Condofuri Marina senza Poste per sei mesi: il futuro promesso da Polis e il presente che resta scoperto
Indispensabili i lavori di modernizzazione degli uffici postali, ma i disagi rischiano di essere seri soprattutto per anziani e più fragili. Futuro Comune avverte: «Così si rischia di isolare un intero paese, senza servizi essenziali e senza alternative reali»
Per sei mesi Condofuri Marina rischia di restare senza posta e senza bancomat. Una prospettiva che nasce da un cantiere programmato - legato al progetto Polis, il piano nazionale con cui Poste Italiane sta trasformando gli uffici postali dei piccoli comuni in presìdi multifunzionali di servizi pubblici e digitali - che ristrutturerà da cima a fondo l’ormai vetusta struttura che ospita gli uffici postali. Un investimento pensato per il futuro, che però nel presente apre una ferita profonda nel tessuto quotidiano del territorio.
Il progetto Polis non rappresenta senza dubbio un problema, anzi è un’occasione importante. L’obiettivo è portare nei centri sotto i 15 mila abitanti servizi della Pubblica amministrazione, assistenza digitale, sportelli di prossimità capaci di ridurre il divario tra periferie e grandi città. «Una ristrutturazione è cosa buona e giusta, ci mancherebbe - sottolinea il movimento politico Futuro Comune – Condofuri 2040 - ma ora viene la parte che nessuno vuole dire ad alta voce».
Durante i lavori, infatti, l’ufficio postale di Condofuri Marina resterà completamente chiuso per circa sei mesi. Tutti i servizi verranno sospesi, compreso l’ATM, in un paese che non dispone di alcuna banca. L’unica alternativa indicata è l’ufficio di Condofuri Superiore, ad una quindicina di chilometri nell’entroterra, aperto soltanto tre giorni a settimana, oltre agli uffici di Bova Marina e Marina di San Lorenzo.
Il contesto demografico rende la situazione ancora più delicata. Condofuri conta poco più di 4.500 residenti, con oltre un quarto della popolazione sopra i 65 anni e un’età media elevata. «Parliamo di un territorio che non può permettersi di restare isolato nemmeno un giorno», rimarca Futuro Comune, puntando l’attenzione sulle difficoltà di spostamento degli anziani, delle persone con mobilità ridotta e di chi non dispone di mezzi propri.
A preoccupare è anche il calendario. La previsione di fine lavori è fissata a maggio, ma il timore di slittamenti è concreto. «Se anche solo si dovesse slittare di un mese - si legge nella presa di posizione – ci ritroveremmo in piena stagione estiva senza posta e senza bancomat». Uno scenario che rischia di avere ripercussioni anche sulle attività commerciali e sui flussi turistici della costa ionica.
Ed è qui che emerge il nodo politico della vicenda. «Quando Poste deve chiudere un ufficio in altri territori, prevede soluzioni alternative» come la posta mobile o sportelli provvisori, osserva Futuro Comune, citando esempi già adottati altrove. «A Condofuri, invece, niente. Silenzio. Come se questo paese potesse essere spento per mezzo anno senza conseguenze».
La richiesta avanzata alle Commissarie prefettizie è quella di avviare un’interlocuzione seria con Poste Italiane per garantire misure compensative, tempi certi e continuità dei servizi essenziali. «Non stiamo chiedendo la luna», ribadisce il movimento, «ma che anche qui venga garantita una soluzione che non lasci un paese intero abbandonato per mesi».