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29/09/2025 ore 10.00
Cronaca

Reggio, il 28 settembre 1991 il sacrificio di Demetrio Quattrone e Nicola Soverino

Il ricordo del coordinamento Nazionale Docenti della disciplina dei Diritti Umani
di Redazione

«Il Coordinamento Nazionale Docenti della disciplina dei Diritti Umani ricorda oggi, 28 settembre 2025, il sacrificio di Demetrio Quattrone e Nicola Soverino – dichiara in una nota Romano Pesavento, presidente del coordinamento Nazionale Docenti della Disciplina Diritti Umani – vittime innocenti della ‘ndrangheta, assassinati 34 anni fa a Reggio Calabria.

Demetrio Quattrone, ingegnere di 42 anni, era noto per la sua integrità e il suo impegno professionale. Funzionario dell’Ispettorato del Lavoro, aveva ricevuto incarichi delicati, tra cui perizie su appalti sospetti nell’area di Gioia Tauro e sulla centrale dell’Enel. Il suo lavoro metteva in luce le infiltrazioni mafiose nel settore edilizio, attirando l’attenzione delle cosche.

Nicola Soverino, medico omeopata di 30 anni, fu ucciso insieme a lui, probabilmente per eliminare un testimone scomodo. La loro morte avvenne in un periodo segnato dalla Seconda guerra di ‘ndrangheta, conflitto che tra il 1985 e il 1991 causò circa 700 vittime.

Oggi, nonostante il trascorrere degli anni, la memoria di Demetrio e Nicola rimane viva. È dovere delle istituzioni e della società civile trasformare il ricordo in azione concreta contro la criminalità organizzata.

La scuola è l’arma più potente contro la ‘ndrangheta. Educare significa formare cittadini consapevoli, capaci di riconoscere e rifiutare la violenza, la corruzione e l’omertà. Gli insegnanti non trasmettono solo conoscenze, ma valori e strumenti di resistenza morale, creando anticorpi culturali contro ogni forma di sopraffazione e illegalità.

Il Coordinamento Nazionale Docenti della disciplina dei Diritti Umani ritiene fondamentale che ogni istituto scolastico diventi un presidio di legalità: laboratori, incontri, percorsi di memoria, testimonianze dirette e progetti educativi devono essere un muro culturale invalicabile contro la mafia.

Ricordare Demetrio e Nicola significa trasmettere ai giovani il coraggio di dire no, di denunciare, di difendere la propria dignità e i propri diritti. La scuola deve essere luogo di formazione civile, dove il rispetto della legge diventa pratica quotidiana e non semplice concetto astratto.

Non dimenticare significa agire. Onorare le vittime significa educare. Ricordare significa costruire una società libera dalla paura e dall’omertà.

Il Cnduu conferma la propria determinazione a promuovere una scuola che sappia essere presidio di legalità, laboratorio di diritti e anticorpo culturale contro la ‘ndrangheta, affinché il sacrificio di Demetrio e Nicola diventi seme di giustizia e coraggio civile», conclude Romano Pesavento, presidente del coordinamento Nazionale Docenti della Disciplina Diritti Umani