Carcere Arghillà, Italiano (Cosp): «Rischi per il personale. Diversi agenti di Polizia Penitenziaria aggrediti»
«La presente per segnalare con estrema urgenza e preoccupazione la gravissima situazione in cui versa la casa circondariale di Reggio Calabria – Arghillà, dove si continuano a registrare eventi critici, tra cui ben cinque aggressioni nei confronti di sottufficiali e agenti della Polizia Penitenziaria in un brevissimo arco temporale». È quanto denuncia in una missiva il delegato nazionale Cosp Letterio Italiano.
«Nonostante la successiva entrata in vigore del cosiddetto Decreto Sicurezza, auspicato come misura deterrente per le aggressioni verso le Forze dell’Ordine — come evidenziato dallo stesso sottosegretario Andrea Del Mastro delle Vedove — la realtà dei fatti dimostra tutt’altro. I detenuti del suddetto Istituto non sembrano affatto intimoriti dalle nuove disposizioni normative, tanto da perpetrare aggressioni con una frequenza allarmante.
Negli ultimi giorni, diversi operatori di Polizia Penitenziaria sono stati aggrediti, riportando traumi tanto gravi da rendere necessaria la permanenza per diverse ore negli ospedali Reggini e la successiva inidoneità temporanea al servizio. In uno degli episodi più gravi, un singolo detenuto è riuscito ad aggredire più unità di personale, destabilizzando l’intero Istituto per ore e costringendo il restante personale a proseguire il servizio oltre il turno previsto.
A giudizio di questa Federazione Sindacale, l’Amministrazione non può e non deve rimanere inerme di fronte a simili eventi. Gli operatori della Polizia Penitenziaria lasciano ogni giorno le proprie famiglie per garantire la sicurezza dello Stato e non è accettabile che non si abbia la certezza del loro rientro a casa
Si segnala inoltre la formazione, all’interno dell’Istituto, di gruppi di detenuti che impongono regole proprie, ignorando deliberatamente le normative vigenti e le disposizioni dell’Amministrazione. Tali soggetti non vengono adeguatamente isolati, poiché l’Istituto risulta carente di una Sezione di Isolamento.
Ciò consente ai detenuti violenti di continuare a fare gruppo nelle sezioni comuni, aumentando il rischio per il personale e per gli altri ristretti. In alcune celle risultano presenti fino a sette detenuti, rendendo impossibile separare i soggetti problematici da quelli che mantengono comportamenti corretti.
Ulteriore motivo di grave allarme è rappresentato dalla mancata collocazione dei nuovi giunti in reparti isolati: ciò compromette, tra l’altro, le attività di indagine da parte della Magistratura Inquirente, specie nei casi di applicazione di provvedimenti di fermo. Anche le assegnazioni da altri istituti di soggetti già noti per comportamenti aggressivi stanno aggravando la situazione, determinando una grave turbativa dell’ordine interno.
Si evidenzia inoltre che, in orario notturno, il personale si trova spesso costretto a effettuare aperture straordinarie per collocare nuovi giunti, compromettendo i livelli minimi e massimi di sicurezza.
Alla luce di quanto sopra, si richiede con forza:
1. L’immediata istituzione di un Reparto Detentivo di Isolamento, fondamentale per garantire l’ordine e la sicurezza dell’Istituto.
2. L’intervento urgente dell’Amministrazione penitenziaria locale, affinché relazioni agli uffici Superiori le attuali gravi criticità.
3. L’applicazione rigorosa del d.lgs. 81/2008, Testo unico sulla Sicurezza nei luoghi di lavoro, per tutelare l’integrità psicofisica degli operatori.
4. L’intervento dei rappresentanti dei Lavoratori per la Sicurezza (Rls), eletti ai sensi del suddetto decreto, al fine di valutare i rischi connessi all’ambiente e alle condizioni lavorative.
La scrivente Organizzazione Sindacale si riserva sin d’ora di tutelare i propri iscritti nelle sedi opportune, anche tramite eventuale costituzione di parte civile, qualora persistano condizioni lavorative inadeguate e lesive della dignità e sicurezza del personale.
Alla Segreteria Nazionale – conclude il delegato nazionale Cosp Letterio Italiano – si chiede di seguire con la massima attenzione questa vertenza sindacale, affinché venga garantito il ripristino dell’ordine, della sicurezza e della legalità presso la casa circondariale di Reggio Calabria – Arghillà».