Polistena, applausi per Ettore Giuradei: «Con la Calabria un rapporto speciale»
Ha da poco pubblicato il videoclip “Below Sea Level” estratto dal nuovo album “Nevrotica/Politica”, uscito il 23 maggio scorso per FreecomHub. Sabato scorso all’LSS Theater di Polistena per l’unica data calabrese del club tour, Ettore Giuradei si è esibito per i tanti fans della Regione con la quale ha, da sempre, creato un legame speciale. Accompagnato da Giacomo Papetti al bass IV, Fidel Fogaroli al synth, piano rhodes e mellotron, Filippo Sala alla batteria e Vincenzo Albini al violino, la stessa band con cui il cantautore ha registrato l’album, con la produzione artistica di Marco Parente, ha regalato a Polistena una serata di buona musica, allegria condita sempre da un immancabile pizzico di malinconia. Ed è stata una performance caratterizzata da un marchio autoriale più maturo, quella del cantautore bresciano nella tappa di Polistena, che ha valorizzato i brani del nuovo disco, ma anche il repertorio più datato, arricchito da una veste musicale più curata e stilisticamente innovatova. Pezzi come Strega, Culo sulla lavatrice e La Repubblica del Sole si sono ammantati di nuova vita artistica, grazie all’accompagnamento di un ensemble di professionisti di alto livello.
«Sicuramente è il primo disco senza canzoni d’amore – ha spiegato l’artista – molto esistenziale, a livello di contenuti credo apocalittico come risultato di una personale indagine del quotidiano. Sicuramente bello “schizzato”, nevrotico appunto e di conseguenza si politico. C’è dentro tanta voglia di indagare aspetti profondi di noi stessi, aspetti sempre misteriosi e indecifrabili. Ci sono tanti riferimenti letterari, poetici, filosofici, cinematografici: dal docufilm di Gianfranco Rosi “Below sea level” alla poesia “L’anello di Policrate” di Fredrich Schiller, Giorgio Agamben, Aldo Masullo, Flavio De Bernardinis, Goffredo Fofi. Queste sono le ispirazioni dei testi, per quanto riguarda la musica ho cercato di creare un ensemble che riuscisse ad unire musicisti con gusti e mondi sonori abbastanza differenti e molto caratterizzati, quasi tutti solisti ma in grado di creare un’orchestrazione senza bisogno di direzione. Giacomo Papetti e Filippo Sala più jazzisti, recentemente segnalati come due dei migliori musicisti italiani del 2023, Vincenzo Albini, violinista che arriva dal mondo del tango, Fidel Fogaroli pianista affezionato a suoni vintage e a qualsiasi tipo di strumento a tasti purché analogico e “reale”».
«Se moriremo trapper autotunati? Che ci piaccia o no la moda è quella – ha sottolineato – Io rimango affezionato alla band, all’idea di suonare insieme, con e per il pubblico, per tenere vivo il rito ancestrale del teatro, del coro, del concerto, di persone che si trovano in un luogo a condividere canti e musiche e magari anche a danzare. E’ difficile, molto difficile tenere in piedi un progetto come il mio, soprattutto se vuoi rimanere fedele a quello che è il lavoro fatto sul disco: in studio eravamo in 5, abbiamo suonato tutti, in tutti i pezzi e, secondo me, anche in tour dobbiamo essere in 5. Ma è tutto veramente insostenibile ogni data una lotta. Sto girando parecchio da solo, finalmente ho un concerto di cui vado fiero ma suonare insieme è un’altra cosa. Girare insieme è un’altra cosa. Non voglio immaginare di dover sacrificare qualche musicista ma in questo momento la vedo l’unica strada per sopravvivere».
A margine del concerto Giuradei ha anche svelato il suo rapporto speciale con la Calabria. «Amo la provincia di Reggio Calabria – ha evidenziato – Credo che dopo Brescia sia la zona d’Italia dove ho suonato di più. Amo Gioiosa Ionica, amo Bagnara e tutti gli amici calabresi. Ho girato il video de “La repubblica del sole”, in Calabria, ispirata a Tommaso Campanella. Purtroppo ultimamente non ho avuto il tempo di fermarmi un attimo per capire bene quello che tu mi chiedi, l’impressione è che sia sempre molto simile a come l’ho sempre vissuta: una bellezza straordinaria mescolata a un briciolo di malinconia e di tristezza. Ma credo che questa sia l’Italia che più mi piace, ancora poco “colonizzata” ancora non così dichiaratamente allineata a un progresso e a uno sviluppo che non mi piace. In tutta Italia si stanno sviluppando parecchie comunità che cercano di scollegarsi dal sistema, credo che in Calabria si possa tentare di vivere in maniera diversa».
«Da qualche anno non mi occupo più di turismo – ha concluso Giuradei – Un caro amico m’ha fatto un contratto part-time verticale nella sua ditta di canalizzazione dell’aria. Lavoro un pò in officina e un pò in cantiere, due o tre giorni a settimana e il resto mi occupo di musica, sto provando anche un nuovo spettacolo di teatro, dopo tanto tempo. Sto cercando di riattivare anche alcune vecchie sane abitudini come farsi il vino, salame, olio, qualche ortaggio».