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21/05/2024 ore 16.34
Economia e lavoro

Commercio al dettaglio in crisi, Reggio resiste con Milano e Napoli

Unioncamere ha condotto una indagine sulle 14 città metropolitane d'Italia. Labate (Confcommercio): «A nostro favore la minore concorrenza sul territorio, il potenziale turistico in crescita e il dinamismo dei grossi centri della provincia»
di Anna Foti

Troppe spese e poco profitto, tanti tributi e l’impossibilità di competere con l’e-commerce, con la pandemia è diventato una pratica molto più diffusa non solo tra i giovani. La cartina al tornasole di una crisi, che ormai non è eccezionale ma strutturale, è in qualche misura anche la città di Reggio segnata al punto da non essere riuscita lo scorso anno ad alimentare lo slancio collettivo di una cordata che potesse salvare la “sua Reggina“.

Pur restando il salotto della città, godendo della massima visibilità, anche il Corso Garibaldi, porta dei segni. Non mancano le saracinesche abbassate. Negozi a un tratto chiudono in attesa di una nuova idea, di una nuova gestione, di una congiuntura più favorevole. Certamente il flusso di turisti mossi dai nuovi voli Ryanair costituisce una grande opportunità, se accolto e gestito in una prospettiva che contribuisca ad alimentare una reputazione positiva e duratura.

I dati di Unioncamere sul Sole 24 ore

Intanto i dati Unioncamere, nell’arco temporale degli ultimi 10 anni (2013-2023), rivelano l’ascesa del commercio on line, che ha raggiunto un’espansione del 195%, e delle grandi distribuzioni (gli ipermercati sono aumentati del 48%, i discount del 71%, i centri commerciali dell’111%). Una crescita che si è abbattuta come una scure sui negozi al dettaglio. In 17 mila hanno chiuso proprio dal 2013 in Italia. Il Sole 24 ore, riprendendo questa analisi, ha pubblicato i dati sulle 14 città Metropolitane d’Italia. Nell’ultimo decennio circa 14mila esercizi hanno abbassato le saracinesche, il 16% dei quali nei grandi centri. La città metropolitana di Reggio Calabria, negli ultimi dieci anni, ha registrato la chiusura di 44 negozi di abbigliamento, 27 profumerie, 21 negozi di scarpe, 19 edicole, 18 cartolerie e 17 negozi di articoli sportivi.

Reggio Calabria non soccombe con Napoli e Milano

E tuttavia, l’impatto di queste chiusure non ha colpito in modo omogeneo le diverse realtà. C’è chi ha resistito, presentando oggi dei timidi segnali di ripresa, seppure nell’ordine di piccole percentuali. Tali segnali positivi si registrano solo a Napoli (+7%), Reggio Calabria (+5%) e Milano (+3%).

«Guardando al comune di Reggio questo dato va letto certamente nella prospettiva di una crescita del dato turistico. La flessione delle attività commerciali al dettaglio – spiega Lorenzo Labate, presidente di Confcommercio Reggio Calabria – al netto di qualche esperienza incline anche alla profonda trasformazione alla quale devono oggi andare incontro le attività tradizionali, resta notevole e molto significativa. Purtroppo l’impatto dei franchising e soprattutto la lunga scia lasciata dalla pandemia, con il sopravvento degli acquisti on line, richiedono una intraprendenza che spesso si scontra qui con l’assenza di mezzi e di opportunità.

Certamente, alle nostre latitudini, gioca un ruolo fondamentale l’approccio che ancora si conserva con riferimento all’esercente di fiducia, al negozio di prossimità, alla tendenza a preferire il rapporto consolidato con il commerciante che si conosce. Dunque questo legame che si crea è certamente un nostro punto di forza. Altro elemento a favore è una concorrenza sul territorio che certamente non è quella dei capoluoghi delle grandi metropoli. Il nostro tessuto è largamente composto da piccole e medie imprese».

Il capoluogo e l’hinterland metropolitano reggino

«Tutto un altro dinamismo imprenditoriale si registra, poi – spiega ancora Lorenzo Labate, presidente di ConfCommercio Reggio Calabria  – nel territorio metropolitano anche con riferimento alla vendita al dettaglio. I grandi centri di Siderno, Locri, Roccella, Locri, Palmi sono in crescita rispetto alla città. Essi costituiscono risorse vitali il cui riflesso sulla città si sta rivelando importante e deve essere valorizzato.

Per questo ci siamo battuti affinché non aumentassero i costi del parcheggio. Reggio deve accogliere e agevolare l’attrazione di persone che contribuiscano alla nostra economia.

La flessione e la ripresa

Se la flessione certamente riguarda il dettaglio, per quanto a macchia di leopardo a Reggio città e meno nei grandi centri della provincia, segnali di ripresa invece arrivano dal fronte della ristorazione, dell’attività immobiliare, dell’attività professionale di carattere tecnico – scientifico, dall’edilizia. Dunque il dato si muove in maniera disomogenea».

L’impatto dei nuovi voli Ryanair

«I nuovi voli Ryanair stanno generando flussi importanti anche dal punto di vista commerciale. Certo non siamo ancora pronti a gestirli. Occorre un progetto di lungo periodo anche perché la sentenza del turista è inappellabile e ormai inarrestabile nella diffusione. Dunque la sfida è adesso ed è aperta. Non si tratta solo di strutture recettive e servizi ma di una strategia comune frutto di quanto ancora qui manca: un sano e fruttuoso dialogo tra pubblico e privato, tra istituzioni e imprese». Così ha concluso il presidente del Confcommercio Reggio Calabria, Lorenzo Labate.