Estate reggina, l’appello dell’Istituto Lanza: «Vacanza sì, ma nel rispetto del lavoro»
Con l’avvicinarsi dell’estate e l’inizio della tanto attesa “Estate reggina”, l’Istituto Diocesano Superiore di Formazione Politico-Sociale “Mons. Antonio Lanza” lancia un appello chiaro e deciso: valorizzare l’accoglienza turistica non può prescindere dal rispetto della dignità del lavoro.
Nel cuore del dibattito nazionale legato ai referendum sul lavoro, l’Istituto sceglie di porre l’attenzione su un aspetto concreto e locale, ma tutt’altro che marginale: le condizioni in cui operano migliaia di giovani lavoratori stagionali. Camerieri, lavapiatti, addetti ai bar, agli alberghi, ai B&B, agli stabilimenti balneari e agli agriturismi – spesso alla loro prima esperienza – saranno la forza invisibile dietro l’offerta turistica della città metropolitana. Ma lavoreranno in condizioni regolari?
«Reggio Calabria e il suo comprensorio – si legge nella nota – devono mostrare il loro volto migliore non solo attraverso eventi e manifestazioni, ma anche attraverso il rispetto della legalità nei servizi offerti». Un rispetto che passa dalla tutela dei diritti dei lavoratori stagionali, in particolare dei giovani, spesso vittime di lavoro nero o assunzioni parziali che nascondono turni doppi.
La Calabria, ricordano dall’Istituto, è purtroppo ancora oggi tra le regioni italiane con il più alto tasso di lavoro irregolare, fenomeno che si intensifica proprio nel periodo estivo. «Questo lavoro sarà quindi ancora una volta segnato, senza che ce ne accorgiamo, dallo “sfruttamento”», si legge nell’appello, che esorta a non coprire tutto con un silenzio complice.
Da qui la richiesta urgente alle istituzioni e agli organi di vigilanza: attivare da subito un piano coordinato e straordinario di controlli sulla regolarità delle assunzioni e sulle condizioni di lavoro. Ma l’Istituto si rivolge anche alle imprese, invitandole a non sfruttare il picco di attività estive come scusa per aggirare le regole, e ai cittadini, esortati a premiare con la propria scelta di consumo quelle realtà che rispettano i diritti dei lavoratori. «Perché sia un’estate diversa – conclude la nota – anche e soprattutto per chi lavora».