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23/06/2025 ore 21.26
Cronaca

Missili iraniani contro le basi Usa in Medio Oriente: «Operazione benedizione della vittoria»

Israele colpisce duramente la capitale. Putin condanna: «Aggressione senza giustificazioni»
di Redazione

Il giorno 626 del conflitto in Medio Oriente segna un punto di non ritorno. Dopo i raid americani sui tre siti nucleari iraniani, Teheran risponde con forza: lanciati missili balistici contro basi militari statunitensi in Qatar, Iraq, Bahrain e Kuwait. L’offensiva è stata battezzata dal regime «Benedizione della Vittoria». Gli Emirati Arabi Uniti, nel frattempo, chiudono lo spazio aereo: l’intera area del Golfo torna sull’orlo del caos.

In parallelo, l’aviazione israeliana ha colpito duramente obiettivi simbolici nella capitale iraniana. Tra questi, il carcere di Evin – luogo tristemente noto per la detenzione di dissidenti politici – e la sede centrale del Basij, una delle colonne portanti dei pasdaran. Secondo l’esercito di Tel Aviv, sarebbero stati distrutti almeno sei aeroporti e una quindicina di velivoli militari iraniani tra caccia ed elicotteri d’attacco.

Teheran ha annunciato l’abbattimento di un F-35 israeliano e la cattura del pilota, ma al momento non ci sono conferme ufficiali. I numeri delle vittime sono drammatici: la tv di Stato iraniana parla di 500 morti e oltre 3.000 feriti, mentre l’ong Human Rights Activists News Agency stima che i decessi sfiorino già quota mille.

A Mosca, il presidente russo Vladimir Putin riceve il ministro degli Esteri iraniano Abbas Araghchi e punta il dito contro l’Occidente: «Un’aggressione non provocata, senza alcun fondamento – ha detto –. L’Iran ha il diritto di difendersi». Un segnale forte che conferma l’asse Mosca-Teheran in un contesto che rischia di diventare incontrollabile.

Con le principali capitali internazionali in allerta e le diplomazie al lavoro per evitare un’escalation totale, l’intera regione resta appesa a un filo.