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08/11/2025 ore 06.30
Cultura

L’Umanità e l’urgenza di Etica, Cura e Pace: a Reggio riflessioni e storie con i Premi Rhegium 2025

Al teatro Cilea la cerimonia della manifestazione che da sempre favorisce anche l’incontro tra le personalità del mondo della cultura e i giovani. Quest’anno decine di gruppi nati all’interno delle scuole

di Anna Foti

«Per fare la pace occorre essere pace. E per essere pace, essenziale è il lavoro interiore attraverso i respiri, i momenti di meditazione e di raccoglimento, i libri. Ho scoperto il vostro bellissimo lungomare e mi sono svegliato presto per percorrerlo, per respirare in mezzo a questi alberi meravigliosi. Questi sono i nutrimenti del nostro cuore, le emozioni positive, le relazioni buone, la bontà della vita ordinaria. Cose semplici perchè "Simplex sigillum veri", semplice è il sigillo del vero».

Ogni sua parola è un punto luce che apre spiragli, spalanca varchi nell'oscurità di questo tempo inquieto, incerto, cupo. Al teatro Francesco Cilea di Reggio Calabria, Vito Mancuso, il teologo e filosofo, reduce dalla lectio magistralis nella gremita aula Ludovico Quaroni dell'università Mediterranea, è stato insignito del premio internazionale Città dello Stretto Giuseppe Casile, nell’ambito della 57^ edizione dei Premi del Rhegium Julii, per il suo saggio “Destinazione Speranza”.

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La prigionia della guerra e la Libertà della Pace

«È sempre stato difficile vivere da essere umani. Platone parla del mondo come di una caverna in cui gli uomini vivono come prigionieri. La storia è funestata da guerra e da conflitti. L'Occidente sente di avere vergogna del proprio passato. Sapiens sente di avere vergogna del proprio passato e, nonostante ciò, esiste il bene, esiste la speranza. I totalitarismi rendono gli esseri umani prigionieri. Secondo la grande filosofa tedesca, ebrea americana, Hannah Arendt, noi che abbiamo i regimi totalitari possiamo testimoniare quanto la loro prima preoccupazione sia eliminare qualunque possibilità di solitudine. Una solitudine che non è isolamento ma il raccoglimento in cui pensi e capisci quale sia la sorgente delle tue parole. Ecco da dove viene la pace, dalla capacità di restare soli con l'eterno, di generare bene e speranza», ha sottolineato ancora il teologo e filosofo Vito Mancuso.

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La consegna di questo premio ha concluso la cerimonia della 57 ^ edizione dei premi Rhegium Julii. Una cerimonia, condotta dalla giornalista e poetessa Ilda Tripodi e apertasi con la proiezione del video diretto da Orsola Toscano. I saluti introduttivi sono stati quelli del sindaco metropolitano Giuseppe Falcomatà che ha sottolineato «il grande valore di questa manifestazione, che inorgoglisce la città intera, e del Rhegium Julii, punto di riferimento nella sua storia personale e familiare» di figlio del compianto sindaco Italo, grande amico e convinto sostenitore del circolo, oggi fondazione, Rhegium Julii.

Reggio si prepara alla 57° edizione dei Premi Rhegium Julii: riconoscimento in memoria di “Giuseppe Casile” al teologo Vito Mancuso

Il presidente della fondazione Rhegium Julii, Giuseppe Bova ha poi richiamato la responsabilità chiara e indifferibile alla quale è chiamata oggi la cultura. «Non possiamo esimerci dal mettere al centro della nostra riflessione l'urgenza di pace e di dialogo tra i popoli. La cultura deve concorrere alla cura dell'umanità che non può che consistere nel rispetto gli uni degli altri.

Abbiamo vissuto un'altra edizione del premio davvero straordinaria. Significativo, ha sottolineato il presidente Bova – il rapporto che stiamo consolidando con l'Università e la partecipazione dei giovani agli incontri nelle scuole, dove sono nati decine di gruppi che daranno continuità al nostro operato. Inoltre quest'anno la giuria, brillantemente presieduta fino allo scorso anno da Corrado Calabrò, si avvale di una nuova guida di altrettanto spessore con Roberto Napoletano, giornalista e scrittore, direttore de Il Mattino».

«Questo premio assume un valore pregnante se consideriamo la posizione assolutamente centrale che assumono il meridione d'Italia e il Mediterraneo nel contesto geopolitico internazionale. Una sfida che la cultura e i giovani, direttrici principali di questo premio, devono abbracciare convintamente», ha sottolineato Roberto Napoletano, presidente della giuria del premio Rhegium Julii.

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L’Etica in questi tempi inquieti

Il tema della pace si è intrecciato intimamente con quello dell'etica, frutto della libertà, dunque di una scelta, di quella scelta che ci rende tutti responsabili.«Oggi c'è un'urgenza che è quella dell'Etica. L'umanità ha sempre avuto bisogno di distinguere il bene dal male e di praticare il bene per poter vivere bene, ma adesso con la paura che diventa un'ansia persistente, l'esercizio dell'etica è decisivo per poter stare bene per non diventare cattivi per non incattivirci e diventare prigionieri e aggressivi.

Non può esserci etica senza libertà di scelta e la pace è il frutto più bello dell'etica. Dopo avere conosciuto e agito, siamo chiamati a scegliere cosa fare noi rispetto a quanto determinatosi. Allora entrano in gioco la spiritualità e la speranza. C'è bisogno di armonia tra queste tre dimensioni. Io tento di servire questa armonia tramite il mio pensiero», ha sottolineato ancora Vito Mancuso.

Dunque l'etica, la filosofia e la teologia e anche la storia antica, scritta in Calabria non solo dai Greci ma anche da "altri" popoli, e quella contemporanea vista, in Sicilia, con gli occhi di tre generazioni di donne alla ricerca delle loro radici all'ombra di un arancio amaro. Una sanità sempre più un privilegio e sempre meno un diritto, e l’appello alla responsabilità di chi vota e di chi è eletto, e una poesia foriera di interrogativi e che esplora l'uomo conteso tra le forze della natura, quelle della mente e quelle del cuore.

I premi Rhegium Julii si confermano un caleidoscopico scrigno di saperi e sguardi aperti sul mondo, in questo e in ogni tempo.

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I premiati

Ecco gli altri premi e gli altri premiati avvicendatisi sul palcoscenico, il premio “Corrado Alvaro” per la narrativa all’opera prima di Milena Palminteri con il romanzo “Come l’arancio amaro” (Bompiani), Il premio “Leonida Repaci” per la saggistica a Simona Ravizza che con Milena Gabanelli ha scritto il volume “Codice rosso. Come la sanità pubblica è diventata un affare privato” (Fuoriscena); il premio “Lorenzo Calogero” per la poesia a Giancarlo Pontiggia con il volume ”La materia del contendere" (Garzanti); il premio “Gaetano Cingari” per gli Studi meridionalistici a Fabrizio Mollo con il volume “Gli altri. Le popolazioni non greche della Calabria antica IX-III secolo a.c.” (Rubbettino).

Una cerimonia impreziosita dalle soavi incursioni musicali targate Sax in love con Benedetta Marciano, Gino Mattiani, Mimì De Leo, Fabio Moragas.