Reggio, un logo per “La Via della Fede di San Paolo”: l’Accademia di Belle Arti premia la creatività degli studenti
Premiato il marchio di Silvia Cardone. Impreziosirà un progetto tra spiritualità, design e territorio, in collaborazione con l’Arcidiocesi e la Pattuglia San Paolo APS
Un segno grafico semplice, armonioso e ricco di significato. È quello ideato da Silvia Cardone, studentessa del corso di Brand Design della Scuola di Nuove Tecnologie dell’Arte dell’Accademia di Belle Arti di Reggio Calabria, vincitrice del contest per la progettazione del marchio ufficiale de “La Via della Fede di San Paolo da Siracusa a Roma”, promosso in collaborazione con l’Arcidiocesi di Reggio Calabria–Bova e l’associazione Pattuglia San Paolo APS.
L’iniziativa rientra nell’ambito del protocollo d’intesa siglato tra le tre istituzioni e ha coinvolto gli studenti coordinati dal professore Massimo Monorchio, con l’obiettivo di rappresentare in chiave contemporanea il valore spirituale e simbolico del pellegrinaggio paolino.
Il progetto
«Ho pensato fin da subito di creare qualcosa di diverso, di non troppo complicato – racconta Silvia Cardone – perché quando si parla di spiritualità bisogna trasmettere subito il messaggio.
Ho scelto di non includere la croce, non perché sia banale, ma perché credo che la fede possa esprimersi anche attraverso forme e colori. Il blu e l’arancione rappresentano fiducia e armonia; la barca e il viaggio richiamano il cammino di San Paolo e le terre che ha attraversato».
Il progetto, selezionato tra otto proposte anonime, è stato premiato per l’efficacia comunicativa, l’originalità del segno e la coerenza cromatica. La studentessa collaborerà inoltre alla realizzazione della mappa turistica del cammino e al bozzetto per l’annullo filatelico speciale dedicato all’iniziativa.
La cerimonia
Nel corso della cerimonia, il direttore dell’AbaRC Piero Sacchetti ha sottolineato l’importanza di un dialogo costante tra il mondo accademico e quello professionale: «Questo progetto rappresenta un tassello in più nel nostro percorso di connessione con il territorio e le istituzioni. È fondamentale che gli studenti abbiano la possibilità di misurarsi con esperienze reali e di vivere il momento della progettualità come una vera anticamera del mondo del lavoro».
A chiudere l’incontro è stato monsignor Fortunato Morrone, che ha rimarcato il valore culturale e spirituale dell’iniziativa: «Dare voce ai giovani, in questo caso una voce artistica, significa permettere loro di raccontare la fede con il linguaggio della bellezza.
La figura di Paolo resta un punto di riferimento centrale per il cristianesimo e per la nostra cultura: l’arte occidentale ne è impregnata, anche quando non ce ne rendiamo conto. I ragazzi hanno saputo tradurre tutto questo in un segno che parla a tutti, con semplicità e profondità».
Un esempio concreto di come arte, fede e formazione possano intrecciarsi, generando nuovi linguaggi visivi e restituendo significato al dialogo tra spiritualità e contemporaneità.