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01/12/2024 ore 20.00
Economia e lavoro

In congedo dopo 42 anni di servizio. Il saluto emozionato dell'ispettore Antonio Calafiore

Reggio saluta un servitore dello Stato che ha concluso un lungo percorso di emozioni e traguardi
di Redazione

Antonio Calafiore, Ispettore della Polizia di Stato, Coordinatore di una delle sezioni delle Volanti della Questura di Reggio Calabria ieri ha segnato il suo ultimo giorno al servizio della Polizia di Stato.

“Si è chiuso il capitolo più importante della mia vita professionale. È stato forte il rapporto che mi ha legato alla Polizia di Stato, che va ben oltre i 42 anni prestati al servizio della collettività. Per me, è difficile metabolizzare questo momento. Quando si ama qualcosa, non può che essere così. Cerchi di non pensarci. Ma è più forte di te. Ti affacci alla finestra, senti le sirene, quelle sirene che ti hanno accompagnato per quasi tutta la vita. In un attimo , riavvolgi il nastro dei ricordi, e ti commuovi. Pensi che in quella macchina c’eri tu, e che avresti voluto continuare a esserci. Proprio così! Sìn da quando sono entrato a fare parte di questa grande famiglia – avevo appena diciotto anni! – ho maturato il convincimento che fare il poliziotto fosse vocazione e missione allo stesso tempo. Volevo dimostrare a me stesso di meritare la divisa e di non essere “poliziotto per caso”.

All’epoca, i “tempi di attesa” non erano consentiti nel percorso di crescita. L’orribile mattanza di centinaia di persone, segnate dalla guerra di “ndrangheta – coincidente con il mio trasferimento in questa Città – mi ha agevolato in questo, facendomi dimenticare di avere “le valigie alla stazione”. In seno alla sezione omicidi della Squadra Mobile reggina, sono stato formato e forgiato sul “campo” da quei Dirigenti (Patanè su tutti) e colleghi che, nell’insegnarmi il mestiere, mi hanno trasmesso importanti valori umani, oggi, molto spesso, bypassati da un ego che manipola e allontana dall’anima e dal cuore, moltiplicando aspettative, pretese e dualismi. Sono stato il prodotto della forma mentis della Polizia degli anni ’80 e di quella moderna, vivendone la transizione ed esercitandone l’azione operativa attraverso quello spirito di corpo, divenuto, talvolta, retaggio dei tempi passati.

Sfogliando tra le pagine di ciò che è stato, non posso non volgere lo sguardo a tutti quei colleghi, piccoli eroi della quotidianità, che mi hanno accompagnato in questo meraviglioso viaggio nel tempo, condividendone il percorso – soprattutto in questi ultimi dieci anni e in seno alle Volanti della Questura di Reggio Calabria – in un altalenante coacervo di emozioni, fatto di successi professionali, sacrificio, tensione, rischio e tanta passione. Insomma, un film che, quando lo si vive intensamente sembra non finire mai, salvo poi vederne i titoli di coda.

Grazie alla Polizia di Stato, che mi ha “cullato” sin da ragazzo, facendomi diventare uomo e consentendomi di potermi formare come meglio desiderassi. La laurea in legge, conseguita presso una università pubblica e la conseguente abilitazione all’esercizio della professione di avvocato, ne rappresentano solo alcuni momenti. Io vado via dalla Polizia, ma la Polizia non andrà mai via da me”.