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20/11/2025 ore 11.54
Cronaca

Assolto con formula piena Domenico Vincenzo Vinci, direttore di Capo Sud Television Channel

La vicenda giudiziaria, nata da una querela per presunta diffamazione a mezzo stampa, riguardava due servizi giornalistici pubblicati nel marzo 2019

di Redazione

Dopo cinque anni di processo, decine di udienze e spese legali ingenti, il Tribunale di Reggio Calabria ha pronunciato la sentenza definitiva: Vinci Domenico Vincenzo è stato assolto con formula piena, perché il fatto non sussiste.

La vicenda giudiziaria, nata da una querela per presunta diffamazione a mezzo stampa, riguardava due servizi giornalistici pubblicati nel marzo 2019, che documentavano fedelmente quanto accaduto nel Consiglio Comunale di Condofuri. Il procedimento si è concluso il 18 novembre 2025 con la lettura del dispositivo da parte del Giudice dr.ssa Elsie Clemente. L’imputato era difeso dall’Avv. Giancarlo Liberati, del foro di Reggio Calabria.

Le considerazioni del giornalista e direttore di Capo Sud Channel: «Questa assoluzione è un fatto importante, ma non cancella il calvario e la sofferenza di sei anni passati a difendermi da accuse infondate. Non cancella le spese legali che, per effetto di una legislazione arretrata che il Parlamento promette da anni di modificare senza mai mantenere la promessa, non mi sono state restituite. Un’assoluzione dopo sei anni ha avuto un impatto negativo non solo sulla mia reputazione professionale, ma anche sul diritto dei cittadini ad essere informati. Per anni, sotto un clima intimidatorio, ho dovuto autocensurarmi sulle notizie politiche condofuresi, rinunciando a indagare o pubblicare temi delicati per timore delle conseguenze legali ed economiche. È un’amara consolazione: la verità è stata riconosciuta, ma il prezzo pagato è stato altissimo».

Il nodo da sciogliere

Il vero problema resta l’uso improprio della legge come strumento per intimidire la stampa e limitare la libertà di espressione. In territori come l’Area Grecanica, segnati da scioglimenti di consigli comunali per infiltrazioni mafiose e da profonde divisioni politiche, la libertà di stampa e di critica non è solo un diritto, ma un dovere civico