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27/05/2025 ore 16.30
Cultura

Rivive il santuario Griso La Boccetta dell’antica Rhegion: da reperti custoditi nel deposito del Marc a risorse digitali destinate (per ora) allo studio - FOTO e VIDEO

Questa mattina, a palazzo Piacentini, la conferenza stampa per presentare gli esiti del cantiere digitale di beni culturali realizzato con fondi del Pnrr. Illustrato anche il progetto ancora in corso di digitalizzazione dell’imponente patrimonio fotografico dell’ex Soprintendenza Archeologica della Calabria
di Anna Foti

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Beni culturali nel nuovo millennio e la sfida della digitalizzazione. Con 500 milioni di euro di fondi del Pnrr, entro la fine dell’anno saranno 65 milioni le risorse digitali tratte da beni culturali nel nostro Paese in circa 130 istituti. Di queste 28 mila saranno risorse digitali relative al patrimonio culturale calabrese.

Un ingente investimento coinvolge, infatti, anche la nostra regione con il MArRC (circa 12mila risorse digitali già acquisite) nel ruolo di soggetto capofila di un cluster che comprende anche i musei archeologici di Lamezia Terme (già prodotte circa 4000 risorse), in avvio il Vito Capialbi di Vibo Valentia (circa 6000) e in chiusura il Metauros di Gioia Tauro (circa 4000). Saranno oltre 28.000 le risorse digitali calabresi. Un investimento di 250 mila euro per la sola Direzione regionale museale della Calabria. Il museo di Reggio, capofila, ha anche beneficiato di un finanziamento di 215 mila euro per digitalizzare il patrimonio fotografico.

Le somme sono state finanziate con il Sub-investimento 1.1.5 della Misura M1C3 1.1.1 Digitalizzazione del patrimonio culturale – categoria Oggetti Museali: beni di deposito (storico-artistici, archeologici) e grafici.

La presentazione

Stamane in conferenza stampa a palazzo Piacentini la presentazione ufficiale dei risultati del cantiere di digitalizzazione di una parte del patrimonio culturale. Promosso in Calabria nell’ambito del Pnrr, esso è stato coordinato dall’Istituto Centrale per la Digitalizzazione del Patrimonio Culturale – Digital Library del Ministero della Cultura. Esso è stato appresentato dalla business manager Cinzia Gallo che ha sottolineato come «il lavoro importante svolto nei tempi e senza intoppi delinei scenari positivi per una eventuale richiesta di un addendum contrattuale per proseguire con altre attività».

Con il direttore del Museo, Fabrizio Sudano, presente anche Daniela Costanzo, archeologa del Museo archeologico nazionale di Reggio Calabria, direttrice dell’esecuzione e responsabile dell’Istituto.

12mila risorse digitali da 4mila reperti

Il cantiere presso il Marc si è concluso. Sono stati digitalizzati 4000 reperti (per un totale di 12 mila risorse digitali. Essi sono in gran parte riferibili al più importante santuario dell’antica Rhegion, rinvenuto alla fine dell’Ottocento nell’area Griso Laboccetta e custodite nel ricco deposito del museo. Il tutto confluirà su una piattaforma Dpac a fini di studio, dunque non è prevista, almeno in questo progetto, alcuna fruizione del pubblico. Ciò, tuttavia, non esclude che ulteriori risorse possano essere intercettate e investite in futuro per la valorizzazione.

«Per noi è una grande occasione per studiare i nostri reperti e per tracciare linee di lavoro per il futuro. Cresciamo come museo anche dal punto di vista anche della tecnologia. Un altro passo è compiuto pure con il progetto relativo alla digitalizzazione di tutte le risorse fotografiche che abbiamo in archivio. Si tratta di tracce di eccezionale valore se pensiamo che vi sono anche delle foto di Paolo Orsi. Un altro progetto di cui sicuramente valorizzeremo al meglio gli esiti, unitamente alle nostre collezioni». È quanto ha sottolineato Fabrizio Sudano, direttore del Museo Archeologico nazionale di Reggio Calabria.

«Abbiamo scelto di digitalizzare i beni che provengono dal Santuario di Griso Laboccetta, un santuario importantissimo dell’antica Rhegion, scoperto alla fine dell’Ottocento ma poco conosciuto. Dunque questa è un’occasione per conoscere e avviare e progetti di ricerca, per verificarne lo stato di conservazione. Per posizionare i reperti all’interno di contenitori più adeguati e per gettare le basi per lo studio sistematico che ci auguriamo di poter avviare il prima possibile». È quanto ha spiegato Daniela Costanzo, archeologa del Museo archeologico nazionale di Reggio Calabria, direttrice dell’esecuzione e responsabile dell’Istituto per entrambi i progetti.

