Addio Bruno Pizzul, Tonino Raffa: «Era il primo della classe ma non lo ha mai ostentato. Ci mancherà»
«Un risveglio amaro quello di oggi. Bruno era un gigante buono. Un professionista senza pari. La sua grandezza era nell’umiltà di essere il primo della classe senza mai ostentarlo. Mancheranno la sua affettuosità e la sua ironia». Il reggino Tonino Raffa, storico radiocronista Rai della trasmissione Tutto il Calcio minuto per minuto, ricorda così l’amico e collega Bruno Pizzul, la prima voce per la Rai dedita al racconto della Nazionale Italiana dai mondiali in Messico nel 1986 (anche se era inviato dal 1970) fino al campionato in Giappone e Corea nel 2002. Pizzul è spento oggi, all’età di quasi 87 anni, nell’ospedale civile di Gorizia.
Umanità e talento si fondevano in lui al punto da averlo reso una icona del giornalismo sportivo, in simbiosi con la Nazionale di Calcio con la quale, attraverso la sua voce, è entrato nella casa degli italiani e nella storia dove certamente resterà. Non ha raccontato trionfi, nei nove mondiali in cui ha seguito le partite azzurre, ma grandi delusioni come il Mondiale perso in casa nel 1990 e la sconfitta in finale a Usa 1994. Ma è rimasto sempre caro e molto amato dal pubblico che non dimenticherà la sua voce, capace di accorciare, se non annullare, le distanze rispetto al campo da gioco. Considerato l’ultimo rappresentante di una generazione straordinaria di giornalisti sportivi in compagnia di grandi del calibro di Niccolò Carosio a Sandro Ciotti, da Nando Martellini ad Enrico Ameri e Alfredo Provenzali.
Il rapporto con la Calabria
In pensione, con alle spalle 1200 radiocronache, tre Olimpiadi, tre Europei e sei Mondiali (da Italia 90 fino al Sudafrica 2010, passando per i trionfali a Berlino nel 2006), l’altro storico radiocronista Rai, Tonino Raffa, prosegue il suo ricordo di Bruno Pizzul sottolineando il rapporto con la nostra terra.
«Bruno aveva un forte rapporto con la Calabria. Era stato per 10 anni lo storico presidente della giuria del premio Sport di Capo Vaticano ed io ero il segretario. Era stato insignito della cittadinanza onoraria di Ricadi. Era stato anche a Reggio Calabria, su mio invito. Nel salone di Lampadari di palazzo San Giorgio aveva moderato la presentazione del libro che avevo scritto con Tonio Licordari, “Il pallone nell’iride 1930-2006. 76 anni di calcio mondiale”. Era il 2006».
Il volo sulla Casa Bianca, seguendo Usa 1994
E poi un aneddoto.
«Con lui ho condiviso tanto nel gruppo Rai dove io ero inviato per la radio e lui per la Tv. Dal 1990 al 2002 abbiamo seguito l’Italia ai Mondiali dello stesso team. Ricordo un viaggio in aereo durante i mondiali negli Stati Uniti nel 1994. Avevamo lasciato Dallas per raggiungere Washington e lui mi indicò la Casa Bianca illuminata durante quell’atterraggio. Una bellissima immagine di quella serata straordinariamente luminosa che ancora conservo con emozione e affetto.
Quando si fa il nostro mestiere, si sta spesso lontano da casa e con un lavoro così totalizzante, si diventa amici e anche le dimensioni familiari entrano in contatto. Così era stato per noi. Davvero una giornata molto triste quella di oggi. Con lui se ne va l’ultimo gigante della televisione italiana. E pensare che lui il calcio lo giocava e aveva una laurea in legge. Se la moglie non lo avesse convinto a fare quel concorso in Rai, che poi vinse, forse il pubblico non avrebbe avuto il privilegio di ascoltare la sua voce e i suoi affascinanti racconti calcistici e noi colleghi non avremmo conosciuto una persona di grande spessore umano, professionale e culturale», conclude l’amico e collega Tonino Raffa.