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19/07/2024 ore 19.00
Cronaca

Movida reggina, un Protocollo per garantire la qualità del divertimento tra i giovani e le famiglie reggine

Siglato a Palazzo del Governo il documento che mette insieme Prefettura, Comune, Ente Camerale, Confcommercio e Confesercenti, per mettere un freno alle degenerazioni che hanno segnato l’estate scora tra risse e schiamazzi
di Claudio Labate

Un Protocollo finalizzato a mettere insieme tutti i soggetti che in qualche modo sono coinvolti nella gestione della movida cittadina, e quindi tale da garantire la massima fruibilità di tutti i momenti di svago, soprattutto serali che in questo frangente si svolgono soprattutto sul lungomare, ma non solo.
«Riteniamo che questo sia un momento di aggregazione per giovani e non, importante, un momento in cui le persone si ritrovano, è un inno all’estate, per cui, come dire, il brio, la gioia, i rumori fanno parte di questo contesto», dice il Prefetto Clara Vaccaro, ammettendo che tuttavia è chiaro che poi non sempre le cose sono perfette e vanno benissimo, «quindi per rendere fruibile il diritto alla movida per tutti noi riteniamo che non bastino le azioni repressive, i controlli delle forze dell’ordine, che ci sono e ci saranno, perché poi nell’ipotesi che vengano commessi reati è giusto che vengano puniti, che ci sia un certo ordine anche per garantire la circolazione alle macchine e per chi ha un locale che lo gestisca nella piena legalità».

Insomma, si ritiene che un deciso passo in avanti per la riuscita migliore di questi eventi collettivi, possa essere rappresentato da un modo “composto” di partecipare, responsabilizzando un po’ tutti.
Queste le premesse che hanno preceduto la firma del Protocollo d’intesa per la prevenzione ed il contrasto dei comportamenti antisociali nelle zone della movida, del Prefetto di Reggio Calabria, Clara Vaccaro, del sindaco di Reggio Calabria, Giuseppe Falcomatà, del Presidente della Camera di Commercio, Antonino Tramontana, rappresentato nell’occasione da Natina Crea, del Presidente della Confcommercio, Lorenzo Labate, e del Presidente della Confesercenti, Claudio Aloisio.

Attraverso il documento viene individuata una sinergia fra tutti gli attori in campo e quindi un coinvolgimento anche della società civile, «in modo tale – ha proseguito il Prefetto – da educare sia i fruitori ma anche chi esercita l’attività in un modo corretto. Quindi ci saranno ovviamente come è previsto dal regolamento comunale degli orari da rispettare, ma anche un modo diverso di utilizzo dei bicchieri, quindi bicchieri di materiale riciclabile, una responsabilizzazione nel non lasciare abbandonati i rifiuti e questo prevederà un coinvolgimento anche degli esercenti, ma anche una correttezza nel non vendere alcolici ai minori, che è una delle abitudini che ovviamente poi porta soprattutto i più giovani a esagerare nelle loro manifestazioni, ma anche un controllo di quello che si fa. Cioè se un esercizio è abilitato alla somministrazione di bevande non si può trasformare in una discoteca, anche per contenere le emissioni sonore, altrimenti si renderebbe la vita difficile sia per chi vuol dire degli spazi, sia per chi invece a casa vuole godere del riposo».

Insomma non mancheranno i controlli, ma il fine vero è quello di «coinvolgere tutti quanti in una autogestione di queste attività per non essere soltanto attività repressive, e speriamo con questo anche di avvicinare i giovani a relazionarsi in modo diverso al bene pubblico». Per Vaccaro è un tentativo che vale la pena tentare, e per questo viene considerato un po’ di fase di sperimentazione e poi eventualmente rinforzarlo e modificarlo, se è il caso.

Falcomatà: «Restituiamo gli spazi pubblici alle famiglie»

Per il sindaco Falcomatà il Protocollo sta dentro una idea più ampia di come organizzare la vita culturale, in questo caso la movida della nostra città, ma soprattutto vuole rappresentare un nuovo approccio rispetto alle tematiche della sicurezza. Il primo cittadino ricorda i momenti poco verificati, che hanno trasformato il Lungomare in teatri di scene che nulla hanno a che vedere col divertimento sano né con la necessità e la volontà di vivere in comunità spazi pubblici all’aperto. Le risse e le aggressioni che hanno caratterizzato l’estate scorsa hanno lasciato un segno. «Non solo non potevamo rimanere indifferenti ma come ha detto il prefetto non potevamo avere un approccio squisitamente repressivo». L’idea che sta dietro il Protocollo, spiega Falcomatà, è quella di restituire la movida regina anche a un pubblico diverso, alle famiglie che oggi temono che le serate si concludano in malo modo.

«Per fare questo c’è bisogno di un approccio che responsabilizzi tutti i soggetti in causa. Un approccio quindi costruttivo nella piena consapevolezza che determinate misure che vanno anche nella sostenibilità nel rispetto e dell’ambiente, possono consentire alla nostra città di tracciare un percorso in cui la città di Reggio torni ad essere un esempio positivo». Nel ricordare che il Protocollo è stato scritto da più mani, naturalmente sotto l’impulso forte della Prefettura, e quindi del ministero Falcomatà sottolinea come il documento rappresenti anche una buona traccia per gli altri comuni della città metropolitana.

Fronte comune per una cultura della legalità

Tanto Camera di Commercio, quanto Confesercenti e Confcommercio, salutano con grande favore l’iniziativa, che in qualche maniera viene incontro anche alle richieste di sicurezza delle aziende e dei commercianti. «Noi abbiamo già sensibilizzato le aziende affinché questa avvenga – dice il presidente di Confcommercio, Labate -, e pur essendo per la nostra città un fenomeno recente, siamo ancora in tempo per intervenire affinché non assuma delle proporzioni maggiori. Per cui, per noi è fondamentale regolamentare la vita della movida, sensibilizzando le aziende affinché possano vigilare, per esempio, sulla somministrazione degli alcolici ai minorenni, una lotta che noi facciamo internamente con le aziende che aderiscono a Confcommercio attraverso l’adesione ad un codice etico, e quindi c’è una collaborazione totale per quanto riguarda questo progetto».

Per Aloisio, numero uno di Confesercenti, è apprezzabile il nuovo approccio che si vuole dare al problema: «Finalmente riusciamo a creare sinergie che possano andare a risolvere problematiche a monte e soprattutto con la collaborazione di tutte le parti in causa» ha detto, sottolineando che per ciò che riguarda la movida, la soluzione alle degenerazioni è soprattutto nell’interesse delle aziende «che sono le prime a volere una situazione di tranquillità per le loro attività». Senza dimenticare poi, l’aspetto più pedagogico della sensibilizzazione dei giovani: «Siamo assolutamente convinti di poter fare bene la nostra parte». Natina Crea per la Camera di Commercio, è convinta che oltre al fronte istituzionale impegnato nel garantire una movida tranquilla per tutti, ci sia la necessità di «portare il messaggio anche negli istituti scolastici oltre che nelle imprese, promuovendo la consapevolezza dei comportamenti a rischio, per diffondere il più possibile una cultura del benessere e della legalità».