Lavoro, SUL Calabria: «Trentasei ex dipendenti del Consorzio di Bonifica ancora senza occupazione»
Il sindacato denuncia il mancato reintegro del personale nei lavori di riforestazione e manutenzione del basso Jonio. «Castore dimentica la clausola sociale e non pubblica la graduatoria: serve un intervento immediato per ristabilire i diritti dei lavoratori».
Da inizio anno trentasei ex dipendenti del Consorzio di Bonifica sono rimasti senza lavoro. Lo denuncia in una nota il Sindacato Unitario Lavoratori (SUL Calabria), segnalando la mancata ricollocazione del personale, «altamente professionalizzato», nei lavori di riforestazione e manutenzione territoriale di ampie aree del basso Jonio.
«Questi lavoratori – si legge nel comunicato – hanno piantato 97.000 alberi su 47 ettari nelle zone più impervie del territorio, pur con un numero ridotto di giornate lavorative: 51 il primo anno e 101 il secondo».
Secondo quanto riferisce SUL Calabria, il Consorzio di Bonifica avrebbe rinunciato ai lavori forestali, trasferendo la gestione, almeno in parte, alla Castore, società in house pubblica partecipata dal Comune di Reggio Calabria (51%) e dalla Città Metropolitana (49%). «Castore – denuncia il sindacato – ha dimenticato di inserire la clausola sociale, impedendo così il transito del personale. È stato pubblicato un avviso di selezione, ma la graduatoria non è mai stata resa nota, nonostante la conclusione dell’iter».
Il SUL sottolinea inoltre che la società «ha proceduto ad assunzioni tramite l’Ufficio del Lavoro sia prima che dopo la redazione della graduatoria», senza spiegazioni ufficiali.
«Il risultato – prosegue la nota – è che buona parte di quei lavoratori attendono ancora una risposta, mentre la manutenzione del territorio subisce un rallentamento preoccupante e i progetti finanziati con il PNRR rischiano di non essere completati entro il termine del 31 dicembre 2026, come ricordato dal Commissario Europeo Fitto».
Il Segretario Generale di SUL Calabria, Aldo Libri, conclude chiedendo un intervento urgente: «Sollecitiamo l’Azienda Castore e la proprietà della società in house a ristabilire un minimo di diritto in capo a lavoratori che paiono abbandonati da tutti».