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17/12/2024 ore 15.00
Cronaca

I dialoghi della magistratura per riaffermare una credibilità «minata dall’interno e dall’esterno»

L'incontro finalizzato a chiarire alcuni aspetti cruciali spesso veicolati confusamente. La presidente Capone analizza i temi caldi della riforma della giustizia senza trascurare l’importanza di una informazione libera
di Elisa Barresi

La riforma della giustizia?  Serve un dialogo necessario con la collettività. E l’associazione nazionale magistrati a Reggio Calabria ha risposto presente e al termine dei tre incontri si pensa già a come far proseguire un format che sembra aver ottenuto gli effetti sperati. 

La cittadinanza ha risposto e nessuno si è sottratto al confronto. Giudici e pm pronti a rispondere ad avvocati, giuristi e singoli cittadini incuriositi da quel dibattito che sta tenendo tutto il settore giustizia con il fiato sospeso in attesa che i cambiamenti in atto prendano forma.

«La riforma della giustizia è un tema che ci riguarda da vicino». Ha detto Silvia Capone, Presidente della Sezione Dibattimento presso il Tribunale di Reggio Calabria. «Abbiamo sentito la necessità di creare un canale comunicativo con la Civitas, con la collettività, perché siamo consapevoli che molte persone, probabilmente, non sono in grado di cogliere appieno le conseguenze che questa riforma avrà sulla vita quotidiana, in particolare sulla tutela dei diritti. Il nostro intento è quello di avviare un dialogo per cercare di riconquistare la credibilità della magistratura, che purtroppo ha subito danni a causa di eventi come la vicenda Palamara e di una campagna mediatica che spesso non è obiettiva. Questa campagna, infatti, risponde talvolta al malcontento del potere politico di fronte a decisioni giuridiche che non assecondano i disegni e i progetti governativi. Il risultato è la creazione di molta confusione tra la collettività. Quello che vogliamo è interloquire con le persone comuni per far capire che la nostra missione è quella di continuare a offrire uno dei servizi più importanti in un regime democratico: l’applicazione della legge. Desideriamo essere lontani da condizionamenti, espliciti o impliciti, che potrebbero influenzare il nostro lavoro. Il nostro obiettivo è mantenere l’autonomia e la neutralità della magistratura, nonostante le difficoltà.

Un esperimento di dialogo

Per la Capone si tratta di una sfida che va oltre le polemiche. «Non sappiamo se riusciremo, ma ci stiamo mettendo in gioco. Siamo pronti ad affrontare questa sfida con persone qualificate, come gli avvocati e i professionisti presenti in sala, ma speriamo anche che ci siano cittadini che non operano nel nostro ambito e che possano porre domande. Questo ci permetterà di spiegare meglio le nostre posizioni e di aprire un dialogo».

Riforma e conflitto di interessi

Per quanto riguarda la separazione delle carriere e l’abuso d’ufficio, grandi temi della riforma, abbiamo chiesto alla Capone quali siano le conseguenze. «Va detto che l’abuso d’ufficio è stato già depenalizzato, ma la sua depenalizzazione ha aperto la strada a una proposta che prevedeva un illecito disciplinare per i magistrati, il che avrebbe impedito loro di essere perseguiti in caso di abuso. Fortunatamente, questa proposta è stata ritirata, ma non ci rassicura pienamente rispetto a future iniziative che potrebbero influenzare la magistratura».

L’informazione, pilastro della democrazia

E sulla legge bavaglio che va a minare un’altra libertà fondamentale la Capone è netta. «Purtroppo, assistiamo a un fenomeno di informazione spesso non indipendente. Molto frequentemente, i provvedimenti giudiziari sono oggetto di attacchi da parte dei media, che si concentrano su aspetti personali dei magistrati, che nulla hanno a che vedere con il contenuto delle decisioni. Questo fenomeno mira a intimidire chi prende decisioni impopolari, invece di affrontare il merito delle questioni legali. L’intervento sui limiti alla pubblicazione delle ordinanze cautelari, quindi, richiederà uno sforzo significativo da parte dei giornalisti, che dovranno imparare a fare informazione nel rispetto della legge, poiché l’informazione stessa è essenziale per la democrazia».

Il dialogo con i cittadini: un processo in corso

«Siamo soddisfatti della risposta della cittadinanza a questo nostro incontro, il terzo della serie». Lo ha detto Giuseppina Laura Candito, Segretaria della G. E. S. dell’A. N. M. di Reggio Calabria. «I primi due sono stati già molto partecipati. Speriamo che anche questo incontro continui a seguire lo spirito di avvicinare la magistratura ai cittadini, per spiegare con termini più semplici la portata della riforma costituzionale che interessa il settore della giustizia. Abbiamo imparato che il dialogo è una strada fondamentale per un confronto costruttivo. Questo potrebbe diventare anche l’obiettivo di future iniziative, organizzate dalla Associazione Nazionale Magistrati (ANM) a livello territoriale».

La necessità di un dialogo più diretto

Fino ad oggi è mancato questo dialogo o un’apertura tale da consentire di costruire un rapporto di fiducia. Ma occorre fare una distinzione: «Troppo spesso i magistrati sono visti come figure che parlano solo attraverso i provvedimenti, negli ultimi anni abbiamo riscontrato che, a volte, questo non basta. I provvedimenti giudiziari, infatti, possono non essere immediatamente percepiti o compresi dal cittadino, soprattutto quando la riforma di cui si parla viene trattata in maniera parziale dai media. Questo può portare a fraintendimenti e, talvolta, a interpretazioni errate che mascherano una modifica legislativa come una garanzia, quando non lo è».