delle istituzioni ai cittadini ma soprattutto ai nostri cittadini più giovani». È quanto ha evidenziato Giovanna Russo, garante comunale dei Diritti delle persone private delle Libertà Personali del Comune di Reggio.

Per tenere alta l’attenzione su questi fenomeni, la rete nazionale dei Progetti Antitratta e il Numero Verde Nazionale Antitratta si impegnano nell’organizzare eventi di informazione e sensibilizzazione aventi come filo conduttore l’hastag #liberailtuosogno.