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22/07/2025 ore 23.30
Cultura

La Teologia è Sapienza, a Reggio monsignor Staglianò: «Ripensare il pensiero per esercitare una "ragione credente"» - VIDEO

Il vescovo calabrese, dal 2022 presidente della Pontificia Accademia di Teologia e ideatore della pop - theology, presenta al circolo Polimeni il suo ultimo libro, in occasione dei caffè letterari del Rhegium Julii
di Anna Foti

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“Ripensando il pensiero”, la teologia ripensa sé stessa e riporta al centro la Fede come vero sapere, come sapienza pregna dell’umano essere. Un sapere che, alla luce di Cristo, abbraccia il mondo e la vita e la dimensione divina di ogni essere umano. Teologia e sapienza sono, dunque, inscindibili come complementari, e non contrapposti, sono la ragione e la Fede, l’atto di sapere e quello di credere.

Ospite dei caffè letterari del circolo culturale Rhegium Julii al circolo del Tennis Polimeni di Reggio Calabria, monsignor Antonio Staglianò, vescovo calabrese, presidente della Pontifica accademia di Teologia, con fervore ha richiamato la necessità della teologia sapienziale in questo tempo, che papa Francesco definiva come un vero e proprio cambiamento d’epoca. Lo ha fatto con numerosi rimandi anche alla pop-theology, una via di evangelizzazione rivolta ai giovani e intesa come carità intellettuale al servizio della gioia del Vangelo. Ecco il suo modo di comunicare, utilizzando i tesi delle canzoni più note alla Generazione Zeta, introdotto durante gli anni di servizio a Noto di cui oggi è vescovo emerito.

Dopo i saluti del consigliere del direttivo del circolo Polimeni, Marco Schirripa, e del presidente del circolo Reghium Julii, Giuseppe Bova, hanno dialogato con monsignor Antonio Staglianò, prendendo spunto dal suo ultimo libro “Ripensare il pensiero” (Feltrinelli 2023), monsignor Fortunato Morrone, presidente della conferenza episcopale Calabra e arcivescovo di Reggio-Bova, don Valerio Chiovaro, sacerdote Fidei domum in Gerusalemme, e il socio del Rhegium Julii Vincenzo Filardo.

«Siamo stati onorati di aver ospitato per la prima volta un alto prelato nei nostri caffè letterari. Chiesa deve restare un punto di riferimento importante, non solo per la spiritualità, ma anche per lo scacchiere del mondo», ha dichiarato il presidente del circolo Reghium Julii, Giuseppe Bova.

L’emozione che dà slancio al pensiero

«Ripensare il pensiero è un’azione ci porta di nuovo alla teologia sapienziale, dunque a una ragione criticamente impegnata anche dentro questo oceano di emozioni e sentimenti che non sono relegabili fuori dallo spazio dell’esercizio critico della ragione stessa. Il pensiero autentico è sempre fondato su una grande emozione, quindi l’emozione non è contraria al pensiero semmai l’emozione dà slancio al pensiero e all’immaginazione, dà impulso alla gioia.

Noi dobbiamo recuperare questo mondo umano per evitare che il pensiero si autocomprenda come un esercizio sintattico di collegamento significativo di parole, di concetti frutto dell’intelligenza artificiale, quindi di un sistema di computazione, di simulazione che in realtà non ha alcuna sapienza del logos. Se il pensiero è un meccanismo, noi ci perdiamo sostanzialmente l’umanità del pensiero».

La Fede che dà impulso alla Ragione

«Questo libro “Ripensare il pensiero” si impegna attraverso lettere rivolte a Papa Francesco, Benedetto XVI, a Carmelo Ottaviano, a Emanuele Severino, a Blaise Pascal, ad Antonio Rosmini e a San Tommaso d’Aquino, si impegna a riflettere sul rapporto Fede-Ragione non solo per dire che la fede non si oppone alla ragione, che la ragione nemmeno si oppone alla fede e che la fede e la ragione stanno insieme in armonia. Esso si impegna a pensare perché stanno in armonia. Per stare in armonia, fede e ragione occorre non solo che la fede abbia in sé una ragione, e quindi un’apertura razionale alla ragione, ma che anche che la ragione di tutti abbia in sé un’apertura credente.

Quindi lavoro sul mostrare, anche attraverso esempi derivati dalla filosofia, dall’astrofisica e dalla meccanica quantistica, come il modello di interazione tra materia e spirito della meccanica quantistica fa ben sperare nel futuro. Il nostro pensiero, ripensato rispetto alle sue premesse illuministe, riesce a dare spazio dentro di sé anche alle cosiddette ragioni del cuore, a un cuore capace di amare e quindi a una persona capace di credere. La fede non solo non ostacola l’esercizio intelligente della ragione ma gli dà impulso ad andare avanti sempre di più, a ricercare sempre di più, a non fermarsi mai. È stato Kant a porre limiti alla ragione, a farle un danno a snaturarla. Per la fede cristiana la ragione non ha limiti è illimitata».

Quale logos per riscattarci?

Monsignor Antonio Staglianò pone delle domande che interrogano profondamente la nostra attualità pervasa da social e intelligenza artificiale.

«Quale logos sarà così sapiente da riscattarci, da liberarci dalla nuova caverna platonica in cui ci stanno costringendo, col futuro meta verso di Zuckerberg?

Che cosa è la teologia, non relegabile al concetto di discorso su Dio? Che cosa è il sapere? Non vi accontentate. Dopo il meta verso illuminista siamo giunti a un unico sapere comunicato dall’intelligenza artificiale. Un pensiero che non è intelligente, non è generativo, non è creativo. È uno strumento potentissimo, capace di simulazioni di calcolo impossibili all’uomo. Ma è solo l’intelligenza umana a essere veramente intelligente».

