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26/10/2025 ore 06.30
Cultura

Restituzioni 2025, "Il ritorno del figliol prodigo" di Mattia Preti risplende a Roma

Dopo il cantiere aperto, la tela del Cavaliere calabrese da martedì in mostra al palazzo delle Esposizioni nella Capitale. A gennaio il rientro a “casa”, nella Pinacoteca di Reggio

di Anna Foti

Restituito al pubblico nella sua dimensione autentica, illuminato dai colori che contraddistinsero ab origine il tratto del Cavaliere Calabrese. "Il ritorno del figliol prodigo" di Mattia Preti potrà essere ammirato al palazzo delle Esposizioni di Roma da martedì 28 ottobre fino al prossimo 18 gennaio nell'ambito della mostra Restituzioni 2025, promossa da Intesa Sanpaolo, Azienda Speciale Palaexpo, assessorato alla Cultura di Roma Capitale, con l'alto Patronato del Presidente della Repubblica.

L'opera di proprietà statale farà poi ritorno a casa, ossia la pinacoteca di Reggio Calabria dove è custodita ed esposta e dove è stata al centro del cantiere aperto di restauro eseguito da Giuseppe Mantella e finanziato nell'ambito della XX edizione del programma “Restituzioni”, promosso da Intesa Sanpaolo in collaborazione con il Ministero della Cultura. Il programma è finalizzato a salvaguardare e valorizzare il patrimonio artistico italiano. In 36 anni di operatività ha consentito il restauro di oltre duemila opere in tutta Italia.

Il prestigioso "Il ritorno del figliol prodigo", oltre a essere tra le 117 opere selezionate per la mostra "Restituzioni 2025" , è anche tra le 42 opere del Cavaliere Calabrese, Mattia Preti, indagate al fine di approfondire la sua genialità attraverso i dipinti, i colori e la tecnica. Uno studio scientifico che abbraccia la sua lunga attività artistica svolta tra Taverna, dove nacque nel 1613, Roma, Napoli e Malta, dove morì nel 1699.

Il restauro

«Attraverso infrarossi, ultravioletti e radiografie abbiamo scandagliato le sue opere al fine di conoscere a fondo la pennellata dell'artista, la sua tecnica, la sua attività di preparazione della tela prima di dipingerla. Il pathos del figliol prodigo è stato oggetto di tre tele di Mattia Preti, custodite a Napoli, a Capodimonte e a Reggio.

Il quadro di Reggio non era stato ancora indagato. Lo studio scientifico che abbiamo condotto ha consentito di collocare la sua realizzazione nel periodo napoletano, tra il 1653 e il 1659, dunque retrodatandolo rispetto al periodo maltese iniziato nel 1661, e contribuendo così a sciogliere un dubbio che era di molti studiosi», spiega il restauratore Giuseppe Mantella.

Il vigore dell’antica luce

Un'attività che ha consentito anche di fare uscire dal buio l’opera adesso illuminata dai colori che furono quelli di Mattia Preti.

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«Di concerto con la soprintendenza, si è deciso di rimuovere tutto quanto aggiunto nei secoli per risalire all'originale. Abbiamo eseguito delle indagini diagnostiche e attraverso la lampada ad ultravioletto riuscendo a distinguere l'originale dalle parte aggiunte. Abbiamo proceduto con la rimozione dei colori e delle vernici nei secoli sovrapposti per contrastare i segni del tempo, ritrovando così la luminosità originale.

Abbiamo potuto, altresì, constatare che realizzando questo dipinto Mattia Preti rimase molto fedele al disegno preparatorio. Dunque non cambiò le figure, come invece faceva spesso, durante l'esecuzione», ha raccontato ancora il restauratore Giuseppe Mantella che ha annunciato una nuova attività di restauro che sarà presentata mercoledì. Si tratta dell'opera più grande di Mattia Preti in Calabria "Il patrocinio di Santa Barbara" nell'omonima chiesa di Taverna.

Il primo restauro a Malta: una storia che continua

«Anche questo sarà un cantiere aperto nella stessa chiesa del paese natio del cavaliere calabrese. Il maestoso quadro, alto 4 metri e 60 per 3 metri e 5 sarà restaurato nell'ambito di un altro programma questa volta finanziato dalla fondazione Carical e rivolto a opere custodite in Calabria e in Basilicata», ha spiegato ancora Giuseppe Mantella che di Mattia Preti, e anche di Gregorio di Carafa principe di Roccella, si appassionò 25 anni fa a Malta.

