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27/07/2023 ore 00.30
Cultura

Piazza Castello a Reggio, Donato Carrisi presenta “La casa delle luci”

Ospite del programma di autori della libreria Ave Ubik, l'autore di thriller bestseller sul palco con Cristina Marra
di Gabriella Lax

Il pomeriggio di lunedì è stato uno dei più afosi di quest’estate reggina. Ma il caldo non ha impedito ai lettori di incontrare Donato Carrisi. L’autore di thriller bestseller è stato ospite del programma di autori della libreria Ave Ubik di Fabio Saraceno, sul palco di piazza Castello a Reggio Calabria insieme a Cristina Marra per presentare “La casa delle luci” (edito da Longanesi).

Un successo internazionale quello dello scrittore pugliese partito nel 2009 da “Il suggeritore” e suggellato fino alla 14esima pubblicazione. Tre i filoni coi diversi protagonisti delle sue opere, tre i film tratti dai suoi romanzi e diretti da Carrisi. Un David di Donatello conquistato come regista esordiente

La casa metafora

La casa intesa come metafora della mente umana? «La casa è in teoria il luogo più sicuro ma in realtà, studiando criminologia, risulta essere il luogo più pericoloso. La casa simboleggia anche la mente umana. Abitiamo la nostra mente, ma a volte non siamo soli nella nostra mente. Può essere un pensiero che si annida negli anni e che diventa ingombrante preponderante. L’ospite della mente di Eva, nella casa delle luci, è un bambino immaginario. Presenza minacciosa e pericolosa».

La paura

E poi qualcosa sull’ingrediente essenziale dei thriller: «La paura è una cosa sana che ci appartiene sin da piccoli – afferma Carrisi – Ci batte il cuore per la paura e per l’amore. Si piange per paura e si viene consolati dall’amore materno. La paura è un sentimento nobilissimo che molto spesso viene degradato. La paura è spesso collegata a qualcosa di spiacevole. Senza la paura non conosceremmo il mondo».

I labirinti

Un modus ipnotico di far entrare i lettori e catturarli nelle storie: «Io costruisco le storie a strati su vari livelli. Alla fine sono tutti labirinti. Voi decidete di entrare in quel labirinto. I romanzi non devono finire nell’ultima pagina. I personaggi devono continuare a seguirti dopo l’ultima pagina. È importante che rimanga una discussione aperta con il libro o con il film. I personaggi ve li portate a casa, ci convivete. Nei miei film, tratti da miei romanzi, in alcune scene, è presente la copia del romanzo fisico da cui è tratto il film. E come se i protagonisti potessero leggere il libro per sapere come andrà a finire». Carrisi si rifiuta di fare serie tv: «Andare in una sala cinematografia rende effetto magico. Noi siamo un paese di cinema non di serie».

L’autore, a fine serata, prima del firmacopie, ha anche risposto alle argute domande poste dai lettori, profonde e centrate, che mostrano davvero quanto sia appassionato il pubblico che lo segue.