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09/02/2025 ore 22.31
Cronaca

Reggio, il comitato 10 febbraio commemora i martiri delle foibe ...fuori dall'area Griso-La Boccetta - VIDEO

La Città metropolitana fa trovare una targa nuova in memoria di Norma Cossetto ma il gesto non convince. «Nessuna parola da parte dell'Amministrazione dopo il vile danneggiamento né per questa affissione. La targa relegata in un angolo nascosto»
di Anna Foti

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Un corteo silenzioso e un tamburo che rintocca come una campana, quasi a segnare il passo lento di una memoria a lungo taciuta e negata. A marciare, al seguito di uno striscione nero con scritto “Onore ai Martiri delle Foibe” in fulgido bianco e una serie di Tricolori, sono coloro che, su invito del comitato 10 febbraio di Reggio Calabria, anche quest’anno hanno voluto ricordare. Il corteo dalla chiesa di San Giorgio al Corso si è snodato lungo il corso Garibaldi per poi salire verso l‘area sacra Griso – La Boccetta. Lì, ormai da qualche anno, insiste l’unico segno presente in città per ricordare le vittime delle Foibe, la “tormentata” targa in memoria della studentessa istriana Norma Cossetto, stata posta da qualche anno all’esterno dell’area e di recente anche oltraggiata e completamente distrutta.

Per l’occasione la Città Metropolitana di Reggio Calabria ne ha fatta trovare una nuova già affissa sul muro, in memoria della giovane e coraggiosa Norma e di tutte le vittime innocenti delle Foibe. Un gesto di commemorazione e rispetto che tuttavia non convince affatto il comitato 10 febbraio rimasto fuori dall’area sacra e costretto a celebrare il rituale del “Presente”, rigorosamente senza saluto romano anche in questa ricorrenza, la commemorazione dei martiri delle foibe in uno spazio assai ristretto.

Il permesso negato

«Abbiamo chiesto regolarmente il permesso ma anche quest’anno non ci è stata accordata la possibilità di entrare nell’area sacra Griso -La Boccetta, come invece accadeva prima. Neppure l’accortezza di fare spostare le macchine. Una decisione e una indifferenza – ha sottolineato Antonino Marcianò, responsabile del comitato 10 febbraio di Reggio Calabria – che mettiamo in linea con la scelta di spostare la targa in memoria di Norma Cossetto fuori dalla stessa area, praticamente in un sottoscala. Targa per altro vilmente distrutta da ignoti che hanno vergognosamente offeso la memoria della giovane donna. Non abbiamo sentito dall’Amministrazione comunale una parola in merito come non abbiamo assistito ad alcuna cerimonia o ascoltato alcun messaggio istituzionale che accompagnasse questa targa nuova che, invece, rimane in un posto nascosto e non sorvegliato.

Percepiamo con chiarezza la volontà di fare scivolare tutto nel dimenticatoio, di tenere tutto sotto traccia. Noi continueremo, invece, a esserci e a ricordare come facciamo ormai da 20 anni, coinvolgendo le tante persone che non intendono ignorare il dramma delle foibe né girarsi dall’altra parte. Abbiamo per questo deposto un mazzo di rose sulla targa. Colgo l’occasione per ricordare l’ultima testimone di cui eravamo a conoscenza nel reggino, Lidia Muggia, scomparsa qualche mese fa. Non dimentichiamo – ha concluso Antonino Marcianò – la sua testimonianza di esule istriana che aveva vissuto a Reggio per oltre 50 anni, il suo esempio di umiltà, discrezione e di forza d’animo».

Il ricordo che non tace

Il comitato 10 febbraio di Reggio Calabria torna a commemorare, in vista del Giorno del Ricordo, le vittime delle foibe e questa tragedia tutta italiana che si consumò tra il 1943 e il 1945 quando migliaia di italiani furono perseguitati, torturati e uccisi, gettati nelle foibe, o costretti all’esodo solo perchè italiane. 

«Occorre ancora oggi riflettere sull’odio che circonda questa pagina di storia. Pensiamo a quanto accaduto a Basovizza dove la foiba è stato vandalizzata come anche la targa di Norma Cossetto – ha ribadito Nicola Malaspina del Centro studi Tradizione Partecipazione di Reggio Calabria – e al trattamento riservato alla stessa, unico segno di memoria delle vittime delle foibe esistente a Reggio. Fu apposto nel 2005 dal presidente dell’associazione Reggionamenti, Augusto Borbotti. Adesso la targa è relegata in un angolo, fuori dall’area sacra dove fino a qualche anno fa abbiamo sempre commemorato i martiri delle Foibe. Non comprendiamo che fastidio potesse scaturire.

Noi comunque continuiamo a ricordare anche e soprattutto in questo frangente. Non solo il giorno del Ricordo, il 10 febbraio, ma anche la morte violenta dell’ultimo ragazzo degli anni di piombo, Paolo Tinella, ucciso a fucilate mentre attaccava dei manifesti per far mantenere una villa pubblica a Roma. Era il 9 febbraio del 1983 e lui era un giovane militante del Fronte della gioventù, l’organizzazione giovanile del Movimento sociale Italiano. Una morte che destò stupore al punto che persino Sandro Pertini, a tutti noto per essere stato il presidente partigiano, si recò in ospedale a trovarlo quando però ormai Paolo era già morto», ha concluso Nicola Malaspina del Centro studi Tradizione Partecipazione di Reggio Calabria.