Sezioni
14/07/2025 ore 16.35
Cronaca

Arangea bis – Oikos, Lombardo: «'Ndrangheta al centro di potenti sinergie criminali e Calabria baricentrica nelle rotte globali del narcotraffico» - VIDEO

I tratti salienti dell'intervento del procuratore di Reggio Calabria nel salone degli Stemmi in prefettura durante la conferenza stampa
di Anna Foti

class="lac-video-embed" width="640" height="360"

«La ‘ndrangheta è ricchissima e questa enorme ricchezza ovviamente la rende una struttura criminale straordinariamente potente. Il narcotraffico è sicuramente in questo momento l’ambito in cui opera di più e che le consente di generare tutta una serie di sinergie criminali che rendono la Calabria baricentrica per le rotte internazionali del traffico di droga. Le logiche oggi sono globali e quindi non hanno più confini territoriali ma le risposte arrivano, partendo sempre da qui». Lo ha sottolineato più volte il procuratore di Reggio Calabria, Giuseppe Lombardo, illustrando nel salone degli Stemmi in prefettura i dettagli dell’odierna operazione Arangea Bis-Oikos, frutto della convergenza di due filoni di indagini, coordinata dalla Dda di Reggio Calabria e condotta congiuntamente da Polizia, Carabinieri e Guardia di finanza sono stati illustrati. Lo stesso procuratore Lombardo, a più riprese, ha invitato la stampa a raccontare il fenomeno in tutta la sua gravità.

Indagati 52 soggetti ed emesse 35 ordinanze di custodia cautelare di cui 33 in carcere e due ai domiciliari. Sulla scorta di attività sviluppate tra il 2021 e il 2024, ricostruite due diverse associazioni per delinquere specializzate in spaccio, messa in vendita, cessione, distribuzione, commercio e trasporto di sostanza stupefacente nei territori di Reggio Calabria, Villa San Giovanni, San Roberto, Seminara, Gioia Tauro e Catania, e nell’importazione di cocaina, hashish e marijuana da Ecuador, Spagna, Germania, Olanda e Belgio. Strategico l’hub del porto di Gioia Tauro.

In questo scenario, documentato anche un grave episodio di estorsione aggravata dal metodo mafioso ai danni di un imprenditore edile aggiudicatario di un appalto da 230.000 euro per la realizzazione di una strada tra Roccaforte del Greco a la Diga del Menta.

Messaggi criptati celavano la filiera di spaccio

Un’operazione interforze, coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Reggio Calabria che ha coinvolto oltre 250 operatori della Polizia di StatoCarabinieri e Guardia di Finanza.
che si sono avvalse delle più moderne tecnologie per decodificare messaggi criptati che hanno consentito di ricostruire accordi per la vendita e lo smercio, capillari, fluidi, spediti e organizzati, di quantitativi assai ingenti di droga tra cui cocaina pura al 90%, per un giro di affari che per ogni tonnellata di droga avrebbe fruttato 100 milioni di euro.

I capi di imputazione sono vari ma solo ad alcuni è contestata l’aggravante mafiosa e non il 416 bis. Ecco i reati: contestati: associazione per delinquere finalizzata al traffico di stupefacenti, detenzione di stupefacenti ai fini di spaccio, riciclaggio ed estorsione, con l’aggravante, ma solo per alcuni indagati, di aver agito con metodo mafioso anche violento. Rinvenuti nelle disponibilità di alcuni indagati anche armi comuni e da guerra all’occorrenza utilizzati per ottenere i loro scopi.

Un sistema criminale integrato

«L’attenzione investigativa – ha spiegato il procuratore Lombardo – come dimostrato oggi è altissima. Non possiamo far altro che continuare, avvalendoci come in questa indagine di tutte le forze dell’ordine e cooperando a livello internazionale. Anche questa indagine conferma quando sia grave il fenomeno criminale della ‘ndrangheta e quanto sia straordinaria la capacità di incidere su quella che è la vita di ognuno di noi, ben oltre il territorio calabrese ma facendo capo dal territorio calabrese.

Ecco perché è importante riconoscere le piazza di spaccio e parlare dell’asse San Roberto – Ecaudor e non solo e del contatto diretto con il riciclatore in Cina. Oggi possiamo parlare di un vero e proprio sistema criminale integrato in cui la ‘ndrangheta ha un ruolo assolutamente chiave. Colpita la ‘ndrangheta il sistema è compromesso. Non lo stesso può dirsi per tutte le articolazioni di scopo che essa governa e manovra.

La ‘ndrangheta consolida sempre più la sua posizione dominante al punto che possiamo parlare di Glocalizzazione dei suoi metodi in ambito appunto globale. Tutto ormai avviene con una tale fluidità che deve preoccuparci, confermando dinamiche criminali che, al netto di fibrillazioni fisiologiche, sono ormai collaudate e assodate. Deve preoccupare anche la presenza di Fentanyl a San Roberto e del coinvolgimento di minori nella gestione dei traffici, che certamente meritano la massima attenzione».

Le intercettazioni e le tecnologie

«Fondamentali sono state le tecnologie per queste indagini. L’Italia sta cercando di recuperare il suo gap. In questo ambito stiamo cercando di fare tutti insieme perché occorre rendersi conto che, per utilizzare un termine giornalistico, bucare le filiere comunicative con intercettazioni e mezzi moderni equivale a ascoltare, capire, conoscere, intervenire e contrastare, in questo caso, l’intera filiera dello spaccio.

Proprio il modo di comunicare è in continua evoluzione e non è certamente quello più del passato. Noi non dobbiamo abbassare la guardia. Voi ricordate sicuramente benissimo quello che diceva Giovanni Falcone. Per forza di cose, noi siamo chiamati ad inseguire e quella distanza che ci separa dalle organizzazioni criminali oggi con i giusti investimenti può essere ridotta fino a essere dimezzata. Occorrono gli strumenti adeguati e aggiornati.

In conclusione siamo soddisfatti del lavoro fatto – ha concluso il procuratore Lombardo – non abbiamo tralasciato nulla. Non conosciamo altro modo per contribuire a far comprendere che la ‘ndrangheta è la più ricca e potente organizzazione di tipo mafioso che in questo momento le autorità giudiziarie italiane siano chiamate a investigare».

I sequestri

Importanti anche i sequestri eseguiti in corso di indagine. In particolare, sono stati rinvenuti 117 kg di cocaina, nascosti all’interno di un autoarticolato appena uscito dal porto di Gioia Tauro, e 483.000 euro in contanti, occultati nel sito di stoccaggio individuato a Reggio Calabria. L’operazione ha portato anche la sequestro preventivo di beni immobili, mobili, società e conti correnti e rapporti finanziari, per un valore complessivo stimato in 1,5 milioni di euro.

Il procedimento penale è in fase di indagini preliminari e sono fatte salve quindi le diverse valutazioni nelle fasi successive.