"Sistema - Assenzio", Giuseppe Crocè assolto in Appello: «Il fatto non sussiste»
Con decisione del 19 novembre 2024, la Prima Sezione Penale della Corte di Appello di Reggio Calabria ha assolto tutti gli imputati dalla condanna riportata in primo grado nel processo denominato “Sistema-Assenzio”.
In particolare, l’imprenditore Giuseppe Crocè, difeso dagli avvocati Francesco Albanese e Maurizio Punturieri, è stato assolto con la formula «perché il fatto non sussiste» dal reato di concorso esterno in associazione mafiosa.
La vicenda giudiziaria aveva avuto inizio nel 2012, quando Crocè, insieme ad altri, era stato sottoposto a misura custodiale. Negli anni successivi, basandosi sui fatti accertati nella sentenza di primo grado, le società di Crocè erano state confiscate, nonostante un annullamento della misura da parte della Corte di Cassazione.
Giuseppe Crocè, noto imprenditore a Reggio Calabria e provincia, era titolare, insieme ai figli, di numerosi supermercati affiliati a un marchio celebre nella grande distribuzione, oltre che di altri store. I beni, oggetto di confisca, erano stati completamente smembrati e di fatto annullati.
Oggi, con l’accertamento dell’insussistenza delle accuse, si chiude un capitolo doloroso per Crocè e i suoi familiari. La vicenda, che aveva portato a misure personali e patrimoniali, invita a riflettere sul ruolo di ricostruzioni d’accusa lacunose, amplificate da un clima mediatico dell’epoca particolarmente sfavorevole.