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12/11/2025 ore 08.58
Cultura

Reggio, l’associazione “Le Muse” ha organizzato un incontro su “Arte e Disabilità” tra testimonianze, emozioni e impegno sociale

L’arte come strumento di comunicazione, crescita e autodeterminazione per le persone con disabilità. Tra gli interventi, Anffas e Fondazione Lene Thun raccontano esperienze di impegno e speranza

di Redazione

L’Associazione culturale “Le Muse – Laboratorio delle Arti e delle Lettere” di Reggio Calabria continua la programmazione del suo 26esimo anno di attività e continua la sua programmazione che spazia dall’attualità a tematiche collegate alla società odierna soffermandosi sulla diversità dell’uomo di oggi.

Il presidente Giuseppe Livoti, in apertura di evento ha ricordato che parlare oggi come oggi di “Arte e Disabilità” è atto dovuto per l’associazionismo: la società odierna presenta uomini e donne, giovani e meno giovani che hanno la possibilità di trasformare una condizione, una problematica collegata alla propria fisicità in momenti non più destabilizzanti, ma, occasione di inclusività all’interno di nuovi percorsi di vita e di realizzazione, il mondo scientifico, associazioni e genitori in sono tutti qui insieme alle Muse in un rapporto di reciprocità che è anche capacità di scelta e voglia di raccontare.

L’incontro che rientrava nell’ambito degli approfondimenti a cura dell’Area Muse Ricerca Psico Medico Scientifica è stato introdotto dalla referente psicologa dott.ssa Elisa Mottola la quale, ha ribadito come oggi la disabilità deve avere la capacità di includere il diversamente abile alla normalità. L’arte e le varie forme di comunicazione in questo contesto devono servire ad arginare il linguaggio verbale per dare sfogo alle emozioni in un percorso di inclusione.

Il dott. Pasquale Casile - Presidente Associazione Nazionale Famiglie di Persone con Disabilità Intellettiva e/o Relazionale ha sin da subito chiarito che Anffas è stata fondata a Roma il 28 marzo 1958 da un gruppo di genitori di ragazzi con disabilità intellettive radunatisi attorno ad una mamma: Maria Luisa Ubershag Menogotto.

All’epoca le persone con disabilità, soprattutto se intellettive, e le loro famiglie vivevano in una situazione drammatica, circondate da un clima di ghettizzazione e compatimento, fruendo quasi esclusivamente di frammentarie iniziative di carità e lasciate sostanzialmente sole e prive di supporti e opportunità. Il destino di moltissime di loro, emarginate dalla scuola, dal lavoro e dalla società, era quello di condurre una triste e poco dignitosa esistenza e spesso segregate in grandi istituti psichiatrici.

Scegliere quindi di lottare, insieme ad altri genitori, contro quella società allora fortemente connotata da pregiudizi verso le persone con disabilità e loro familiari. Persone spesso viste come un qualcosa di cui le famiglie stesse dovessero “vergognarsi” o “frutto di colpa e castigo divino” e quindi da tenere nascoste in casa o segregate in luoghi terribili.

Una società restia ai cambiamenti come quelli che queste coraggiose e lungimiranti famiglie, che avevano scelto di mettersi insieme costituendo la prima associazione italiana di famiglie di persone con disabilità, tentavano di veicolare. Difficoltà queste, ancor oggi in parte attuali che, però, non hanno mai portato Anffas a perdere la volontà di andare avanti senza mai scoraggiarsi. A Reggio continua Casile, abbiamo fatto tante attività come il “Progetto Valorizzami” in sinergia con la città metropolitana ed anche nell’ambito del “Progetto Erasmus – progetto di vita per l’Europa”.