Solo quella umana è intelligenza ed è infinita

«L’intelligenza artificiale è superficiale, lavora sul sintattico ma non capisce nulla del semantico. Il sintattico è mettere insieme in maniera significativa parole e concetti. L’algoritmo ha questa straordinaria e velocissima capacità di elaborazione di miliardi, di miliardi di dati che comunque essendo miliardi di miliardi di miliardi sembrano infiniti ma in realtà sono un numero finito. Infinito invece è solo dato dall’apertura della mente umana che ha creato l’intelligenza artificiale come uno strumento esocorporeo, perché la sua propria. Intelligenza umana potesse espandersi.

L’intelligenza artificiale è qualcosa di straordinariamente bello e positivo ma deve e può restare sempre uno strumento, non potrà mai avere una ragione di fine, non potrà mai giungere alla cosiddetta autoconsapevolezza, autocoscienza proprio perché è una realtà finita. Perché ci sia una coscienza, ci vuole un’apertura infinita e questa è una dotazione soltanto dell’essere umano».

Dov’è Dio dove c’è la guerra?

Una serata di profonda riflessione che passa al setaccio della Fede anche la tragica attualità.

«Dio è con tutti quelli che soffrono e che muoiono. È dentro i corpi dilaniati dei bambini e da lì potentemente dice agli esseri umani: “Vedete come vi siete ridotti. Guardate che voi non siete così, perché voi siete stati creati a immagini e somiglianza di Dio e Dio è solo è sempre amore che impegna nell’amore a donare la vita e non a toglierla attraverso l’abuso e violenza“. Dio è dove è sempre stato, dove c’è amore e chiede di essere, di restare sempre là. Se gli esseri umani invece di farsi le guerre, si amassero tra di loro, allora Dio verrebbe visto ancora nel suo vero corpo, come accadde ai tempi di Gesù che camminava per le strade della Palestina.

Dio centra con il dolore dell’uomo solo in una direzione quella della Croce, del suo sacrifico in nome dell’Amore. È vicino alla sofferenza di tutti gli esseri umani ma mai è lui la causa. Se venisse Gesù adesso qui lo direbbe meglio di me. Toglietevi dalla testa che Dio abbia mai utilizzato un essere umano o eserciti per fare del male a qualcuno. Toglietevi dalla testa che Dio abbia mai punito qualcuno. Perché punire non è da Dio. Lo sapete o non lo sapete? Non esistono i castighi di Dio. Esiste Dio con il suo amore e il suo unico comandamento: «”Amatevi gli uni gli altri come io ho amato voi”».

La Pace nel Cristianesimo

«Noi non possiamo accettare una pace quando la gente è calpestata nella sua dignità, quando i potenti di questo mondo distruggono e poi dichiarano di voler farfe la pace. Tutto questo è contro l’umanità. La Fede ci aiuta a pensare l’umano ma in Cristo che per noi è la parola decisiva, una parola che svela noi stessi, la nostra profonda identità, dunque la nostra capacità di amare, di vivere un dialogo nel rispetto dell’altro. La pace è il tema fondamentale anche del cristianesimo.

Gesù si è presentato come il signore della Pace dicendo: “Vi do la mia pace”. Il Dio di Gesù si interessa del nostro umano, della nostra vita, del nostro futuro, della nostra esistenza quotidiana. Siamo grati a monsignor Staglianò per questo momento di grande riflessione», ha sottolineato monsignor Fortunato Morrone, presidente della conferenza episcopale Calabra e arcivescovo di Reggio-Bova.

Uomo del sud e pietà popolare

Ha studiato a Milano ma resta un uomo del Sud, monsignor Antonio Staglianò che a Reggio Calabria, ieri sera, ha voluto ricordare un uomo reggino illustre che ha segnato profondamente anche il suo cammino.

«Arcivescovo di Crotone per 24 anni, fu monsignor Giuseppe Agostino a mandarmi a studiare a Milano. Mi disse: “Io per te o un progetto, Nord-Sud. Io non capivo che cos’è intendesse ma lui continuava a insistere affermando che “questa Italia si deve culturalmente integrare”. Credo che abbia visto profeticamente bene. Spero di poter pubblicare presto un libro su di lui anche con l’avallo del qui presente, presidente della conferenza episcopale regionale. monsignor Fortunato Morrone».

La pietà popolare e le cianfrusaglie pagane

«Egli era fine cultore della pietà popolare. La pietà popolare è qualcosa di straordinariamente mistico. Il linguaggio popolare della pietà è il linguaggio della ragione collegata direttamente alle fibre più profonde del cuore, dell’emozione e dei sentimenti. La pietà popolare è fondata sulle opere di Misericordia. Dai da mangiare all’affamato, dai da bere all’assetato, vesti l’uomo nudo, e vai a trovare il disperato, accogli il migrante, sii ospitale, diventa il buon samaritano. Se la pietà popolare non esprime questo linguaggio è solo una cianfrusaglia pagana».

“Metti in circolo il Suo amore”

La teologia, dunque, come un cristallo caleidoscopico della sapienza in cui si intrecciano filosofia, letteratura, meccanica quantistica, astrofisica, scienza e musica. Forbita e appassionante la dissertazione di monsignor Antonio Staglianò, volta a sottolineare il Cristocentrismo obiettivo quale «dato evangelico straordinario da riscoprire». Un incontro conclusosi con l’interpretazione, in versione acustica, della celebre canzone di Ligabue “Metti in circolo il tuo amore”, declinata per l’occasione in “Metti in circolo il Suo amore e la Sua bellezza splenderà, più del Sole è la Verità”.