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25/06/2024 ore 17.15
Cronaca

Il pedigree del «cognato» di Piromalli e la paranoia del broker della Locride: chi erano i fornitori calabresi dei pusher di Messina

Dall’inchiesta della Dda siciliana emergono le figure di Gioacchino Cananzi e Antonio Strangio. Il primo avrebbe fornito cocaina ai siciliani dal 2021 (con l’inconveniente di un sequestro da 225mila euro), del secondo le indagini mostrano le cure per nascondere droga e denaro: lo smercio poteva fruttare più di 70mila euro al giorno
di Redazione

di Pablo Petrasso – La droga per i pusher messinesi arrivava dalla Calabria: due diversi canali, «uno proveniente dalla zona tirrenica e l’altro dalla zona jonica». È uno dei punti fermi nell’inchiesta dell’Antimafia peloritana che, oggi, ha portato all’arresto di 112 persone.  

Il primo, secondo i magistrati della Dda siciliana, avrebbe fatto capo a Gioacchino Cananzi, 49 anni, di Rosarno. Uno dei presunti capi della gang peloritana di narcotrafficanti, in una intercettazione del gennaio 2022, spiega al proprio interlocutore di essere solito rifornirsi da un uomo che si sarebbe presentato «come il cognato di Piromalli». A volte basta un cognome per accreditarsi, anche se i messinesi non posso dirsi certi del pedigree criminale del fornitore: «Così si è presentato… che è il cognato… poi se imbroglia o non imbroglia non lo so. Questo… io non è che li conosco nelle Calabrie».

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