Una nuova luce per la musica reggina: la Filarmonica Metropolitana rinasce dopo quasi cento anni - FOTO
Una storia che rinasce. Dopo quasi un secolo di silenzio, Reggio Calabria ritrova la sua Filarmonica. Sabato mattina, al Cineteatro Odeon, è stata presentata ufficialmente la Filarmonica Metropolitana Reggina, un progetto che raccoglie l’eredità della prima esperienza filarmonica nata in città nei primi decenni del Novecento, interrotta a ridosso della Seconda guerra mondiale. «Se non ci fosse stata quella prima Filarmonica – ha ricordato il direttore artistico Alessandro Calcaramo – forse oggi non avremmo neppure il Conservatorio Cilea. Questo non è solo un ritorno: è un dovere verso la memoria culturale della nostra città».
L’inaugurazione è stata affidata a un concerto che ha visto protagonisti l’Orchestra del Teatro Cilea, il soprano Francesca Canale, i chitarristi Simone Latella e lo stesso Calcaramo, anche al mandolino. A presentare l’evento è stata Sofia Fava. In programma, musiche di Vivaldi, Verdi, Puccini, Bizet, De Curtis e Stanley Myers. Un viaggio musicale pensato per raccontare la bellezza attraverso epoche, luoghi e culture diverse. E per restituire alla città un’orchestra stabile, ma anche molto di più.
La nuova Filarmonica, infatti, vuole «Fare comunità – ha spiegato Calcaramo – perché in tempi che tendono all’isolamento, la musica rimane una delle poche forze capaci di creare legami veri. Non parlo solo di suono, ma di ascolto reciproco. Di crescita. Di capacità di sentirsi parte di qualcosa».
Promossa da un gruppo fondatore composto, oltre che da Calcaramo, da Silvana Velonà (presidente), Ferdinando Polimeni (vicepresidente), Antonio Moscato (segretario e tesoriere) e Emilia Occhiuto (responsabile comunicazione), la nuova Filarmonica ha come missione quella di riportare la musica nei luoghi della città, anche e soprattutto in quelli meno frequentati dalla programmazione istituzionale. Costruire una rete di concerti, eventi, laboratori che coinvolgano scuole, quartieri, enti culturali. Offrire ai giovani talenti del territorio occasioni concrete per crescere, esibirsi, formarsi. «Ogni volta che insegniamo a un ragazzo a suonare – ha detto Calcaramo – gli stiamo insegnando anche a scegliere, a pensare, ad ascoltare».
Importante anche la prospettiva educativa. Accanto alla programmazione concertistica, la Filarmonica punta a diventare uno spazio di formazione, con attività rivolte ai più giovani, in dialogo con le scuole e con le realtà musicali già esistenti. «Vogliamo una musica che non resti chiusa nei teatri – ha aggiunto il direttore artistico – ma che entri nei quartieri, nei centri di aggregazione, che diventi occasione di riscatto. Una musica che dialoghi con il teatro, con la parola, con l’immagine. Che sia memoria, ma anche invenzione». Il debutto di oggi ha segnato l’inizio di un percorso che ambisce a costruire, nel tempo, una presenza costante e riconoscibile nel panorama culturale reggino. Non solo concerti, ma relazioni. La Filarmonica Metropolitana Reggina vuole essere un luogo in cui la musica torna a suonare anche dove si era spenta. E dove può ancora accendere qualcosa di nuovo.
Foto di Marco Costantino