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22/02/2023 ore 10.00
Cronaca

I retroscena della pax mafiosa (fallita) di Lamezia raccontati dal pentito Giampà a Mammasantissima

Il collaboratore svela dei tentativi di mettere pace tra i clan in conflitto con l’intercessione di alcune tre le più potenti famiglie della ‘ndrangheta. Ecco gli audio del collaboratore trasmessi nel corso dell'ultima puntata
di Redazione

di M. S.

«Niente bara di Perri, niente pace». Sarebbe stata questa la richiesta del clan Iannazzo per siglare la pax tra le famiglie mafiose di Lamezia. A svelarlo Giuseppe Giampà. Figlio dello storico capocosca Francesco Giampà, alias “il Professore”, Giuseppe ha deciso di saltare il fosso tredici mesi dopo il suo primo arresto. Con lui anche la moglie. «Ho scelto di collaborare per il bene dei miei figli» – dirà la donna nel corso di un’udienza del processo Perseo.

È il 2012. Inizia a parlare Giuseppe Giampà. Racconta una lunga serie di omicidi, svela gran parte dei retroscena della guerra di mafia su Lamezia Terme. E svela anche dei tentativi falliti di mettere pace tra i clan in conflitto malgrado l’intercessione di alcune tre le più potenti famiglie della ‘ndrangheta i cui emissari giunsero da ogni dove. «Io mi sono tenuto distante da tutta questa faccenda, la seguiva mio cugino Pasquale (detto Millelire, ndr) con mio zio Vincenzo Bonaddio. Poi c’erano altre persone di fuori che seguivano tutta ‘sta vicenda. A noi ci facevano da garante i Bellocco. Poi c’erano altre famiglie pure coinvolte per la parte dei Torcasio, famiglie di Papalia, Trimboli, per conto di Nino Cerra…».

I tentativi della pax mafiosa però falliscono: il clan Iannazzo voleva una bara. «Gli Iannazzo non volevano stare alla pace se non usciva la bara di Perri Tonino, quindi c’era un coinvolgimento forte tra i Perri e Iannazzo perchè se non volevano sottostare alla pace per via della bara di Perri vuol dire che c’è un legame forte…» – dichiarava Giampà al pm Elio Romano nell’audio trasmesso nell’ultima puntata di Mammasantissima – Processo alla ‘ndrangheta (clicca qui per vederla).

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