L'abbraccio della folla alla camera ardente per Sara Campanella, la 22enne uccisa a Messina
Misilmeri si è stretta nel dolore per l’ultimo saluto a Sara Campanella, la giovane universitaria uccisa lunedì scorso a Messina dal collega Alessandro Argentino. Silenzio e lacrime hanno accompagnato l’arrivo della salma nella sua città natale, nel palermitano, dove una folla commossa l’ha accolta in piazza.
«Un angelo, era un angelo», hanno ripetuto i familiari, mentre il feretro sostava in piazza, prima di essere portato alla camera ardente allestita nella chiesa delle Anime Sante. Il rintocco delle campane ha squarciato il silenzio, seguito da un urlo di dolore che ha riempito la piazza gremita. Molti sono giunti da Palermo e dai comuni vicini per rendere omaggio a Sara.
«Sara vive», hanno gridato in molti, accompagnando le parole con un lungo applauso. Sulla bara bianca, la foto di Sara e la scritta “No violenza”. Un lenzuolo bianco, srotolato su una palazzina della piazza, recitava: “Mi amo troppo per stare con chiunque. Sara Campanella figlia di tutti noi”.
La famiglia ha voluto raccogliersi in un momento privato di preghiera all’ingresso della chiesa, dove sono entrati anche gli scout del gruppo Misilmeri. «È un momento di dolore. Misilmeri piange», ha dichiarato Federica Badami, segretaria provinciale della Cisl di Palermo e Trapani, originaria di Misilmeri. «Il nostro paese è distrutto. C’è un silenzio assordante. Per strada la gente non ha nemmeno la forza di parlare».
« Quando lo vedi in tv, pensi che non ti possa mai capitare, ma quando succede a una comunità coesa come quella di Misilmeri, il dolore si avverte per le strade», ha aggiunto Badami. «La scuola da sola non può educare gli studenti. Serve una rete con le famiglie e con le istituzioni per educare gli uomini: se una donna dice no, è no, anche se prima ha detto dieci sì».