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19/11/2024 ore 22.00
Cronaca

Ponte, sicurezza e polemiche. Musolino non arretra: «Non mi pento»

Dopo le dichiarazioni rilasciate alla nostra testata una richiesta al Csm in cui si ipotizza che abbia «leso i princìpi di imparzialità e indipendenza» ma il magistrato non si è lasciato intimorire
di Elisa Barresi

Di quell’intervista rilasciata ai nostri microfoni in cui ha criticato il ddl sicurezza il pm Stefano Musolino, non si è pentito neanche un pò. Lo ha confermato nelle dichiarazioni rilasciate alla Repubblica dopo che al Csm è stata depositata una richiesta in cui si ipotizza che abbia «leso i princìpi di imparzialità e indipendenza».  Conferma la sua posizione e va avanti carico della solidarietà ricevuta che è evidente segnale di dibattito vivo e, ancora, libero.

E non gli importa delle conseguenze come provvedimenti o trasferimenti perché «Un magistrato non è un asettico applicatore delle norme. È sottoposto alla legge ma non al potere politico, e non gli è precluso il diritto di manifestare il suo pensiero». 

E il magistrato rivendica la sua posizione anche sul pacchetto sicurezza e Ponte sullo Stretto confermando che «in quell’occasione ho anzi respinto il determinismo “mafie uguale paralisi dei progetti”. Non si può dire “il ponte no perché c’è la ‘ndrangheta”, altrimenti restiamo più poveri e pazzi. E ho invece ritenuto di parlare del dissenso come sale della democrazia, di fronte al quale non serve la criminalizzazione, ma la mediazione.

È un processo, quello del dialogo e della mediazione col dissenso, in cui credo come cittadino, ed è strumento prezioso anche per un giudice. Forse non si riconosce il fatto che un magistrato possa portare un contributo intellettuale? Invece ci sono delle posture che non comprendo. Quando la presidente del Consiglio dice che la magistratura dovrebbe darle “una mano” nella gestione della crisi migranti, sta parlando di una magistratura servente rispetto agli obiettivi dell’esecutivo. Ma questo non è ciò che la Costituzione prescrive, con l’architrave del bilanciamento tra poteri. Non mi scandalizzo e non mi permetto di commentarlo, dico soltanto: allora apriamo un dibattito pubblico». E diventa caustico quando afferma che agli insulti è abituato «ma riceverli dai mafiosi, è fisiologia. Se maturano dopo posizioni istituzionali, forse è patologia».

Le iniziative di solidarietà

Non è solo Musolino. Dopo la solidarietà del  Partito della Rifondazione Comunista arriva l’iniziativa della sezione Rosa Luxemburg di Sinistra Italiana di Reggio Calabria lancia un appello «urgente a tutte le realtà politiche, civiche e associative del territorio: martedì 26 novembre, alle ore 18.00, presso la Casa del Popolo Ruggero Condò (via Pio XI n. 94/D), terremo un incontro pubblico di solidarietà al Procuratore Aggiunto Stefano Musolino, vittima di un attacco istituzionale che non può lasciarci indifferenti.

Il governo ha dichiarato guerra alla giustizia libera e indipendente. Sotto il mirino di questa destra c’è Stefano Musolino, magistrato di punta nella lotta alla ‘Ndrangheta e Segretario Nazionale di Magistratura Democratica. Un uomo che ha dedicato la sua vita a combattere il crimine organizzato e a difendere i diritti dei più deboli si trova ora minacciato da una macchina repressiva che vuole asservire la magistratura al potere politico.

Negli anni ’90, i giovani furono la forza propulsiva che scese in piazza al fianco dei magistrati per la lotta alla mafia. Oggi, tocca ancora a noi. Tocca alla nostra generazione farsi carico di questo compito storico e impedire che chi combatte il potere criminale venga delegittimato. L’iniziativa del 26 novembre nasce anche dal protagonismo giovanile della nostra sezione, che vede in questo attacco alla magistratura un attacco diretto al cuore della lotta alla ‘Ndrangheta e alla democrazia stessa.

Non è un caso isolato. Questo governo, che ammira modelli di “democrazia illiberale” come quello ungherese, vuole trasformare la magistratura in uno strumento di controllo, anziché un baluardo di legalità e giustizia. Gli attacchi a Musolino non sono altro che l’ennesimo passo verso uno Stato autoritario dove i magistrati che osano criticare il potere vengono intimiditi, isolati e messi a tacere.

Chi difenderà i cittadini dagli abusi del potere se il governo riuscirà a piegare l’indipendenza della magistratura? Stefano Musolino non è solo un simbolo della lotta contro la ‘Ndrangheta; è una voce che si leva per denunciare leggi liberticide e tentativi di imbavagliare il dissenso. Zittire lui significa zittire chiunque osi contrastare un sistema che privilegia i potenti e criminalizza chi li sfida.

Non possiamo stare a guardare. Non possiamo accettare che venga distrutto il lavoro di chi ha dedicato la propria vita a combattere la criminalità organizzata. Dobbiamo farci sentire, con la stessa forza con cui le piazze gridarono “giustizia e legalità” negli anni più bui del nostro Paese. Reggio Calabria non può accettare tutto questo in silenzio. Questa città, ferita e oppressa per decenni dalla criminalità organizzata, non può permettersi di vedere un magistrato come Musolino lasciato solo mentre combatte per la giustizia. Facciamo appello a tutte le realtà locali affinché partecipino a questa iniziativa e si uniscano a noi nella costruzione di una rete di solidarietà. Seguirà una locandina ufficiale con tutte le adesioni. Le realtà politiche e associative che vogliano aderire al presidio sono invitate ad inviare una mail a sinistraitaliana.reggiocalabria@gmail.com entro sabato 23 novembre».