Migranti, un anno fa il tragico naufragio di Roccella e quel silenzio che fa ancora rumore
Nella notte tra il 16 e il 17 giugno 2024 al largo delle coste di Roccella Jonica una barca di turisti francesi nota un’altra imbarcazione quasi del tutto affondata a circa 120 miglia dalle coste calabresi. A bordo ci sono 12 migranti, gli unici sopravvissuti dei 76 partiti dalla Turchia alla volta dell’Italia.
Prima il balletto sul numero dei dispersi, poi quello sull’orario di arrivo delle salme. In mezzo scarni comunicati sui primi cadaveri recuperati inoltrati con due giorni di ritardo. Il tragico naufragio di un anno fa sulle coste calabresi verrà ricordato per l’imbarazzante silenzio istituzionale. Sin da subito per i giornalisti reperire notizie utili nel rispetto del diritto di cronaca è stata impresa complicata. Dalle parti del porto di Roccella il clima che si avverte è molto pesante. Operatori e reporter vengono percepiti come ostili. L’arrivo delle salme si è consumato con il favore delle tenebre sul molo più buio dello scalo roccellese, con i mezzi di informazione, nonostante muniti di regolare liberatoria, relegati a debita distanza di sicurezza “per ragioni di privacy”, verrebbe da dire verso chi.
Gli unici a dire qualcosa davanti a microfoni e telecamere sono stati i volontari della Croce Rossa locale (encomiabile il loro lavoro), ma anche per loro è scattato subito il bavaglio, al fine di evitare di compromettere i buoni uffici con i Ministeri competenti. L’immagine ancora fresca delle salme sul parquet del palasport di Cutro è mediaticamente troppo forte per poter essere replicata.
Da allora le numerose operazioni di soccorso sono passate nel quasi più totale anonimato da parte dei media. Le attività di salvataggio delle ultime settimane confermano l’attitudine delle autorità a nascondere informazioni. Sui soccorsi in mare è calato di nuovo il silenzio, come se fossero operazioni “a porte chiuse”, mentre si tratta di portare in salvo uomini, donne e bambini.
Così come sotto silenzio lo scorso ottobre è passata la visita del capo dipartimento immigrazione del Viminale a Roccella Jonica Laura Lega per un sopralluogo sul molo dove è allestita la tensostruttura per la prima accoglienza. Lontano dalle luci dei riflettori anche l’inaugurazione del nuovo hotspot al porto di Reggio Calabria. Il taglio del nastro si è svolto alla presenza delle autorità ma senza microfoni e telecamere ad immortalare l’evento. Una conferma, qualora ce ne fosse bisogno, della precisa volontà di procedere a fari spenti facendo passare sotto silenzio mediatico il dramma di migliaia di persone.
Per ricordare quella tragica giornata stamattina al Porto delle grazie è prevista una commemorazione promossa dalla Caritas diocesana di Locri. Dopo un momento di raccoglimento e l’accensione di alcuni lumini, previsti i saluti delle autorità, una preghiera interreligiosa e di riflessione prima di un simbolico omaggio floreale alla memoria delle vittime.