L’avv. Francesco Nucara - vice presidente Associazione Nazionale Famiglie di Persone con Disabilità Intellettiva e/o Relazionale si è soffermato sul concetto che nella storia recente dell’Associazione, importante è la riflessione su autoderminazione ed autorappresentanza che costituiscono un diritto fondamentale delle persone con disabilità. Per rendere esigibile tale diritto occorre fornire a tutte le persone con disabilità intellettive i giusti ed adeguati sostegni. Anffas, oltre ad intervenire sulla società (a vari livelli), lavora oggi anche con le persone con disabilità intellettive stesse, formandole al fine di renderle consapevoli dei propri diritti e dei propri doveri e consapevoli degli strumenti a disposizione affinché gli stessi diritti vengano rispettati e difesi in tutti i contesti della vita.

Anffas in questo è al loro fianco senza imporsi, senza sostituirsi a loro, ma semplicemente fornendo loro gli strumenti e la formazione di cui necessitano. Utile è lo «Sportello Accoglienza e Informazione», nella sua nuova denominazione, è fondamentalmente un servizio - svolto a titolo gratuito - a disposizione di tutti i cittadini, con e senza disabilità, indipendentemente che siano o meno associati Anffas.

È un luogo di ascolto, accoglienza, assistenza, supporto e informazione per le persone con disabilità ma soprattutto per i loro genitori, familiari, operatori ed organizzazioni di riferimento nonché Enti pubblici locali. In tale ottica, i S.A.I. (Sportello Accoglienza e Informazione), presenti ed attivi nella stragrande maggioranza delle Anffas sul territorio, svolgono un ruolo fondamentale nell’orientare, supportare ed informare tutti i cittadini con disabilità ed i loro familiari, anche non associati Anffas, a districarsi nella complessa burocrazia che spesso impedisce di conoscere ed ottenere quanto spetta di diritto.

SAI, come qualunque attività associativa, deve fare riferimento ai paradigmi sanciti dalla Convenzione Onu sui diritti delle persone con disabilità (CRPD) ed essere improntato all’accessibilità, alla partecipazione, alla tutela della dignità e dei diritti umani, al contrasto ad ogni forma di discriminazione, pregiudizio ed esclusione, alla valorizzazione della disabilità come parte della diversità umana.

L’artista della ceramica Caterina Spano’ - Referente Gruppo Volontari Ceramicoterapia della Fondazione Lene Thun ha ricordato come Fondazione Lene Thun ETS offre all’interno degli ospedali italiani, principalmente nelle oncoematologie pediatriche, un servizio gratuito e permanente di terapia ricreativa attraverso la modellazione dell'argilla.

Attualmente, al termine del 2025 , sono attivi 56 laboratori permanenti offerti gratuitamente a 36 strutture sanitarie di eccellenza. L’attività di modellazione offerta da Fondazione Lene Thun presso il Grande Ospedale Metropolitano Bianchi-Melacrino-Morelli di Reggio Calabria ha avuto inizio nell’anno 2019, presso il Day Hospital del Reparto di Oncoematologia Pediatrica. Il nostro metodo, più precisamente la ceramico-terapia, opera in questa direzione: da un lato agisce sulla parte “sana” del bambino, affinché la malattia non ne precluda lo sviluppo; dall’altro diventa un concreto supporto terapeutico.

Attraverso la modellazione della ceramica si stimola la creatività e l’espressione delle emozioni, permettendo a bambini e ragazzi di abbassare i livelli di stress, sopportare meglio i trattamenti medici e riattivare le risorse positive. L'attività è gestita da un/a ceramista esperto e un team di volontari appositamente formati da Fondazione Lene Thun. Per ogni appuntamento il numero di volontari coinvolti è proporzionato agli spazi, al numero dei partecipanti e alle disposizioni del reparto.

Intense, intime ed al tempo stesso comunicative nel corso della serata le belle esperienze pittoriche dei giovanissimi Francesco e Teresa che hanno trovato nella comunicazione artistica tra paesaggi e figure, la voglia e la necessità di raccontare con i loro occhi il mondo che li circonda tra necessità e sogno, mentre il giovane Marco, oggi studente della Facoltà di Lettere, ha recitato stralci poetici conosciuti e scritti da lui stesso, ribandendo che importante è esserci ed “…in questo mondo e non sarà mai un bastone, una sedia a rotelle o un impedimento fisico a non fare vivere una vita intensa, ricca di emozioni e di esperienza”.