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06/05/2025 ore 23.00
Economia e lavoro

Ponte sullo Stretto, la commissione territorio a Villa San Giovanni mette i riflettori sulle esigenze ed emergenze del territorio

I tecnici hanno garantito: «La cantierizzazione non interrompe la continuità territoriale e verranno apposte molte migliorie»
di Elisa Barresi

Attesissima la Commissione Territorio di Villa San Giovanni, con la programmata audizione degli ingegneri della Stretto di Messina relativa ai temi della cantierizzazione, viabilità e sottoservizi per la realizzazione del ponte sullo Stretto di Messina.

Per la società Stretto di Messina erano presenti: Valerio Mele, direttore Tecnico; Gioacchino Lucangeli responsabile Alta Sorveglianza Progettazione Stradale e Responsabile Espropri; ing. Daniele Scammacca, referente per la Cantierizzazione e la Risoluzione Interferenze; ing. Rita Gandolfo, referente per il procedimento di Conferenza Servizi, i quali hanno illustrato una presentazione riguardante i 244 elaborati del progetto definitivo per la sola cantierizzazione del versante Calabria.

Valerio Mele, direttore tecnico della società Stretto di Messina ha confermato gli interventi e chiarito come «Più volte abbiamo raccontato com’è fatto il ponte, come sono fatte le torri, com’è fatto l’impalcato, qual è il livello di sicurezza e di affidabilità strutturale e di durabilità nel tempo. Oggi invece diremo in che modo le opere impattano sul territorio. Capisco che c’è tanta, tanta preoccupazione da parte della cittadinanza, ma oggi, illustrando gli elaborati progettuali, cercheremo di spiegare che non c’è nessuna strada comunale che viene interrotta. Quindi ci sarà una piena continuità della mobilità. Il progetto è stato studiato in modo che il traffico di cantiere sia assolutamente separato rispetto al traffico ordinario».

Un’altra grossa preoccupazione è per quello che può essere l’impatto sul sistema idrico e fognario. «Ovviamente, prima della realizzazione delle opere saranno realizzate tutte quelle che vengono chiamate in gergo “la risoluzione delle interferenze”, e quindi tutte quelle opere preliminari che fanno in modo che quel cantiere non impatti sull’attuale sistema».

E non solo: «Il cantiere sarà anche assolutamente autonomo e indipendente dal punto di vista del fabbisogno idrico. La realizzazione di nuovi pozzi per l’acquedotto di Catona, la realizzazione e il riutilizzo delle acque reflue dal depuratore, che sarà anche potenziato, permetteranno di fare in modo che non utilizzeremo – né per le acque potabili per gli operai né per le lavorazioni – l’acqua che è destinata alla cittadinanza».

Al di là, a preoccupare è anche il dissesto idrogeologico di questo territorio. Ecco, tecnicamente, questo ostacolo come verrà superato? «Il progetto è robustissimo e prevede tutte le opere di presidio del territorio dal punto di vista idrogeologico. Le opere realizzate consentiranno, in tanti casi, non solo di stabilizzare se stessi, ma di stabilizzare anche il territorio attuale. Quindi avranno sicuramente un effetto positivo, e da quel punto di vista non c’è assolutamente nessuna preoccupazione».

Con riferimento alle aree di cantiere e alle interferenze con la viabilità nel Comune di Villa San Giovanni, come più volte chiarito in precedenza, sia in sedi ufficiali che durante i vari tavoli tecnici, il cantiere di Villa S. Giovanni – denominato CI-01 – non interrompe la continuità territoriale. Per le quattro viabilità locali interferite sono previsti, infatti, una serie di sottopassi (nel caso del lungomare) e di cavalcavia (nel caso delle due sovrastanti strade collinari) che consentono di mantenere la percorribilità locale inalterata per tutta la durata dei lavori. Questo aspetto trova un oggettivo riscontro negli elaborati progettuali che descrivono puntualmente la cantierizzazione, oltre 30 elaborati solo per il cantiere CI-01. Sulle strade comunali villesi non ci sarà traffico di cantiere, in quanto l’area di cantiere, grazie ai prima citati cavalcavia, sarà direttamente collegata all’autostrada.