«Arrivando a Malta mi occupai del restauro della volta della cattedrale di San Giovanni, un'opera di pittura ad olio su muro di Mattia Preti. Iniziò allora il mio studio», ha concluso il restauratore Giuseppe Mantella, originario di Isca allo Ionio nel catanzarese, da oltre 20 anni impegnato nel restauro del ricco patrimonio artistico calabrese e non solo. Molte le opere anche custodite nel museo diocesano Monsignor Aurelio Sorrentino e nel museo nazionale archeologico di Reggio Calabria. Tra queste la Testa del Filosofo e la Testa di Basilea, rinvenuti nel relitto di Porticello, esposti nella sala dei Bronzi di Riace, e il cavaliere di Marafioti.

Restituzioni 2025

L'esposizione Restituzioni 2025, inaugurata oggi con una cerimonia istituzionale e da martedì aperta al pubblico, comprende oltre 117 opere restaurate da tutta Italia, selezionate insieme a 51 enti di tutela e appartenenti a 67 istituzioni pubbliche e religiose. Si tratta di una selezione eseguita tra le opere possibili da esporre e dunque amovibili. Il progetto coinvolge 60 laboratori di restauro e numerosi esperti scientifici. La curatela scientifica è affidata a Giorgio Bonsanti, Carla Di Francesco e Carlo Bertelli (curatore emerito).

Invece il progetto di restauro a Reggio è stato curato, per conto del comune di Reggio Calabria, dal settore Cultura, diretto da Loredana Pace, con il supporto professionale delle funzionarie Daniela Neri e Silvia Miceli.

Per la Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per la Città Metropolitana di Reggio Calabria e la Provincia di Vibo Valentia, diretta da Maria Mallemace, il coordinamento è stato affidato alla funzionaria storica dell'arte Daniela Vinci e dalla funzionaria restauratrice Francesco Lia.

A Roma, il Mattia Preti "reggino" sarà esposto unitamente a opere di artisti come Giovanni Bellini, Bartolomeo Vivarini, Giulio Romano, Battistello Caracciolo, Luca Giordano, Mario Sironi, Pino Pascali. Ancora saranno in mostra l'imponente scultura in gesso custodita ai Musei Civici di Bassano del Grappa, Il Cavallo colossale di Antonio Canova, il letto in osso di età romana da Chieti, e sempre dalla Calabria, il grande Reliquiario a tabella da Serra San Bruno, nel vibonese.

Il Figliol Prodigo

La parabola del Figliol prodigo è narrata nel Vangelo di Luca. I personaggi centrali dell'episodio evangelico, il figlio e il padre, sono protesi l'uno verso l'altro. Attorno a loro, una folla di personaggi partecipa emotivamente al momento di riconciliazione. A destra, il padre stringe il braccio del figlio vestito da viandante, con indumenti laceri e un bastone. Sopra di loro un cherubino guarda la scena seminascosto da una colonna.

Tesori tra Reggio e Messina

La pinacoteca di Reggio Calabria accoglie, tra i suoi tesori, anche “La visita dei tre angeli ad Abramo” e “San Girolamo penitente” di Antonello da Messina. Su impulso dell’allora assessora comunale alla Cultura, Irene Calabrò, negli anni scorsi anche queste pregiate tavolette furono esposte fuori, a Matera capitale europea della Cultura 2019, nell’ambito della mostra “Il Rinascimento visto da Sud. Matera, l’Italia meridionale e il Mediterraneo tra ‘400 e ‘500”. Furono poi restaurate sempre nel programma Restituzioni, prima di rientrare nella pinacoteca di Reggio.

Senza dimenticare che anche a Messina presso il Museo regionale è possibile ammirare “Cristo deposto” e ”Madonna della Lettera” di Mattia Preti unitamente alle tele di Caravaggio del 1609 - “Adorazione dei pastori” e “Resurrezione di Lazzaro” – ed alle opere “Polittico di San Gregorio”e “Madonna col Bambino benedicente e un francescano in adorazione” di Antonello da Messina.