Sezioni
02/12/2025 ore 11.56
Cultura

Polistena, arriva “Diario di un dolore”: il nuovo lavoro di Francesco Alberici

Il 6 dicembre all’Auditorium Comunale lo spettacolo della stagione “Lo sguardo oltre” di Dracma. Liberamente ispirato a C.S. Lewis, il progetto indaga come si racconta il dolore, quali limiti impone l’intimità e come si replica ogni sera un dramma autentico

di Redazione
Cosimo Trimboli

L’Auditorium di Polistena ospiterà, il 6 dicembre alle 20.45, Diario di un dolore, il nuovo progetto di Francesco Alberici all’interno della stagione teatrale Lo sguardo oltre, promossa da Dracma – Centro di Produzione Teatrale con il sostegno del Comune di Polistena, della Regione Calabria e del MIC – Ministero della Cultura.

Lo spettacolo – realizzato con la collaborazione di Astrid Casali, Ettore Iurilli, Enrico Baraldi e liberamente ispirato al libro omonimo di C.S. Lewis e all’autoritratto di Franz Ecke – indaga le possibilità della scena di accogliere il dolore e di trasformarlo in rappresentazione senza tradirne l’autenticità. Casali e Alberici sono i protagonisti sul palco, mentre il disegno luci è firmato da Daniele Passeri e le scene da Alessandro Ratti.

Prodotto da SCARTI – Centro di Produzione Teatrale d’Innovazione, in collaborazione con Teatro Piemonte Europa – Festival delle Colline Torinesi, Murmuris, Olinda e Lab 121, il lavoro parte da una domanda semplice e radicale: come si mette in scena il dolore?

Un regista invita un’attrice a lavorare su Lewis, ma presto emergono interrogativi che portano alla nascita di un secondo spettacolo, “un altro” rispetto alla semplice trasposizione del testo. Una riflessione sulla vulnerabilità, sull’intimità e sulla difficoltà – o impossibilità – di replicare sera dopo sera un dramma autentico.

«La lucidità di Lewis nel descrivere i suoi moti d’animo, il crollo della fede, l’impossibilità di gestire la memoria del passato alla morte della moglie, è spietata e commovente» spiega Alberici, che riconosce nel testo uno snodo decisivo nella genesi dello spettacolo. «Negli ultimi anni ho provato in modo sempre più netto una sensazione di smarrimento continuo: un’irrealtà nei rapporti con gli altri, col tempo, con le cose. Da qui nasce l’urgenza di interrogarmi sul funzionamento del dolore: quello legato a una perdita, a un fallimento, a uno smarrimento di vita».

A questo si intrecciano le parole del neuropsichiatra Stefano Benzoni, che Alberici cita come riferimento: «Non esiste un’epidemia di depressione infantile; i dati indicano piuttosto un crescente disagio. Io invito a chiederci se questa “epidemia di infelicità” non sia invece un’“epidemia di felicità”: una sorta di ingiunzione morale collettiva che ci spinge a cercare a tutti i costi un modello di benessere senza ombre».

Diario di un dolore diventa così un invito ad affrontare le proprie fragilità, scegliendo di non nascondere ciò che ferisce ma di trasformarlo in luogo di relazione, in possibilità di confronto.