Ponte sullo Stretto, il Ministero rileva l'assenza di uno studio sismico
di Vincenzo Imperitura – Manca ancora un’analisi specifica di quante, quali siano e che natura abbiano le faglie che circondano il fazzoletto di mare che divide Calabria e Sicilia. Ciò nonostante le migliaia di carte del progetto della società Ponte sullo Stretto di Messina. Lo rileva la commissione tecnica di verifica dell’impatto ambientale del ministero dell’Ambiente nel suo parere al progetto definitivo dell’opera.
Il gruppo di esperti impone, prima dell’approvazione del progetto esecutivo, uno studio approfondito che includa, oltre a “rilevamenti geologici e geomorfologici” e “indagini geofisiche, sismologiche e paleosismologiche”, anche la caratterizzazione delle faglie, in particolare di quelle “capaci e ritenibili ancora attive”, si legge in una delle 62 prescrizioni del documento.
Nel parere si ricorda che nella zona di costruzione del Ponte, la banca dati ITHACA dell’Ispra individua 24 faglie «attive e capaci»: vuol dire che si muovono, e provocano fratture e dislocazioni del terreno. Ma, in un curioso cortocircuito di informazioni, finora «gli studi sperimentali sin qui condotti sul sito e i risultati delle attività di ricerca disponibili non consentono di definire in modo certo se tali faglie siano da considerare attive e potenzialmente capaci», aggiunge la commissione Via.
Continua a leggere su LaCNews24.it.