Per quanto riguarda i sottoservizi interferenti con le opere e con il cantiere, gli ingegneri della Stretto di Messina hanno chiarito che il progetto di risoluzione di tutte le interferenze, contenuto nel progetto definitivo dell’opera, è completo di tutti i dettagli tecnici richiesti in questa fase progettuale. Infatti il progetto definitivo, trasmesso alla Conferenza di Servizi (aprile 2024), contiene il censimento di tutte le interferenze con i corrispondenti progetti di risoluzione, sviluppato con l’ausilio dei rispettivi enti gestori e non sono previste interruzioni nell’erogazioni dei servizi (gas, elettricità, acqua).

Per l’approvvigionamento idrico e sistema di smaltimento acque reflue, sono state illustrate le soluzioni progettate dal Contraente Generale che non impattano sull’attuale sistema idrico e fognario. Infatti, tra le opere anticipate, è previsto il potenziamento sia delle fonti di approvvigionamento idrico che del sistema di smaltimento delle acque reflue. Nella fase di Progettazione Definitiva è stato tenuto conto della situazione del territorio, specialmente nei periodi estivi, in cui la popolazione subisce un notevole incremento dovuto all’elevato flusso turistico. E’ stato elaborato uno studio di dettaglio della cantierizzazione che, partendo dalla localizzazione dei cantieri sul territorio e la tipologia delle opere da realizzare nel singolo cantiere, ha permesso di conoscere il fabbisogno idrico per maestranze e lavorazioni.

Il Fabbisogno idrico per le attività di cantiere sul versante Calabro è pari a 34 l/s. Per soddisfare questo ulteriore fabbisogno, senza intaccare la disponibilità idrica del Comune di Villa San Giovanni, sono state studiate e analizzate diverse soluzioni che recepiscono le esigenze del territorio e tengono conto del Piano d’Ambito della Calabria e del programma degli investimenti per Villa San Giovanni. La progettazione dell’approvvigionamento idrico mira alla realizzazione di una infrastrutturazione di lungo periodo che, oltre a garantire i fabbisogni del cantiere, possa soddisfare in parte le esigenze già esistenti e, una volta completati i lavori dell’Opera, resti al servizio del territorio.
L’analisi delle diverse ipotesi di intervento, alla luce dei tempi per autorizzarle e realizzarle, in un’ottica di ridondanza e anche al fine di seguire l’evoluzione temporale del cantiere, ha portato a individuare come scelta ottimale l’attuazione congiunta della realizzazione di un nuovo pozzo a sevizio dell’acquedotto Catona e del trattamento delle acque reflue dell’attuale depuratore, previo il suo potenziamento.

Il sindaco Giusy Caminiti ha accolto l’entusiasmo cautamente. «Noi, a ottobre 2024, abbiamo chiesto 135 milioni di euro di opere preliminari all’apertura del cantiere Ponte: abbiamo chiesto la sistemazione della rete idrica, della rete fognaria, il secondo depuratore di città, un desalinizzatore. Abbiamo chiesto di riattivare la sorgente Aspromonte per andare incontro all’emergenza idrica e abbiamo chiesto 500 mila euro di monitoraggio ambientale e pre-opera, la pubblica illuminazione (perché sarà tagliata in due dal cantiere Ponte). Ma soprattutto abbiamo chiesto cinque nuove vie per la città, la cosiddetta viabilità alternativa, perché non possiamo sopportare oltre due milioni ottocentomila mezzi leggeri e pesanti che ci attraversano da e per la Sicilia, anche i mezzi del cantiere Ponte. Chiaramente queste sono le richieste che abbiamo formulato nella stessa sede, nella stessa conferenza istruttoria in cui è seduta la Stretto di Messina. Oggi ci aspettiamo esattamente di sapere quali delle opere richieste, sui 135 milioni, saranno accolte, e subito dopo ci aspettiamo i progetti di risoluzione delle interferenze».