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16/09/2024 ore 13.55
Cronaca

Rilascio titoli di studio illegali, la guardia di finanza di Bari svela un'organizzazione con articolazioni anche in Calabria

In corso di esecuzione ordinanze di custodia cautelare per 9 soggetti, accusati di associazione a delinquere, truffa aggravata, falso e corruzione a autoriciclaggio, e sequestro di beni del valore di oltre 10 milioni di euro
di Redazione

Dalle prime luci dell’alba, i finanzieri del Comando Provinciale di Bari e BAT stanno dando esecuzione a
un’ordinanza applicativa di misure cautelari personali in carcere nei confronti di 9 persone, emessa dal G.I.P. del Tribunale di Trani, su richiesta della Procura della Repubblica alla stessa sede.
I destinatari del provvedimento cautelare sono indagati, unitamente ad altri 30 soggetti (accertamento compiuto nella fase delle indagini preliminari che necessita della successiva verifica processuale nel contraddittorio con la difesa), a vario titolo e in concorso tra di loro, per i reati di associazione per delinquere, truffa aggravata, falso materiale, corruzione e autoriciclaggio.
L’odierna operazione costituisce l’epilogo di un’articolata attività di indagine, delegata al Nucleo di Polizia
Economico-Finanziaria di Bari e alla Compagnia di Trani, che ha consentito di disvelare l’esistenza di
un’organizzazione dedita al rilascio di titoli di studio e professionali falsi e/o comunque non aventi valore legale nel territorio nazionale, emessi da sedicenti enti universitari, nonché da istituti scolastici di istruzione superiore paritari e scuole professionali dislocate in varie Regioni (Lazio, Lombardia, Calabria e Sicilia).
Il modus operandi avrebbe previsto la costituzione di società di capitali all’estero (Cipro, Regno Unito e America Latina) solo in apparenza abilitate al rilascio di titoli di studio “riconosciuti” anche in Italia; le attività investigative, di contro, hanno consentito di accertare l’inesistenza delle predette entità giuridiche.
In particolare, la pluralità di truffe sarebbe stata realizzata da più strutture associative, tra loro connesse, che avrebbero:

Nel dettaglio, i principali indagati avrebbero creato un polo universitario con base operativa a Trani, che si sarebbe avvalso di una “rete” composta da oltre 55 point dislocati su tutto il territorio nazionale, utilizzata per reclutare innumerevoli discenti, aspiranti insegnanti ovvero laureati e diplomati che avrebbero corrisposto, cadauno, circa 8.000 euro per conseguire un titolo per accedere a concorsi pubblici e/o instaurare rapporti di lavoro soprattutto nel settore dell’istruzione (quali insegnanti di sostegno), conseguendo così un profitto illecito milionario.
Le lezioni si sarebbero svolte tramite una piattaforma web appositamente creata, su cui era caricato anche il relativo materiale didattico, di dubbia validità e veridicità, e al termine dei vari corsi sarebbero stati distribuiti i plichi contenenti le pergamene, artatamente create dall’organizzazione, attestanti il conseguimento del titolo; in alcuni casi la consegna è avvenuta nel corso di eventi appositamente organizzati presso un hotel di Roma.
Nel corso delle investigazioni è stato altresì rilevato l’inoltro via pec al Ministero dell’Università e della Ricerca (MUR) di centinaia di richieste di riconoscimento dei titoli universitari, prive di qualsiasi documentazione a supporto, strumentali esclusivamente all’ottenimento di una ricevuta di protocollo – generata in automatico dal sistema informatico del dicastero – da utilizzare illecitamente per ottenere un temporaneo incarico di insegnamento.
A seguito di contrasti sorti a causa della spartizione dei profitti illeciti, il gruppo criminale si sarebbe
successivamente diviso in tre distinte compagini:

Fondamentali, ai fini dell’accertamento delle condotte truffaldine, sono risultati i riscontri operativi acquisiti attraverso:

Gli ingenti proventi illeciti conseguiti, oggetto dell’odierno provvedimento di sequestro, quantificati
complessivamente in circa 10 milioni di euro,
sarebbero poi stati reinvestiti nell’attività criminosa, nell’acquisto di beni mobili (tra cui un’autovettura di lusso del tipo Maserati) ed immobili (opportunamente “schermati” dall’intestazione a persone giuridiche).
Parallelamente, ai sensi dell’art. 321, co. 1 c.p.p., sono state sottoposte a sequestro impeditivo le quote sociali di 8 imprese, con la conseguente nomina di un amministratore giudiziario, e sono in corso di esecuzione decine di perquisizioni personali e locali in tutta Italia.
Le società coinvolte sono state, altresì, segnalate per i profili di responsabilità amministrativa dipendente da reato.
La presente indagine costituisce una rilevante testimonianza del costante presidio esercitato dalla Procura della Repubblica di Trani – in sinergia con la Guardia di Finanza di Bari e Barletta – a contrasto dei reati contro il patrimonio e la fede pubblica nonché a tutela della legalità e del buon andamento della Pubblica Amministrazione.
Si rappresenta, infine, che il procedimento penale pende nella fase delle indagini preliminari e le persone sottoposte alle indagini non possono essere considerate colpevoli fino alla pronuncia di una sentenza di condanna definitiva.
La diffusione del presente comunicato stampa è stata autorizzata dalla Procura della Repubblica di Trani in ottemperanza alle disposizioni del Decreto Legislativo n. 188/2021, ritenendo sussistente l’interesse pubblico all’informazione.

Parallelamente, ai sensi dell’art. 321, co. 1 c.p.p., sono state sottoposte a sequestro impeditivo le quote sociali di 8 imprese, con la conseguente nomina di un amministratore giudiziario, e sono in corso di esecuzione decine di perquisizioni personali e locali in tutta Italia.
Le società coinvolte sono state, altresì, segnalate per i profili di responsabilità amministrativa dipendente da reato. La presente indagine costituisce una rilevante testimonianza del costante presidio esercitato dalla Procura della Repubblica di Trani – in sinergia con la Guardia di Finanza di Bari e Barletta – a contrasto dei reati contro il patrimonio e la fede pubblica nonché a tutela della legalità e del buon andamento della Pubblica Amministrazione.
Si rappresenta, infine, che il procedimento penale pende nella fase delle indagini preliminari e le persone sottoposte alle indagini non possono essere considerate colpevoli fino alla pronuncia di una sentenza di condanna definitiva.
La diffusione del presente comunicato stampa è stata autorizzata dalla Procura della Repubblica di Trani in ottemperanza alle disposizioni del Decreto Legislativo n. 188/2021, ritenendo sussistente l’interesse pubblico all’informazione.