'Ndrangheta, il calabrese Nicolò Sfara mente economica del clan Mazzaferro a Roma
di Vincenzo Imperitura – È il giovane Nicolò Sfara a gestire in modo occulto una piccola galassia di attività fittizie legate al commercio di carburanti, organizzate tra loro in modo tale da schermare profitti e pendenza Iva per un giro d’affari milionario garantito da società cartiere e “di comodo” costituite solo per movimentare finte compravendite. A sospettarlo sono i magistrati romani. È lui a fare da cardine tra la testa (a Gioiosa Marina) e il portafoglio (a Roma, sul litorale pontino e nell’hinterland milanese) del clan dei Mazzaferro. Ed è sempre lui, scrive il Gip nell’ordinanza che lunedì ne ha disposto l’arresto assieme ad altri 18 indagati, a curare i rapporti con il clan “madre” in Calabria, grazie al rapporto privilegiato con suo zio Rocco Mazzaferro considerato il “capo società” della cosca.
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