Il primo cantiere digitale di beni culturali in Calabria

Dopo la conferenza stampa è stato possibile visionare il cantiere digitale, avviato lo scorso gennaio e già conclusosi in anticipo rispetto al cronoprogramma previsto dal Ministero. A curarlo il Consorzio Maggioli e a portarlo avanti Sinapsys – Società del Gruppo Maggioli e Maggioli Cultura e Turismo, con il coordinamento di Marco Di Lieto (Project Manager). Le operazioni – supervisionate da Laura Criscuolo (Chief at Cultural Heritage Division di Sinapsys) sono state condotte dal fotografo Domenico Critelli, dalla restauratrice Aba Muleo e dal tecnico del restauro Alessandra Milea. Il lavoro ha previsto la realizzazione di fotografie ad altissima definizione, secondo le direttive del Piano Nazionale di Digitalizzazione, una dettagliata schedatura dei materiali, la verifica del loro stato di conservazione e il loro riordino e adeguata sistemazione nei depositi.

«Stiamo effettuando una digitalizzazione fotografica di reperti archeologici che il museo di Reggio Calabria ha selezionato. Vengono effettuati degli scatti fotografici di tipo tecnico con delle fotocamere ad altissimo dettaglio, per realizzare una documentazione esaustiva.

12mila risorse digitali da 4mila reperti. Ogni oggetto ha, infatti, necessità differenti a seconda della sua forma e della sua dimensione, quindi oggetti bidimensionali come delle monete, hanno necessità di due scatti, un fronte un retro. Oggetti tridimensionali come un vaso, una scultura hanno necessità differenti. Come da indicazione da parte degli Istituti, per ogni reperto ci sono riferimenti metrici, riferimenti colorimetrici e cartellini identificativi». È quanto ha spiegato Marco Di Lieto, project manager del Consorzio Maggioli e di Sinapsys – Società del Gruppo Maggioli e Maggioli Cultura e Turismo.

La digitalizzazione dell’archivio fotografico

Tappa anche presso l’archivio fotografico dove è in corso, con altro finanziamento, la digitalizzazione dell’imponente patrimonio dell’ex Soprintendenza Archeologica della Calabria. Oltre 215.000 tra positivi, negativi, diapositive e lastre fotografiche, che documentano oltre un secolo di attività di tutela e ricerca sul territorio, al centro dell’intervento realizzato dalla società Dabimus s.r.l. con una squadra composta dalle operatrici digitali Elisabetta Gargano e Valentina Sardone e dai fotografi Giorgio Amato e Nicola Amato, coordinati da Nicola Barbuti, con il supporto del personale interno del Museo, in particolare dell’architetto Antonino Giordano.

«Stiamo digitalizzando l’archivio fotografico del Museo archeologico nazionale e abbiamo da eseguire circa 212 mila scatti di materiali di varia tipologia. Da lastre fotografiche in vetro antiche, molto belle, molto interessanti fino ad arrivare a diapositive o negativi su pellicola dei vari formati e che contengono la testimonianza di beni archeologici, alcuni dei quali oggi scomparsi. E quindi hanno un rilievo di interesse storico e culturale notevolissimo e la Digital Library consentirà di valorizzarli al massimo potenziale.

Abbiamo già acquisito più o meno un quarto del materiale da scansionare circa 56mila immagini. E adesso stiamo facendo tutti i processi di affinamento e revisione di questo primo blocco per caricarlo in piattaforma, anche valutando la prototipazione. E poi potremo proseguire con l’acquisizione, la scansione degli altri materiali che dovremmo concludere entro il 31 dicembre di quest’anno». È quanto ha spiegato Nicola Barbuti, legale rappresentante della società Dabimus s.r.l. e, nelle more, anche un docente universitario dell’Università degli Studi di Bari Aldo Moro.

Per entrambi i cantieri, il direttore dell’esecuzione e responsabile per l’Istituto è la funzionaria archeologa del MArRC Daniela Costanzo; i referenti per la Digital Library del Ministero della Cultura sono Fabiana Ciafrei (project owner), Cinzia Gallo (business manager) e Maria Rosaria Luberto (business manager collaudo).