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22/05/2025 ore 00.33
Cronaca

Il sequestro di Maria Angela Passiatore di 48 anni fa torna alla luce nell'inchiesta sui clan di 'ndrangheta

La donna è stata uccisa e il suo cadavere non è mai stato ritrovato. Le inconsapevoli confessioni di Michele Grillo e le dichiarazioni del collaboratore Domenico Agresta: due persone sono accusate di averla rapita a scopo di riscatto nel 1977
di Redazione

di Alessia Truzzolillo – Sullo sfondo dell’operazione Millennium c’è anche il rapimento di una donna avvenuto a Brancaleone nell’agosto del 1977.
Una donna che, come spesso accadeva nei rapimenti di ‘ndrangheta degli anni ’70, non è sopravvissuta e ha terminato i proprio giorni con una morte atroce: uccisa a bastonate.

Il rapimento e l’uccisione di Maria Angela Passiatore

Lei era Maria Angela Passiatore, 44 anni, milanese, e si trovava a Brancaleone in vacanza. Era una donna fragile e facilmente impressionabile. È stata portata via dalla propria casa e condotta in un rifugio nascosto, dice la Dda di Reggio Calabria, da Michele Grillo, oggi 78 anni, e Pasquale Barbaro, 74 anni, detto “U Nigru”.
Insieme a loro c’erano altre persone allo stato rimaste ignote.
Secondo le ricostruzioni, la vittima aveva bisogno di medicinali a causa delle forti emorragie causate dal ciclo mestruale. Ma una volta allontanato Michele Grillo per andare a prendere i farmaci, Barbaro e gli altri, non riuscendo a contenere le reazioni di Maria Angela Passiatore, l’hanno uccisa colpendola ripetutamente a bastonate.

Le intercettazioni del 2012

Questo cold case è stato riportato alla luce da un’inchiesta della Dda di Milano che, nel 2012, stava indagando Grillo per estorsione e traffico di stupefacenti.

Proprio nel corso di una intercettazione i carabinieri del Roni hanno ascoltato Grillo parlare del sequestro, autoaccusandosi e indicando i propri complici.
A questa conversazione e alle successive indagini si uniscono le dichiarazioni del collaboratore di giustizia Domenico Agresta, 37 anni, rampollo di due cosche di ‘ndrangheta di Platì e cresciuto tra Buccinnasco e Volpiano. Ma procediamo con ordine.

Il 22 aprile 2012 Grillo si trova a parlare in macchina con un soggetto di Locri. Michele Grillo dice di averne fatti tanti di sequestri di persona a quei tempi perché all’epoca si correvano meno pericoli anche se in realtà si guadagnava di meno perché si partiva in due a fare un rapimento e poi ci si trovava in 22. Tutta colpa della miseria.
E tra tutti i rapimenti il ricordo più brutto per Grillo risale al rapimento di una donna che aveva problemi, che prendeva medicine, tanto che lui era andato ad Africo per comprarle. La vittima era nel panico, gridava. I sequestratori si sono spaventati e l’hanno ammazzata a bastonate in testa.

Grillo si mostra ancora imbufalito per quella storiaccia nata a causa di soggetti che non sapevano come trattare le persone, che non sono capaci – dice – e si cimentano in imprese più grandi di loro.
Da allora dice di non averne voluto sapere più niente e tra lui e i Barbaro, da allora in poi, erano rimasti «malucori».

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