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07/12/2025 ore 14.00
Economia e lavoro

Opposizione a Bergamotto Igp, insorgono i comitati: «Presentiamo le nostre controdeduzioni e si perderà solo altro tempo»

Indignazione per l’azione intrapresa di Unionberg, Confagricoltura e Coldiretti. Ribadita anche la disponibilità al confronto pubblico per fare chiarezza e ristabilire la verità sulle reali differenze con il marchio Dop

di Redazione

Ezio Pizzi insieme a Giuseppe Canale di Confagricoltura Reggio Calabria e a Gino Vulcano di Coldiretti Reggio Calabria e al privato Marcello Foti bloccano nuovamente l’iter del Bergamotto di Reggio Calabria Igp con le opposizioni alla Gazzetta ufficiale del 16 ottobre scorso sul quale è stato pubblicato il Disciplinare dell’Igp “Bergamotto di Reggio Calabria” dopo una istruttoria ministeriale durata quasi cinque anni. Indignati il Comitato dei bergamotticoltori reggini e il Comitato promotore per l’Igp.

Le prevedibili opposizioni

«Avevamo sperato che l’iter si sarebbe concluso senza ulteriori interruzioni per poi far si che il dossier dell’Igp Bergamotto di Reggio Calabria venisse finalmente trasferito dal Ministero dell’Agricoltura alla Commissione Europea. Confidavamo sull’onestà intellettuale di coloro che dovrebbero tutelare la base agricola al di là degli interessi personali e di bandiera. E invece non è stato così. Le prevedibili opposizioni - sottolinea Francesco Macrì presidente di Copagri Calabria - non otterranno altro che fare perdere tempo alla filiera che ancora una volta vede sfumare la possibilità di vendere il bergamotto in Italia e in Europa con il marchio di qualità Igp e ad un prezzo nettamente maggiore. Appare assurdo quanto accaduto ma andremo avanti come fatto fino ad ora. E già ci aspettiamo da parte dei nemici del territorio anche un eventuale futuro ulteriore ricorso al Tar Lazio tanto per procrastinare ulteriormente l’iter a danno degli agricoltori.

Ci chiediamo - prosegue Francesco Macrì presidente di Copagri Calabria - di chi siano i soldi che vengono sperperati per i ricorsi se non proprio dei bergamotticoltori associati ai vari consorzi ed associazioni e senza che essi ne sappiano nulla. Prima o poi questa storia finirà positivamente per l’Igp ma ha determinato in questi anni un mancato sviluppo, la perdita di reddito agricolo e l’impossibilità di partecipare a numerosi bandi e a numerosi eventi per valorizzare il prodotto e il territorio. La “triade” anti-IGP tutto questo ce l’avrà sulla coscienza e spero che gli agricoltori prima o poi se ne renderanno conto».

Le controdeduzioni

Nuovo stop all’iter che era giunto a conclusione. Il Comitato Promotore del Bergamotto di Reggio Calabria Igp, presieduto da Rosario Previtera, pronto alle dovute controdeduzioni a quanto contestato, rilancia ancora una volta anche la necessità di un confronto pubblico.

«Mi viene in mente una citazione famosa: "La miseria umana è sostenuta dall’ego smisurato soprattutto quando esso è minacciato dall’orgoglio ferito”. Presentiamo - spiega Rosario Previtera, presidente del Comitato Promotore per il Bergamotto di Reggio Calabria Igp che annovera più di 500 aziende - al Ministero le dovute controdeduzioni alle opposizioni come consentito dalla norma, già scontate e prevedibili in verità, ma che fanno perdere tempo ulteriore. Abbiamo letto e anche ascoltato recenti interviste sul web a dir poco imbarazzanti e senza fondamento alcuno. Siamo disponibili al confronto pubblico ancora una volta. Ma pochi sanno che più testate giornalistiche e tv lo hanno proposto in questi ultimi due anni, ma la controparte si è silenziosamente defilata, preferendo mandare avanti, alle assemblee e sulla stampa, dilettanti allo sbaraglio indottrinati a dovere con le solite menzogne e inesattezze. Come più volte abbiamo detto e scritto: ci si aspetta di tutto».

Un'azione pro Dop intrapresa proprio in questo periodo, «segnato - evidenziano il Comitato dei bergamotticoltori reggini o dal Comitato promotore per l’Igp - dall’arrivo dalla Piana di Gioia Tauro di una cooperativa che è riuscita quasi ad estrometterli dal sistema monopolistico, aggregando tanti produttori comunicando prezzi precisi e convenienti di acquisto del bergamotto e offrendo servizi agli agricoltori in regola con varie normative. Pizzi con Confagricoltura e Coldiretti provinciali promotori di una opposizione contro l’Igp e insieme a Foti, vantano l’avvenuta ricevibilità da parte del Ministero confondendola con una corretta e dovuta ricezione, alla quale dovrà seguire una istruttoria sulla base delle controdeduzioni presentate dal Comitato promotore dell’Igp e dalle quali scaturirà l’ammissibilità o l’inammissibilità dei contenuti delle opposizioni stesse.

