Reggio e il mercato illecito delle case popolari, il pentito Minerva: «Mazzette all’Aterp e ai vigili per evitare i controlli»
di Vincenzo Imperitura – «Certamente i Labate nel loro quartiere, il Gebbione, gestiscono le assegnazioni delle case popolari. Loro dicono se si può stare o meno in un determinato immobile. Lo dico per esperienza personale». È il collaboratore di giustizia Carmine Pablo Minerva a raccontare ai magistrati della distrettuale antimafia dello Stretto come funziona il “mercato” parallelo delle case popolari in città. “Battezzato” in carcere nel 2004 e inserito nelle fila dei Serraino e poi, in seguito all’ipotesi concreta di finire ammazzato sotto «fuoco amico», accolto nelle famiglie di Cataforio, Minerva racconta agli inquirenti la sua personale esperienza rispetto all’assegnazione degli alloggi popolari. «Io avevo trovato una casa a viale Quinto – dice durante un interrogatorio spiegando come avesse preventivamente dovuto avvisare un elemento della cosca coperto da omissis – ma prima di andare all’Aterp mi sono dovuto rivolgere a… per ottenere il permesso di prenderla. Prima dell’autorizzazione dell’Aterp, ci va l’autorizzazione della ‘ndrangheta. Per ogni rione, c’è la persona di riferimento della ‘ndrangheta che va all’Aterp e cura questo tipo di rapporti. Ogni cosca gestisce le case popolari del quartiere di sua competenza criminale».
Anche Minerva ha puntato un appartamento di edilizia popolare: quello in cui vive la nonna di sua moglie, che quello stesso appartamento lo aveva occupato anni prima e su cui non ha mai pagato alcun canone. «Mia moglie voleva vendere un alloggio di edilizia popolare Aterp in viale Calabria. Era intestato alla nonna di mia moglie ma la signora non ha riscattato l’appartamento, né ha mai pagato canoni di locazione. Voleva andare via di lì e lasciare casa alla nipote». Continua a leggere su LaCnews24.it