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28/10/2025 ore 21.00
Economia e lavoro

Beffa per il Tito Minniti, Ita riduce anche il volo Reggio-Roma

Cancellato il night stop da e per la Capitale in alcune giornate di novembre: è l'inizio di una nuova "ritirata" come per il collegamento con Linate?

di Silvio Cacciatore

Reggio Calabria perde un altro collegamento chiave. Il volo serale ITA Airways da Roma Fiumicino, quello delle 21:45, non sarà operativo nei giorni 8, 15, 24 e 29 novembre. Una soppressione mirata, che priva la città dello Stretto di una delle tratte più utilizzate per i rientri giornalieri e, automaticamente, anche del primo volo del mattino successivo verso la Capitale, assente perché l’aereo non stazionerà più nella notte al Tito Minniti.

Non è la prima modifica. Già a fine ottobre ITA ha ridotto le frequenze con Milano Linate, passando da tre a una corsa giornaliera. Ora tocca alla Roma-Reggio, in una progressione che appare silenziosa ma sistematica. Le motivazioni ufficiali rimandano a ragioni operative e rotazioni di flotta. Ma nel frattempo, il baricentro dell’aeroporto reggino si sta spostando altrove.

L’operazione Ryanair – costruita su un contratto triennale finanziato con fondi pubblici – ha rivoluzionato l’offerta del Tito Minniti, portando nuove rotte, traffico e visibilità. Ma ha anche cambiato gli equilibri tra compagnie. Le tratte storiche, quelle di servizio quotidiano verso Fiumicino e Linate, hanno iniziato ad assottigliarsi. E se la Regione Calabria e la società di gestione Sacal hanno puntato tutto sulla low cost irlandese, la ex compagnia di bandiera si fa i conti – giustamente – in tasca ed evidentemente punta ad altro.

La cancellazione del volo serale da Fiumicino non è un evento isolato: è il sintomo di una fragilità strutturale. Reggio Calabria viene ancora connessa, ma sempre più a singhiozzo. E la scomparsa di una corsa serale – per quanto parziale nel calendario – sommata alla quasi sparizione delle frequenze su Linate, colpisce la fascia di utenza più fragile: lavoratori in trasferta, studenti, cittadini in cura fuori regione. Resta «lo stretto indispensabile», ma al tavolo di questo braccio di ferro tra Ita, Regione e Sacal rischiano di perderci tutti.

In questo scenario, la reazione politica è arrivata dal sindaco metropolitano Giuseppe Falcomatà, che parla di un «progressivo disimpegno» da parte di ITA Airways e chiama in causa la Regione e Sacal per chiedere «una strategia equilibrata» che non sacrifichi le tratte fondamentali sull’altare dell’accordo con un unico operatore. Ma il nodo che si apre è più ampio di qualsiasi polemica istituzionale.

Un aeroporto che perde le sue connessioni principali non è semplicemente meno servito: è meno centrale nella geografia civile del Paese. Ogni tratta che si riduce, ogni orario che scompare, sottrae un pezzo di accessibilità. E quando questa si trasforma in privilegio per pochi o in convenienza per chi gestisce i conti, ciò che salta è l’idea stessa di coesione nazionale.

Il Tito Minniti non può essere un’infrastruttura provvisoria, buona solo finché conviene. Le tratte verso Roma e Milano non sono voli “di lusso”: sono il minimo sindacale della mobilità per chi vive in una delle aree più isolate d’Italia e ha diritto di accedere, in tempi e modi certi, ai servizi, alle opportunità, alla vita pubblica.

Il rischio è evidente: costruire un modello aeroportuale basato su un solo vettore, per di più low cost e soggetto a logiche esclusivamente commerciali, può garantire traffico nell’immediato, ma lascia scoperto il futuro. Se ITA smette di investire e Ryanair decide, un giorno, di ridurre la sua presenza, cosa resta? E soprattutto: chi garantisce la continuità territoriale?

In gioco non c’è solo un volo, ma l’idea che i diritti di cittadinanza possano viaggiare alla stessa velocità da ogni parte d’Italia. Reggio oggi rischia di restare indietro non perché manchino i presupposti per una crescita, ma perché le scelte strategiche stanno cancellando ciò che dovrebbe essere garantito. E ogni volo che si ferma lascia a terra, un po’ alla volta, anche il diritto di esserci.