Di base, i membri della consolidata “banda della Dop” trattano sempre gli stessi temi più volte smentiti dal Comitato promotore dell’Igp in questi anni con l’obiettivo è sempre e solo quello di rinviare il più possibile - ribadiscono il Comitato dei bergamotticoltori reggini o dal Comitato promotore per l’Igp - l’approvazione definitiva dell’Igp che sgancerebbe finalmente i bergamotticoltori dal mercato unico dell’essenza aprendo quello più remunerativo e libero del frutto fresco.

Dal solito refrain della Dop “migliore” perchè con l’Igp potrà “entrare” bergamotto da fuori area vocata, invece pratica regolare per produrre l’essenza e non per commerciare il frutto, della sola fase della filiera all’interno dell’area vocata laddove invece il disciplinare dell'Ipg le prevede tutte proprio come le Dop, del rischio di confusione del consumatore invece inesistente, delle carenze anch’esse inesistenti del disciplinare Igp modificato e approvato da centinaia di agricoltori durante la Riunione di Pubblico Accertamento del 28 gennaio 2025 ed approvato dal Ministero nella sua versione definitiva. E ancora l’area vocata incrementata senza considerare dati scientifici o presenza di bergamotteti quando invece i comuni aggiunti per l’Igp sono quelli in cui si continua a coltivare bergamotto da sempre e che sono stati “dimenticati” nel vecchio disciplinare Dop. Uno per tutti il comune di Bova».

Amarezza e delusione

Grande delusione è, dunque, emersa da parte del mondo agricolo e dalle organizzazioni che hanno sostenuto l’Igp in questi cinque anni di battaglie le quali hanno «aperto un varco nel muro di silenzio, di sottomissione, di ricatti, che si era consolidato da decenni lungo la filiera bergamotticola schiacciata dall’oligopolio e a volte dal monopolio del mercato dell’olio essenziale».

«Non ci sorprende - dichiara Giuseppe Mangone presidente di Anpa Calabria – Liberi Agricoltori - l’ennesimo colpo basso dei soggetti che sin dall’inizio non hanno tollerato che il complesso mondo bergamotticolo, grazie all’Igp per il Bergamotto di Reggio Calabria, sarebbe finalmente potuto tornare in mano ai bergamotticoltori, probabilmente, togliendolo dalla sfera di influenza di poche persone e delle lobbies che da decenni imperversano indisturbate nel mercato anacronistico e monopolistico dell’olio essenziale. Chiederemo come già fatto in passato all’assessore Gallo e al governatore Occhiuto di accendere i riflettori sulla gestione del Consorzio del Bergamotto e del parallelo Consorzio della Dop dell’olio essenziale, illegittimamente denominato “Consorzio di tutela del Bergamotto di Reggio Calabria”. Inoltre, se la recente dichiarazione pubblica di assenso all’Igp dell’assessore Gallo è, come riteniamo, vera, chiediamo di attivarsi presso il Masaf sollecitando le dovute risposte e contribuire così a recuperare il tempo perduto. Il fatto che due associazioni datoriali appoggino tutto ciò che danneggia evidentemente gli agricoltori è a dir poco sconcertante oltre che vergognoso».

Delusione anche per la mancata convergenza di intenti.

«Ce lo aspettavamo ad essere sinceri. Non si sono presentati nemmeno all’importante convegno del 30 ottobre scorso all’Università di Reggio Calabria in cui avrebbero potuto manifestare la propria volontà di ricominciare un percorso unitario con l'obiettivo unico di tutelare il bene degli agricoltori. Ma è la conferma - ribadisce Peppe Falcone del Comitato dei bergamotticoltori reggini - che gli interessi erano e sono ben altri e di vario tipo e più volte li abbiamo scoperti e denunziati abbondantemente, a partire dal mantenimento dei prezzi stracciati per il prodotto da industria. Il tutto al di là delle menzogne e delle imprecisioni che essi continuano a diffondere contro l’Igp e a favore di un fantomatico disciplinare Dop esteso dall’essenza al frutto che loro non hanno mai letto e che noi abbiamo approfondito e che sarebbe stato chiaramente non approvabile, qualora il Ministero all’agricoltura ne avesse mai intrapreso l’istruttoria. Il 7 ottobre scorso il Ministero ha, infatti, dichiarato conclusa negativamente la richiesta della Dop e il 16 ottobre ha pubblicato il Disciplinare dell’Igp Bergamotto di Reggio Calabria sulla Gazzetta Ufficiale».

Anche Aurelio Monte di Usb Lavoro Agricolo mostra la propria contrarietà rammentando cosa accadde il 28 gennaio alla Pubblica audizione alla Cittadella regionale di Catanzaro. «Se ne sta facendo una questione personale. A parte Ezio Pizzi che deve tutelare enormi interessi consolidati come tutti sanno, appare incredibile che gli altri si siano ostinati fino all’opposizione solo per orgoglio dopo aver perso la faccia pubblicamente e in tv quando sia Angelo Politi per Confagricoltura Calabria che Franco Aceto per Coldiretti Calabria furono allontanati a fischi da centinaia di agricoltori giunti a Catanzaro con i bus dalla provincia di Reggio Calabria per difendere l’Igp “Bergamotto di Reggio Calabria” dallo scippo organizzato per dare vita ad un improbabile Dop “Bergamotto di Calabria”. Continueremo questa battaglia di civiltà perché i poteri forti dovranno essere finalmente sconfitti da chi lavora la terra da generazioni».